Lanciata nel vortice di questo mondo misterioso e incomprensibile, volgendo uno sguardo all’universo e al cuore dell’uomo, l’anima mia sentì il bisogno di affidare a queste pagine un lamento. In esse non troverai sfoggio di erudizione o di stile, perché non ho consultato alcun libro, né mezzi ebbi allo studio: solo la potenza del dolore, amaro alimento dell’intera mia vita, spinse quasi mio malgrado la penna […]. Cresciuta all’ombra della sventura, gemendo sulle umane sciagure, tentai levar la voce che l’anima mi dettava, svolgere gli affetti del cuore umano.

(Due parole al lettore, prefazione di Letteria Montoro al romanzo Maria Landini)

Descritta da Gaetano Oliva come una donna “fornita di singolare bellezza nel volto e nella gentile persona” ed anche “di altissima intelligenza e di cuore immensamente benefico e generoso” 1, la scrittrice e poetessa Letteria Montoro nasce a Messina il 19 aprile 1825. Gli anni della sua giovinezza sono anche quelli dei grandi eventi risorgimentali, a cui Letteria non resta estranea: “donna di spiriti liberali”, come recitava la lapide sulla sua tomba, posta nel Cimitero monumentale e poi distrutta dal terremoto del 1908, la giovane partecipa alla rivoluzione del 1848 collaborando con il settimanale «L’ Aquila Siciliana», e aiutando “i fratelli che combattevano per la redenzione d'Italia”. Dopo la tragica fine dei moti, Montoro compie la scelta sorprendente di seguire i suoi fratelli nell’esilio - ci informa ancora l’iscrizione funeraria 2 e “ad essi tornati in patria/ sacrificò cristianamente la vita/ mirabile esempio di fraterno affetto!” Questa “esule per la redenzione della patria” (La Corte Cailler), fin dalla nascita appare destinata a un impegno politico ai limiti del sacrificio: Letteria è infatti figlia di un fuoriuscito, come apprendiamo dalla prefazione al suo unico suo romanzo edito, Maria Landini, in cui l’autrice afferma di aver ritratto nella figura del proscritto Antonio, che impazzisce abbandonato da tutti, il proprio padre.

Tornata in città, nel tempo libero dalle “cure domestiche”, ci racconta ancora Oliva, Letteria Montoro “affidava i suoi sentimenti alla carta”: dal 1850 inizia a pubblicare romanzi, racconti, prose e, soprattutto, poesie che le valgono significativi apprezzamenti. I suoi componimenti poetici sono fortemente intrisi delle sue letture leopardiane e tentano di coniugare ispirazione lirica ed attitudine ragionativa, con evidenti riprese lessicali e tematiche dal grande poeta recanatese; fatto ben noto ai concittadini, che vantano orgogliosamente “la nostra leopardiana Montoro”.

Ancora più interessante per il lettore moderno il suo primo romanzo intitolato, come già si è detto, Maria Landini (1850); un’opera di una certa rilevanza – sarà menzionata da Carlo Cattaneo sul «Politecnico». L’autrice propone qui un’eroina fascinosa e combattiva, che cerca di affermare la propria volontà e libertà di scelta in un contesto sociale degradato, corrotto e violento. Un romanzo “misto di storia e invenzione”, al quale seguono altri lavori, non sempre dati alle stampe. Abbiamo qualche notizia in merito da Francesco Guardione, che nella sua Antologia poetica siciliana include alcune poesie della scrittrice; nel contesto della scheda biografica messa a corredo dei testi antologizzati Guardione accenna ad un'altra opera in prosa di Montoro, ancora inedita, che seguirà il “romanzo dettato in giovinetta età”: “Auguriamo che la gentildonna pubblichi il lungo romanzo, ch’è ricordo del nostro passato” . E la fama di Montoro aveva sicuramente superato lo Stretto se l’editore milanese Treves, pubblicando alla fine del 1861 un consuntivo della sua rivista, il «Museo di Famiglia», anticipa l’uscita di un nuovo romanzo di Letteria Montoro e un racconto di Rosina Muzio Salvo, “egregie scrittrici siciliane”.

