Ya creo que lo he dicho todo

que ya todo lo amé

(Credo di aver già detto tutto

e di aver già tutto amato)

Questa è l’epigrafe che si trova sulla tomba di Gloria Fuertes; due versi esemplificativi della sua personalità: per lei vita, amore e poesia erano una triade inscindibile. 

E me ne andrò all’altro mondo col tuo nome in bocca”, recita un altro dei suoi versi e mi piace pensare che, carica d’amore, si congedò da questa vita avendo vissuto al massimo, fino in fondo. Questo è uno dei tantissimi motivi per cui vorrei raccontarvi chi era questa splendida scrittrice, troppo spesso dimenticata. 

Userò quindi l’amore come filo rosso per dipanarvi la storia di Gloria Fuertes. 

 

Nacque a Madrid, nel quartiere di Lavapiés nel 1917. La vita nella Spagna dei primi anni del XX secolo era dura, a maggior ragione per una donna con una fortissima vocazione per la poesia. 

Frequentò un collegio di suore dove ricevette un’istruzione di base, ma dal quale venne espulsa per comportamenti non adeguati. La ribellione era la sua vera essenza. Le piaceva giocare con le parole e inventare miscugli linguistici sofisticati; leggendo i suoi versi ci si rende conto immediatamente di come vedesse corrispondenze fonetiche e accostamenti d’immagini fuori dagli schemi, che le permisero di acquisire una voce unica nel suo genere. 

 

Quando aveva quattordici anni, in Spagna scoppiò la Guerra Civile. Fu proprio in questi anni che si innamorò per la prima volta. Purtroppo la sua situazione amorosa fu piuttosto travagliata: nei tre anni che durò il conflitto ebbe ben due amori, i due ragazzi appartenevano uno al bando repubblicano e uno al bando franchista. Uno morì in carcere, l’altro fu dato per disperso. Già durante il conflitto si palesò la sua necessità di scrivere. La grande empatia posseduta la portò a schierarsi sempre dalla parte dei vinti: i marginati, i mendicati e soprattutto le donne. La sua poesia rese lampante da subito la sua grande preoccupazione per il genere umano, soprattutto vista la difficile situazione in cui verteva la popolazione spagnola in quegli anni. 

 

Durante il dopoguerra iniziò a frequentare la Taberna Antonio Sánchez in via Mesón de Paredes a Madrid, che la fece entrare a tutti gli effetti nell’ambiente letterario madrileno. Nel suo tentativo di ritagliarsi uno spazio come poeta, creò un’immagine di sé ribelle e atipica. Questa immagine sarà il suo elemento distintivo negli anni a venire, nei quali iniziò quel processo di decostruzione degli ideali patriarcali così pregnanti nei primi anni della dittatura di Francisco Franco. Gloria Fuertes in quel momento era forse l’unica donna ad andare in giro per Madrid in pantaloni e cravatta, in bicicletta, con i capelli corti e ad amare il calcio. 

 

Gli anni ‘40 furono un periodo di grandi cambiamenti per lei, ma ogni cambiamento aveva a che fare con l’amore. “Non si può scrivere l’amore, bisogna viverlo, io quando sono innamorata non scrivo, vivo”, queste sono le parole pronunciate dalla nostra autrice durante un programma televisivo a Malaga. Fu in questo periodo che si innamorò, forse per la prima volta, di una donna, Chelo Sánchez Serrano. Fu un amore tormentato; le due donne non ebbero mai una relazione canonica, ma Chelo rimase nella vita di Fuertes fino alla fine, come amica, come amante, come lettrice, come coinquilina, come confidente. Sono dedicati a lei questi versi: “Che fortuna sarebbe se fosse sete quello che provo / e mi passasse bevendo un bicchiere d’acqua.

 

Arriviamo così al 1951, anno importante nella storia della poeta madrilena, perché stanca dell’emarginazione nella quale viveva (e forse vive ancora) come donna dentro e fuori il mondo letterario, decise di creare il primo circolo letterario di poesia pensato da e per le donne, chiamato Versos con falda (Versi in gonnella). Grazie a questo spazio molte donne poterono dare voce ai propri versi e uscire, in parte, dall’anonimato in cui la società franchista le aveva relegate. 

