María Ana Fux è la figlia di immigrati ebrei russi. Nel 1915 i nonni materni emigrano in Argentina, con undici figli, per sfuggire a un pogrom di ebrei a Odessa; sua madre era la più giovane. Fin da bambina avverte con dolore l'handicap della madre che, durante la fuga, sviluppa un'infezione al ginocchio e una volta giunta a Buenos Aires le viene asportata una rotula: dopo l'operazione non può più piegare la gamba.

Dalla partecipazione a questo dolore apprende la determinazione ad affrontare i propri e gli altrui limiti ad essere, come dirà una volta cresciuta, un ponte, una possibilità per l'altro. Così parla Maria della mamma:

senza dubbio lei condivideva i miei desideri per la danza. Non aveva mai ballato, però cantava e agitava le sue mani quando stirava i nostri cinque grembiuli per la scuola. Quelle mani, che accompagnavano le sue canzoni, erano anche le sue danze e credo nel tempo di essermi trasformata io stessa nella gamba immobile di mia madre, tramutandola in un movimento dinamico”.

Fin dalla sua infanzia Maria mostra una grande passione per la danza. All'età di 13 anni, Maria inizia a prendere lezioni di danza classica con la ballerina russa Ekatherina de Galantha. A 15 anni legge My Life, l'autobiografia di Isadora Duncan, che la spinge a cercare una forma di comunicazione non verbale attraverso il corpo, sviluppando gradualmente una propria forma di danzaterapia (disciplina creata in Germania negli anni '20 e ricreata negli Stati Uniti negli anni '40).

Nel 1941, all'età di 19 anni, Maria sposa Juan Aschero. L'8 giugno 1945 nasce il suo unico figlio, Sergio, musicista apprezzato per il suo metodo di insegnamento ai bambini.

È il 1942 quando Maria, guardando una foglia che cade da un albero, decide di imitarla per trovare un nuovo modo di danzare simile a quel percorso sinuoso. "Non è di suoni che ho bisogno, ma di vento", le confida la foglia. Da quel momento non ha più smesso di seguire i ritmi interni alla natura.

Nel 1953, all'età di 31 anni, riceve una borsa di studio per frequentare i corsi della scuola della ballerina Martha Graham a New York. Lascia il figlio di 7 anni a Buenos Aires e si trasferisce per un anno negli Stati Uniti.

Con queste parole ricorda il suo incontro con Martha Graham:

Un giorno, uscendo da una classe, ero finalmente sola con la gigantesca e inaccessibile Martha Graham. Era nell'ascensore. Così, nel mio pessimo inglese stentato, la pregai di vedere i miei balli. Ha accettato. Guardando l'orologio, ha detto che mi avrebbe concesso mezz'ora il giorno dopo. Era una notte infernale, ripetevo nella mia mente ognuno dei miei balli e mi sembravano tutti molto poveri. Finalmente è arrivato il momento. Mi stava aspettando e io, con i miei dischi rotti, ho iniziato a ballare davanti a Martha. Non mi importava, quello era il mio obiettivo. […] Poi, con la sua voce gutturale, mi ha detto quasi cantando: ‘Sei un' artista, non cercare maestri, a parte te. Non aver paura di fare danze teatrali, sei un'attrice. Vai dentro, finché puoi. Torna in Argentina e non aspettarti nulla dagli insegnanti. La tua amante è la vita’.

Al suo ritorno a Buenos Aires, le difficoltà della ragazza sordomuta di un suo amico la spingono a sviluppare la danzaterapia per bambini, adulti e persone con disabilità. Da allora Maria non si è più fermata.

Per Maria il silenzio ha una voce, un ritmo, una musica.

Incomincio a penetrare, a scavare nel mondo del silenzio, visto che per la prima volta sorgevano in me forme senza suono che mi facevano impressione, perché non si appoggiavano alla musica.”

Nel 1954 e nel 1960 si esibisce al Teatro Colón di Buenos Aires come ballerina solista ed effettua tournée artistiche in Brasile, Stati Uniti, Messico, Perù, Mosca e Varsavia.

Dal 1960 al 1965 è direttrice del Seminario di Danzaterapia presso l'Università di Buenos Aires (UBA). Nello stesso periodo è membro della giuria del National Arts Fund di Buenos Aires. Dal 1965 al 1990 si esibisce in spettacoli permanenti presso il teatro San Martîn e seminari educativi di danzaterapia nelle province dell'Argentina.