Tornando in Sicilia, è ancora Oliva ad osservare che Letteria “bentosto fu salutata poetessa degna di stare accanto alle sue contemporanee ed amiche, la Turrisi Colonna e la Coffa Caruso”. E dire che la scrittrice dedica un tempo limitato alla sua attività intellettuale: devotissima al fratello, il sacerdote Francesco Montoro, di cui commemora la morte con un lungo componimento poetico, Letteria sceglie di accudire il resto della numerosa famiglia d’origine per evitare al più anziano parente ogni incombenza pratica, e rifiuta numerose offerte di matrimonio. Francesco Montoro è, d’altra parte, un personaggio piuttosto noto in città: dedito ad attività filantropiche , direttore del Collegio Peloritano e direttore spirituale del liceo ginnasio Maurolico, è un uomo di vasta cultura, che sicuramente contribuisce alla formazione intellettuale di Letteria, ma al tempo stesso la confina in un ruolo femminile tradizionale. La ritrosa poetessa “vive modesta nella sua Messina”, dirà Francesco Guardione, e non si libera facilmente dall’ingombrante tutela del sacerdote; quando questi muore, negli anni ‘80, Letteria è una donna matura, vissuta sempre all’ombra del più autorevole fratello.

Nonostante ciò nel 1868 Giuseppe Pitrè include Montoro tra le poche donne che “coltivano con onore le lettere”; in Sicilia, egli specifica, la messinese Letteria Montoro, la palermitana Concettina Ramondetta-Fileti e la netina Mariannina Coffa-Caruso “rappresentano ora la sicula letteratura femminile” dopo la morte di Rosina Muzio Salvo [1866]”.

Poesie e prose di Letteria vengono pubblicate sul giornale genovese «La Donna», insieme a quelle di altre scrittrici che anche Pitrè cita: Rosina Muzio Salvo, Mariannina Coffa Caruso, Concettina Ramondetta Fileti. I suoi scritti sono apprezzati da diversi studiosi contemporanei, tra cui Leone Carpi, Carmelo Pardi; perfino un periodico di Capodistria nomina Montoro, considerandola una promessa della letteratura italiana.

Dopo l’Unità, la Montoro appare particolarmente attiva, e collabora alla Strenna femminile dell’Associazione filantropica delle Dame Italiane (1861), alla raccolta Poesie di illustri italiani contemporanei (1865), alla Strenna veneziana (1866) o al volume Candia, pubblicato a cura del Comitato Italo-Ellenico di Messina (1868), dove esprime una partecipazione accorata e commossa alle tragiche vicende del Risorgimento greco.

Da notare che Letteria è l’unica poetessa messinese chiamata a commemorare, nel 1865, il centenario di Dante. Si tratta di un evento di grande importanza per la città, per il quale vengono riunite le forze dei migliori ingegni cittadini, e la Montoro si trova insieme a docenti universitari e scrittori di vasta esperienza. Il suo componimento, Pel centenario di Dante Alighieri, incentrato sulla consueta immagine risorgimentale del Dante prefiguratore dell’unità d’Italia, sarà particolarmente apprezzato, come viene rilevato dai giornali dell’epoca.

Tuttavia, le sue opere, così come quelle di Rosina Muzio Salvo – ha scritto Rita Verdirame – sono state “sepolte dalla coltre del tempo e disperse negli sconvolgimenti della storia”.

Note


1 LETTERIA MONTORO 1825-1893. “Nata il 19 aprile 1825 morta il 10 agosto 1893, fu donna di altissima intelligenza e di cuore immensamente benefico e generoso. Ella amò il sacrificio sino all’eroismo, e benché fornita di singolare bellezza nel volto e nella gentile persona, compresse ogni sentimento dell’animo tenero e poetico, e rifiutò i vari matrimoni che le si offrirono per rimanere in famiglia, la quale aveva indispensabile bisogno di lei. Poetessa nata, scrittrice forbita e gentile, di quando in quando, se le cure domestiche gliel consentivano, affidava i suoi sentimenti alla carta, e scrisse parecchie poesie e qualche romanzo senza pretesa di gloria; ma ciò malgrado molte sue composizioni ebbero pubblicità, ed ella ben tosto fu salutata poetessa degna di stare accanto alle sue contemporanee ed amiche, la Turrisi Colonna e la Coffa Caruso. Il suo stile lo formò soprattutto la lettura del Leopardi, la cui patetica poesia prediligeva”. Fonte: G. Oliva, Annali, cit., pp. 292-293
2 Epigrafe sulla tomba (non più esistente dopo il 1908) nella Galleria del Gran Camposanto di Messina: "Qui per volere del Comune/ l'ala dell'oblio non graverà sulle ceneri/ di Letteria Montoro/ che l'anima forte ed eletta/ trasfuse in versi soavi ed in prose eleganti/ donna di spiriti liberali/ confortò i fratelli che combattevano/ per la redenzione d'Italia/ li seguì nell'esilio/ e ad essi tornati in patria/ sacrificò cristianamente la vita/ mirabile esempio di fraterno affetto! (19 aprile 1825 - 10 agosto 1893)" Fonte: V. G. Attard, Messinesi insigni, cit., p. 34

