L’assegnazione del Compasso d’oro nel 2020 è il riconoscimento a una carriera lunga, intensa e soprattutto innovativa, ma che ha ancora molto da dire e da dare, con tantissimi progetti in corso. La motivazione del premio ben delinea l’approccio metodologico di Anty Pansera:

Uno sguardo originale sul mondo del progetto, basato su una formazione legata alla cultura classica e alla storia della critica d’arte, le ha permesso di realizzare testi originali e fondamentali per comprendere il fenomeno del Made in Italy nella sua accezione più vasta. Un impegno mai dogmatico ma sempre impegnato nel calare la cultura del progetto in territori professionali ampi, che comprendono quello dell’insegnamento quanto quello della divulgazione attraverso mostre memorabili.”

Anty Pansera, infatti, migrata dalla storia e dalla critica d’arte alla storia del design ha approcciato questa disciplina con rigore scientifico nel metodo di ricerca, sondando campi ancora non indagati. In particolare è da ricordare lo studio sulle manifestazioni della Triennale di Milano, confluito in un volume caposaldo per i lavori che lo hanno seguito, Storia e cronaca della Triennale (Longanesi 1978), sua prima ponderosa ricerca, cui sono seguiti La Galleria Storica della Triennale con Mariateresa Chirico e Cristina Daniele (Charta editore 2001) e per l’ottantesimo anniversario della prima manifestazione monzese 1923-1930 Monza: verso l’unità delle arti, con Mariateresa Chirico (Silvana Editoriale 2004). E a coronamento, quasi, di questo suo costante e reiterato interesse per la prestigiosa istituzione dal 2012 al 2015 siede nel cda della Fondazione del Design Museum della  Triennale di Milano e poi dal 2016 al 2018 nel Comitato Scientifico dello stesso ente.

L’altro ambito è quello degli studi, ormai molto numerosi, dedicati alla creatività femminile, sia di designer impegnate in ogni campo della progettazione sia di artigiane e artigiane-artiste, con un vivo interesse, ma non solo,  per il mondo della ceramica. A cominciare da Dal merletto alla motocicletta Artigiane/artiste  e designer nell’Italia del Novecento (Ferrara 2002), per proseguire con l’imponente rassegna, o meglio serie di rassegne allestite a Torino e in Piemonte in occasione di Torino World Design Capital, DcomeDesign La mano, la mente e il cuore (2008), che nel 2009 è divenuta anche un’associazione, di cui è presidente, attenta proprio alla creatività dell’”altra metà del cielo”. E poi con lavori più specifici, Il ponte delle signore allo Spazio Pria di Biella (2003-2004), il catalogo ragionato dell’opera di Antonia Campi (Silvana Editoriale 2008), Nientedimeno /Nothingless La forza del design femminile (Milano 2011), Donne in bottega La presenza delle donne artigiane/ protodesigner /designer/ imprenditrici in Lombardia dal 1906 al 2012 (in collaborazione con la Fondazione Cologni dei Mestieri d’arte, Milano 2013), Lady Ceramica in occasione di Argillà 2014 a Faenza. Ma anche il saggio per l’Enciclopedia delle donne, a quattro mani con Mariateresa Chirico,  Design. Progettazione e creatività per il disegno industriale  per il volume La signorina Kores e le altre. Donne e lavoro a Milano (1950-1970) e la partecipazione al convegno Angelica e Bradamante (2017).

Ma andiamo con ordine. Milanese, anche se le origini della famiglia paterna sono bergamasche — e da qui, forse, una certa testardaggine, come le viene riconosciuta in famiglia, che si è trasformata in determinazione e tenacia —, cresce in una famiglia di professionisti — il padre dirigente, laureato in legge, la madre avvocata — anche se con qualche personaggio un po’ fuori dalle righe: lo zio Cesare, zio in realtà della mamma, artista e designer ante litteram — o meglio “protodesigner” con un felice termine da lei coniato in occasione degli studi per la rassegna Gli Anni trenta (Milano 1982) —, esponente di rispetto della seconda stagione del Futurismo a cui Anty e il fratello Rodolfo erano molto legati proprio per le sue particolari qualità umane e del quale ancora oggi tutelano la memoria, avendo costituito nel 1992 l’Archivio Cesare Andreoni, di cui Anty è direttore scientifico. Frequenta il Liceo Classico Parini e nel 1971 si laurea con 110/110 e lode alla Facoltà di Lettere Moderne dell’Università Statale, discutendo una tesi in Storia della Critica d'Arte dal titolo Ideologia e prassi artistica in Gustave Courbet, relatore il Prof. Marco Rosci.

Dopo un primo insegnamento di Storia dell’Arte, all’indomani della laurea, al biennio del Liceo Artistico di Brera, dall’anno scolastico successivo, 1972-1973, ottiene la cattedra di Storia dell'arte, del design e della comunicazione visiva presso l'Istituto Statale d'Arte di Monza, prima come docente incaricato poi, dal 1978 e fino al 1987, di ruolo. Sono anni importanti: da un lato l’ISA è in quegli anni una vera fucina di sperimentazioni, con docenti molto attivi sul campo, con i quali numerosi sono gli scambi, i dibattiti, i confronti e qui incontra il designer Alfonso Grassi, con cui condividerà quattro decenni di vita personale e spesso anche professionale. Dall’altro si consolida l’interesse per il tema della formazione, che accompagnerà Anty negli anni. Fin dal 1971 si iscrive all’ANISA (Ass. Naz. Insegnanti di Storia dell’Arte) e partecipa al dibattito in corso per una nuova definizione del ruolo e della funzione della disciplina all’interno del percorso scolastico. Lasciato l’insegnamento liceale, prosegue con la docenza di Storia del design al Politecnico di Milano (1996-2008) e all’Accademia di Belle Arti di Brera (2000-2017), cui si affiancano corsi e master a Palermo negli anni Novanta e attualmente alla IULM. Dal 2010 al 2016 è presidente dell’ISIA di Faenza e raccoglie l’esperienza acquisita nel volume La formazione del designer in Italia. Una storia lunga più di un secolo (Marsilio 2015).

Molti gli studi dedicati al made in Italy, che alla fine del secolo scorso andava sempre più affermandosi: da Atlante del design, con Alfonso Grassi (Marietti 1980) a Dalla casa elettrica alla casa elettronica, con Tersilla Giacobone e  Paola Guidi (Arcadia 1989) e a Storia del disegno industriale italiano (Laterza 1993), nonché a specifiche realtà: La fabbrica verticale e il Gruppo Industriale Busnelli: 25 anni a Misinto (Electa 1998), Flessibili splendori. I mobili in tubolare metallico. Il caso Columbus, con Alberto Bassi e Tiziana Occleppo (Electa 1998), Design finlandese, La collezione Mangano, con Antonia Mealli e Mariateresa Chirico (Silvana editoriale 2006), Giovanna Talocci designer, con Domitilla Dardi (Quilibet Editore 2015) e la curatela, tra molti altri, di Dizionario del design italiano (Cantini 1995) e L’anima dell’industria. Un secolo di disegno industriale nel Milanese (Skira editore 1996).

Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dal 1976, membro di comitati italiani e internazionali, relatrice a moltissimi convegni Anty sa guardare con occhi attenti e acuti la realtà, riuscendo a intuire ciò che spesso è sotteso e a “leggere”, da spunti ed elementi apparentemente lontani, una trama di cui propone innovative interpretazioni.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Anty Pansera

Referenze iconografiche: Anty Pansera nel suo studio. Foto di Patrizia Sacchi.

Voce pubblicata nel: 2021

Ultimo aggiornamento: 2023