Nel 1961 partecipa al cortometraggio Gillespiana, come ballerina e nel 1965 alla produzione e coreografia del cortometraggio Génesis del Chaco.

Nel 1967, su invito dell'Istituto di Cultura Ispanica di Madrid, fa una tournée artistica, inclusi recital in Spagna. Lo stesso anno, 1967, visita Israele, invitata dall'Institute of Cultural Exchanges Israel Hispano-America and Portugal, e svolge missioni in città come Tel Aviv, Gerusalemme, Far, Haifa e in vari Kibbutz, dando spettacoli e conferenze su l'importanza della danzaterapia nell'educazione. Nel 1967 si reca anche a Lisbona, dove svolge attività legate alla danza e alla danzaterapia.

Nel 1968, María Fux presenta al Congresso di Musicoterapia, tenutosi a Buenos Aires, un'opera dal titolo La danzaterapia, un metodo di comunicazione per il sordo. Nell'aprile 1970 parla alla prima Conferenza latinoamericana dei sordomuti, dove lavora sull'importanza della danza come mezzo di educazione ed espressione per i bambini sordi.

Dal 1974 si reca in Spagna e in Italia dove, nelle città di Madrid, Saragozza, Milano, Firenze e Trieste fonda centri “María Fux” dove si insegna e si pratica il suo metodo.

Nel 1980 è invitata dal British Council all'Università di Cambridge. Parallelamente svolge attività e sperimentazioni dirette presso la Tavistock Clinic, con un gruppo di medici dell'Associazione Arooth, sui malati di mente e sui tossicodipendenti. Nel 1984, invitata da The Very Special Art, Maria Fux presenta il suo metodo di danzaterapia al John F. Kennedy Center for the Performing Arts di Washington DC.

Nel 1985 si reca a Cuba, invitata dal Ministero della Cultura di quel paese. Ha lavorato con lo Psicoballet de Cuba, tiene corsi di danzaterapia e si esibisce.

Tra il 1985 e il 2000 ha organizzato corsi di formazione presso il Regio Patronato delle Persone con Disabilità (dipendente dalla Regina Sofia di Spagna) e ha tenuto spettacoli in teatro e alla televisione spagnola.

Nel 1996 è invitata dall'Università della Sorbona per un seminario rivolto a studenti e docenti di musicoterapia.

Nelle interviste parla con sincerità e semplicità della sua attività:

Il nome danzaterapia non mi attira troppo, perché implica guarigione e chiarisco sempre che non sono né un medico né un dottore psicologo, che mi occupo di fare arte e di trasmettere agli altri la mia esperienza. Per questo preferisco chiamarla “danza creativa” e in questo modo cerco l'integrazione nella vita”.

Tra gli anni Ottanta e Novanta viene spesso in Italia a Roma, Assisi, Firenze, Milano per seguire centinaia di allievi e allieve che vogliono sperimentare un nuovo modo di fare danza o, semplicemente, vogliono conoscere la danzatrice del silenzio.

Nel marzo del 2010 Maria Fux ha detto addio alle scene come solista, ripresentando il suo spettacolo personale Diàlogo con imagenes sempre presso il “Centro Cultural de la Cooperacion” di Buenos Aires.

È continuamente invitata presso enti, istituzioni, congressi e seminari per dare testimonianza della sua esperienza di integrazione attraverso la danzaterapia.

Nel novembre del 2014 è invitata a parlare del suo lavoro al TEDx davanti ad un pubblico di diecimila persone.

Nel 2015 è uscito il film a lei dedicato Dancing with Maria, girato nello studio argentino della danzatrice. Il film racconta la sua vita presente, facendoci conoscere lo studio di Maria Fux a Buenos Aires, le sue allieve attuali, un luogo depositario di un metodo insegnato in tutto il mondo, ma anche il punto d'incontro di tanti destini.

Ragazzi down, persone con problemi psichici, con impedimenti fisici o, semplicemente, curiosi, professionisti e appassionati di danza che cercano di cogliere nelle parole della maestra qualcosa da tenere con sé come un amuleto nel caos degli eventi: lo studio accoglie tutti. Senza giudicare, senza classificare. E per questo, assicura una delle sue allieve, qui si torna sempre.

Maria Fux ha scritto e pubblicato diversi libri nei quali racconta la sua esperienza di vita con la danzaterapia.

Voce pubblicata nel: 2021

Ultimo aggiornamento: 2023