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Letteria Montoro

Scritti poetici

Ad un giacinto, quartine, in «La Missione delle donne», periodico mensile diretto da Olimpia Saccati in Palmi, 1853

Pel centenario di Dante Alighieri, in Alcune poesie di Mariannina Coffa Caruso da Noto e di Letteria Montoro da Messina, Palermo, Virzì, 1864

La solitudine. Ottave a rima data, in «Eco Peloritano», Anno V, Serie II, fasc. 7, gennaio 1859

Un sospiro, in «Strenna femminile dell’Associazione filantropica delle Donne Italiane», Torino, 1861, pp. 90-91

Il pensiero dell’anima, in «Strenna femminile dell’Associazione filantropica delle Donne Italiane», Torino, 1861, pp. 153-155, poi in Antologia poetica siciliana del secolo XIX, con proemio e note, a cura di Francesco Guardione, Palermo, Tempo, 1885, pp. 333-336

Sospiro di una vergine candiota, in Candia: scritti in prosa e in verso, Messina, D’Amico, 1868, pp.

A Sofia giovinetta. Canzone, 1865, in «Ghirlanda della Beneficenza», Messina, Stamp. Capra, 1872, pp. 232-234

Sulla tomba della Chiarissima Mariannina Coffa poetessa notina. Versi sciolti letti nell’Accademia radunanza straordinaria del 6 aprile 1878 nel Gabinetto Letterario Ibla Erea di Ragusa, Palermo, Virzì, 1878

Sul sepolcro del Sacerdote Francesco Montoro sua sorella Letteria, Messina, Tipografia del Progresso, 1886

Romanzi e racconti

Maria Landini. Romanzo, Palermo, Clamis e Roberti, 1850

Lodovica Gerla, in «Museo di Famiglia», 1862

Silvia, racconto, Pubblicazione postuma in XXXIX Capitoli, nell’appendice del Giornale quotidiano «L’Ordine», Messina, 1898-99

Frammento di un romanzo inedito, in «Strenna veneziana», 1866

Riferimenti

Daniela Bombara, Al margine dei margini: ribellione, esperienza del dolore e denuncia sociale in Letteria Montoro, donna siciliana e scrittrice del periodo romantico, Atti del V convegno internazionale dell'AIBA, Chernarus Ai margini – Fra i margini – Oltre i margini, Banja Luka 14-15 giugno 2013, in corso di pubblicazione

Ferdinando Bosio, Poesie, M. Guigoni, 1865, p. 19

Ferdinando Bosio, Poesie di illustri italiani contemporanei scelte e ordinate per cura di Ferdinando Bosio, Volume 2, Guigoni, 1865, pp. 153-155

Jole Calapso, Donne ribelli. Un secolo di lotte femminili in Sicilia, S.F. Flaccovio, Palermo 1980, p. 46

Celebri italiane contemporanee, in «L’Unione. Cronaca capodistriana bimensile», 9 ottobre 1878

Leone Carpi,  L'Italia vivente. Aristocrazia di nascita e del denaro-borghesia-clero burocrazia. Studi sociali, F. Vallardi, 1878, p. 584

Carlo Cattaneo, Sul romanzo delle donne contemporanee in Italia, in «Il Politecnico» 1863, pp. 358-389

Francesco Guardione, Antologia poetica siciliana del secolo XIX, con proemio e note

Giovanni Molonia, «La Stampa», cit., p. 178-180

Gaetano Oliva, Annali, cit,, pp. 292-293

Carmelo Pardi, Scritti vari, Tipografia del Giornale di Sicilia, 1871, p. 377

Giuseppe Pitrè, Nuovi profili biografici di contemporanei italiani, Tipografia A. Di Cristina, Palermo 1868, p. 128

Gino Raya, Il romanzo,  F. Vallardi, 1950,  p. 217

Gerardo Rizzo, Annali della Città di Messina (1862-1885), p. 117

Luigi Tomeucci, Messina nel Risorgimento. Contributo agli studi sull’unità d’Italia, Milano, Giuffrè Editore, 1963, pp.121 e  147

Rita Verdirame, Narratrici e lettrici (1850-1950). Le letture della nonna dalla Contessa Lara a Luciana Peverelli, con testi rari e documenti inediti, Libreriauniversitaria.it, Limena, 2009, p. 56

Voce pubblicata nel: 2016

Ultimo aggiornamento: 2023