"Per andare alla scuola di Hammam Lif il treno percorreva un tragitto di circa un’ora lungo la fascia costiera fiancheggiata da bassi filari di viti. […] Lungo la spiaggia prevalevano le palme, all’interno gli eucalipti chinavano le fronde mosse dal vento." 1

Rosa appartiene alla nobile casata Canonici, originaria di Ferrara fin dal 1190, poi trasferitasi a Modena e infine a Napoli nel 1616 e quindi a Monteforte Irpino, dove si stabilisce nel 1715, mantenendo alcuni rami familiari tra Napoli e Castellammare di Stabia 2.

Vive fino all'età di ventidue anni a Roma, mantenendo stretti contatti con le origini montefortesi dove si erge Palazzo Canonici, meta estiva di tutta la famiglia. Qui, infatti risiedevano le sorelle del padre Don Gennaro, Donna Matilde Canonici e Donna Clelia Canonici in Pirro. Studia a Roma, presso la prima scuola di metodo istituita da Maria Montessori e diventa la sua allieva prediletta. Consegue il diploma con il massimo dei voti e diventa sua collaboratrice e della sua assistente, Maria Federici.

Spinta da un forte desiderio di emancipazione, da una grande curiosità intellettuale e accompagnata da una affettuosa famiglia, ottiene l'ambito incarico dell’insegnamento nelle scuole degli italiani all'estero e precisamente a Tunisi e Hammam-Lif. Lo scopo era quello di tutelare il patrimonio linguistico e culturale degli italiani in Tunisia. La permanenza a Tunisi di queste giovani maestre italiane contribuiva a fermentare quei rapporti di scambio culturale e religioso che servivano ad allargare il concetto di tolleranza e di accettazione dell’altro. Il loro interesse verso la diffusione della lingua e della cultura italiana e, allo stesso tempo, verso l’assorbimento della lingua e della cultura araba, rafforzava la visione pacifista dei due popoli. Questi, infatti, si vedevano uniti e si sentivano quanto più vicini gli uni agli altri durante l’apprendimento di importanti fonti di energia intellettiva. I bambini arabi e quelli italiani di quei lontani anni Trenta giocavano insieme e non si ponevano tanti problemi di tolleranza. Tocca a noi, oggi, diluire questi contrasti, e il mezzo migliore è proprio l’avvicinamento linguistico, il quale imprescindibilmente è legato a quello culturale e religioso. Queste ragazze italiane, che esportavano insieme alla loro lingua anche i tratti salienti degli atteggiamenti italiani, nonché il loro entusiasmo giovanile, erano talmente all’avanguardia, da spingersi in quei particolari anni in paesi stranieri. Conserviamo ancora nella nostra casa oggetti della cultura araba, ci sono sempre stati familiari, e non li abbiamo mai “catalogati” come provenienti da “altro” mondo.

Rosa Canonici, tornata in Italia a causa della guerra, in occasione dei numerosi viaggi a Monteforte, conosce colui che diventerà il suo amato sposo: il generale dell’esercito Antonio D’Acierno, già mutilato di guerra e medaglia d’argento sul campo, allora giovane tenente, con il quale condividerà sessantasette anni della propria vita.

Ad Avellino in quegli anni, gli “asili infantili” non esistevano e pertanto Rosa Canonici inizia una collaborazione a distanza con Maria Montessori, recandosi, comunque mensilmente, a Roma per svolgere periodi di tirocinio. Nel frattempo la sua giovane famiglia cresce e il frutto delle conoscenze e dell’esperienza montessoriana viene sperimentato direttamente nell’ambito familiare con i suoi tre figli (Mariarosaria, Annamaria e Angelo) e in modo apprezzabile con tutti i bambini del palazzo ai quali offriva con lo stesso affetto che dedicava ai propri figli tutto il proprio patrimonio culturale ed umano.

La collaborazione con Federici porta notevoli risultati e, infatti Rosa Canonici acquisisce il titolo di direttrice delle colonie estive che puntualmente la vedono a Palese, a Massa Carrara, ecc. dove applica le maggiori esperienze montessoriane relative al mondo infantile attraverso la pratica dell'acquerello, della cartapesta, della creta e della manipolazione in senso generale che, si concretizza nella produzione di cestini di giunco e di personaggi per il presepio. Cultrice della lingua e della cultura francese e araba diffonde sempre con naturalezza e discrezione concetti relativi alla integrazione tra i popoli e le religioni, tenendo conto di quella libertà di pensiero e di sviluppo che è alla base dei principi montessoriani.

Le sue memorie e romanzi sono letti e commentati in varie scuole, come cronaca personale degli avvenimenti dell’ultima guerra mondiale, principi che con naturalezza ha portato anche nell’educazione dei suoi tre figli.

A Milano presso la FIDAPA (Federazione donne arti, professioni e affari) si è tenuto un convegno in onore di Rosa Canonici (2003), con un filo diretto che telematicamente si collegava all’autrice. Le convenute hanno così potuto congratularsi direttamente con Lei, e molte donne hanno espresso la loro piena riconoscenza per una donna, testimone del proprio tempo, che ha lasciato un’eredità di ricordi e di impegno sociale considerevoli.

Notevole è, inoltre, l’intervista video-registrata, tenuta dal prof. dell’Università L’Orientale di Napoli, Bruno Filippone (2005), sulla esperienza e le riflessioni storiche relative agli anni tragici della seconda guerra mondiale. Questa intervista, documento prezioso di testimonianze realmente vissute e commentate con ardore, sembra quasi una intervista “a caldo” poiché trasmette sentimenti e sensazioni vivissime, come se fossero attuali, sensazioni, che pur non alterando il tessuto storico esprimono riflessioni personali e stati d’animo spontanei e lucidi. Ecco alcuni frammenti:

Filippone: "Cosa pensa Lei sig.ra Canonici del valore della parola Patria?" Canonici: "Per me che sono vissuta in una epoca molto particolare la Patria aveva un significato profondo ed ero molto orgogliosa di portare all'estero i valori, la cultura e la lingua dell'Italia. Questo valore di patria così profondo si è rafforzato per aver trascorso tutta la mia vita accanto a mio marito un generale dell'esercito che da giovane ha sacrificato la propria mano per difendere i valori di libertà legati all'amor di patria."

Recentemente Il Centro di Cultura Italiana di Tunisi le ha intitolato una sala del centro, nonché un'aula della scuola materna ed elementare di Tunisi. Prossimamente il Centro, che pubblica una rivista mensile, dedicherà un numero speciale alla sua attività montessoriana e il numero sarà arricchito da foto d’epoca e da riflessioni sulla condizione e il contributo degli italiani in Tunisia.

Note


1 Da Testimonianza Diretta: Tunisi ottobre 1938 – Roma giugno 1944, Napoli, Edizioni Libero 1996.
2 La famiglia, il cui stemma rappresenta un leone rampante in colore oro, fa parte della nobiltà borbonica, come si evince dal testo di Rosa Canonici Testimonianza diretta, di cui alcune copie si trovano presso la biblioteca di Monteforte Irpino, presso la libreria delle donne di Milano (alla quale è stata donata nel 2003), e presso la libreria delle donne “Luna” di Napoli. La famiglia Canonici vanta discendenti illustri che si distinguono nel mondo della fisica, della chimica, della giurisprudenza e della chiesa.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Rosa Canonici D'Acierno

Testimonianza Diretta: Tunisi ottobre 1938 – Roma giugno 1944, Napoli, Edizioni Libero 1996

Shalom, Napoli, Edizioni Libero 1997

Voce pubblicata nel: 2012

Ultimo aggiornamento: 2021