 

Quattro anni dopo, pubblicò due delle sue raccolte di poesia più famose: Antología y poemas de suburbio e Todo asusta. Dovette pubblicare a Caracas a causa della censura che vi era in Spagna e che tanto la ostacolò. Nel frattempo, a lezione di inglese all’Instituto Internacional di Madrid conobbe una grande ispanista: Phyllis Turnbull. Ben presto le due si innamorarono e Phyllis divenne così il grande amore nella vita di Fuertes; le due portarono avanti una relazione di quasi vent’anni. Andarono a vivere insieme a Choza de la Sierra (oggi Soto del Rey), vicino Madrid insieme a Chelo. La casa ben presto divenne il fulcro di un grande viavai di poeti e letterati, di feste e di poesia. Gloria parlava spesso di quegli anni come dei più felici della sua vita. Merita due parole il progetto che realizza con Phyllis chiamato Biblioteca ambulante española, sulla falsa riga della Barraca di Federico García Lorca: le due donne portavano libri ai bambini di famiglie poco abbienti nei paeselli intorno a Madrid. Gloria era convinta che per rendere il mondo un posto migliore bisognasse partire dai bambini, e non esiste istruzione senza libri, senza storie. 

 

Gli anni ’60 saranno per Gloria Fuertes un’avventura costante: nel 1961 vinse una borsa di studio Fulbright che le permise di insegnare letteratura spagnola all’università Bucknell in Pennsylvania, negli Stati Uniti. Passerà oltreoceano quattro anni, mantenendo una fitta corrispondenza epistolare con poeti come Gabriel Celaya. Con una relazione sentimentale stabile, un lavoro di prestigio, l’affetto dei suoi studenti e un finissimo occhio critico sulla realtà, Fuertes scriverà e pubblicherà i versi che la consacreranno a una delle più grandi voci della cosiddetta Generazione del ’50: Ni tiro ni veneno ni navaja; Poeta de guardia; Cómo atar los bigotes al tigre. Per di più, in questi anni pubblicò il racconto per bambini Cangura para todos, con cui vinse nel 1972 l’Andersen. 

 

Al contrario, gli anni ’70 saranno per l’autrice madrilena i peggiori della sua vita: nel 1971, diagnosticarono un tumore a Phyllis che morirà pochi mesi dopo, lasciando Gloria in una profondissima depressione. In quegli anni era ormai una poetessa affermata e poteva vantarsi di vivere di poesia; riuscì a superare il lutto dedicandosi sempre di più alla letteratura per bambini e iniziando, una volta caduta la dittatura di Franco nel 1975, a lavorare in televisione in programmi con la finalità di portare nelle case della gente la poesia. Il programma Un globo, dos globos, tres globos si trasformerà in un successo senza precedenti e da lì a poco non ci sarebbe stato un solo bambino spagnolo che non conoscesse e amasse Gloria Fuertes. Tutta questa fama, col tempo, si trasformò in una condanna, relegando inesorabilmente la nostra poetessa nel mondo della letteratura per l'infanzia, così che la sua opera per adulti fu per molti anni dimenticata. 

 

Nonostante il lutto, Fuertes si innamoro molte altre volte dopo la morte di Phyllis e non abbandonò mai quel sorriso bonario e rotondo che tanto la contraddistingueva: “Nell’amore bisogna mettere umorismo e nell’umorismo amore. Non si può vivere senza amore”. Significativo è sottolineare che l’ultima raccolta di poesie che pubblicò in vita fu Pecábamos como ángeles (Gloripoemas de amor), che aveva per l’appunto come tema principale l’amore. 

 

Dopo aver scorso rapidamente alla vita di questa grande donna, possiamo affermare con assoluta sicurezza che Gloria Fuertes amò, amò tantissimo, fino alla fine, in modo libero e disinteressato; amò uomini, donne, bambini, amò la parola e la poesia e citando, per concludere, un verso che dedicò a Edmundo de Ory: “L’amore mi danza nel petto”, a cui io, molto umilmente, risponderei: “Gloria, noi lettori danziamo con te”. 

 

Gloria Fuertes morì il 27 novembre del 1998 in casa sua, sola.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Gloria Fuertes

Fuertes, G. (1978). Obras Incompletas. Madrid: Cátedra.

Garcerá, F., y Porpetta, M. (eds.) (2019). Versos con falda. Historia de una tertulia literaria fundada por Gloria Fuertes, Adelaida las Santas y María Dolores de Pablos. Madrid: Torremozas.

Fuertes, G., Altés, M. (il.), y Cascante, J. de (ed.) (2017). El libro de Gloria Fuertes para niñas y niños. Versos, cuentos, vida. Barcelona: Blackie Books.

Fuertes, G., y Cascante, J. de (ed.) (2017). El libro de Gloria Fuertes. Antologías de poemas y vida. Barcelona: Blackie Books

Voce pubblicata nel: 2021

Ultimo aggiornamento: 2021