Teresa, la camiciaia della Bovisa, è stata la prima vittima della violenza fascista. Di lei, per oltre novant’anni, non ha parlato più nessuno. Teresa Galli, di Alessandro e Bezzi Luigia, nata a Milano, in via Bovisa 174, il 24 ottobre 1899: dimenticata sino a quando il suo sacrificio è stato riscoperto, riportandone la figura al posto che le spetta nella memoria collettiva.

Nel 1919 lavora come operaia cucitrice in bianco nella ditta Gioia di via Lepontina e abita in Riparto Bovisa 83. Poco meno che ventenne di lei non si hanno altre notizie fino al tragico giorno della sua morte, se non che nei rapporti di polizia dove viene indicata come socialista, a riprova che si era messa in luce per il suo impegno, tanto più che la sua categoria era tra le più combattive della realtà operaia del tempo.

Il 15 aprile 1919 a Milano, Socialisti e Camera del Lavoro proclamano uno sciopero generale con comizio all'Arena in protesta contro la repressione poliziesca avvenuta due giorni prima. Alle ore 16 circa, come scrive Salvemini, “dopo che il comizio socialista si era sciolto, una parte della folla che ostentava bandiere rosse e nere e ritratti di Lenin e dell'anarchico Malatesta, si mise in marcia verso il centro della città…”.

Tra via Mercanti e via Dante l’agguato. Trecento, forse quattrocento tra nazionalisti, ex arditi, ufficiali studenti del Politecnico, aderenti alle associazioni tricolori, guidati dal federale Ferruccio Vecchi e futuristi guidati da Filippo Tommaso Marinetti, provenienti dalla redazione de «Il Popolo d'Italia» di via Paolo da Cannobio. Armati di mazze ferrate, pugnali, pistole, bombe a mano, confluiscono verso il centro cercando ed ottenendo lo scontro coi manifestanti, mentre carabinieri e militari lasciano fare.

Tra loro anche aderenti ai “Fasci di Combattimento”, fondati alcuni giorni prima, il 26 marzo, sempre a Milano in piazza San Sepolcro. E di fatto la prima manifestazione dello squadrismo fascista.

I fascisti sparano, Teresa è colpita alla nuca, riceve i primi soccorsi presso la Guardia Medica di piazza Duomo, ma arriva senza vita all’Ospedale Maggiore. È la prima vittima di una lunga sequenza, una donna, una operaia.

Nella stessa giornata vengono uccisi altri due giovani e vi sono numerosi feriti e arresti. I fascisti, non contenti, si dirigono alla sede de «L’Avanti» in via San Damiano devastando e incendiando. Lì rimarrà ucciso un soldato.

Il 22 aprile si svolgono in forma civile i funerali di Teresa Galli, accompagnata dalle bandiere dei socialisti della Bovisa. Verrà tumulata nel Cimitero Maggiore di Musocco e da alcuni anni sulla sua tomba non mancano mai dei fiori.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Teresa Galli

Marco Rossi, “Morire non si può in aprile” L’assassinio di Teresa Galli e l’assalto fascista all’Avanti! Milano 15 aprile 1919, Edizioni Zeroincondotta

Voce pubblicata nel: 2023

Ultimo aggiornamento: 2023