Lee Krasner nasce il 27 ottobre del 1908 a Brooklyn, New York, da genitori ebrei ortodossi, emigrati dall’Est Europa. La massiva emigrazione di inizio Novecento degli ebrei dall’Europa verso gli USA è causata da un crescente antisemitismo, da una tassazione oppressiva e dall’obbligo di leva. Molti ebrei, quindi, si spostano in America con la speranza di trovare un clima adatto a usufruire di riforme politiche e giustizia sociale. Lee si forma presso una scuola ebraica femminile che lascia evidentemente un segno indelebile sulla sua tecnica pittorica: nel dipingere un quadro Lee parte sempre dal punto più alto e a destra della tela, per poi spostarsi nel resto dello spazio. Segue, dunque, la stessa direzione della scrittura ebraica che procede da destra verso sinistra.

Da ragazza Lee è una fedele osservante, ma vi sono degli aspetti della propria religione che non tollera: la divisione dei sessi in sinagoga e la radicata disuguaglianza di genere all’interno del giudaismo ortodosso. La sua famiglia è povera, ma Lee continua comunque i suoi studi presso la scuola superiore Washington Irving a Manhattan, dove viene introdotta all’arte applicata e industriale. In quegli stessi anni, nascono a New York movimenti sociali e filosofici radicali, ispirati all’anarchia al socialismo, al comunismo; diversi movimenti femminili protestano e scioperano, inoltre, per il diritto di voto. L’avversione di Lee verso la disuguaglianza di genere, unita alle letture nelle quali si immerge - Nietzsche e Schopenhauer –, erodono la sua fede, tanto che abbandona la pratica religiosa. All’ultimo anno di liceo, capisce di voler essere un’artista. Si iscrive quindi alla Cooper Union, un’accademia d’arte femminile.

Oltre all’arte, Lee si impegna anche nell’attivismo politico della comunità dove cresce, prendendo parte a proteste contro i licenziamenti della Work Progress Administration (WPA), la più grande azienda del New Deal impegnata nella costruzione di opere pubbliche. È in una di queste proteste che, il 2 dicembre del 1936, arrestata e portata in prigione, conosce Mercedes Carles Matter, una pittrice e scrittrice americana. Nonostante provengano da retroterra differenti, instaurano una forte amicizia, fortificata dal fatto che entrambe entrano a far parte della Hofmann School of Fine Arts di New York nel 1937. L’impatto di questa scuola si nota nei disegni a carboncino di Krasner e nelle composizioni di nature morte di quel periodo. Nel 1939, coinvolta da Mercedes, Lee partecipa all’American Abstract Artists (AAA), un gruppo di artisti che ha lo scopo di promuovere e favorire la comprensione pubblica dell’arte astratta. Krasner collabora con gli AAA dal ’39 al ’43, realizzando composizioni ​​esuberanti per la geometria delle forme, la vividezza dei colori e le linee eleganti. Mentre fa ancora parte del gruppo, incontra Piet Mondrian, verso il quale nutre una grande ammirazione, interessata alla traduzione in termini geometrici della figurazione. Nel gennaio del 1942, Krasner si esibisce con una composizione astratta alla galleria McMillen: è un momento di svolta per la sua carriera artistica perché insieme a lei si esibiscono Matisse e Picasso, ma anche Stuart Davis e Jackson Pollock. Questo è il suo primo incontro con Pollock e più tardi, in quello stesso anno, cominciano a convivere. Si sposano il 2 ottobre del 1945 dopo che Lee, dopo la morte del padre, accetta l’idea del matrimonio.

Non è facile essere un’artista donna in questi decenni: il suo lavoro non viene mai valorizzato dai colleghi maschi che nutrono invece una grande stima per l’artista Jackson Pollock, suo marito. In seguito, Lee Krasner viene associata allo stile di pittura chiamato Espressionismo astratto, come Elaine de Kooning, Joan Mitchell e Helen Frankenthaler. Oltre al tradizionalismo dei musei e alla riluttanza dei collezionisti ad acquistare arte americana astratta perché non “artistica”, queste pittrici patiscono il fatto di avere come partner un artista affermato - un’arma a doppio taglio perché apre alcune porte, ma ne chiude molte altre.

Inoltre, Frankenthaler e Krasner, essendo ebree, combattono oltre con la delegittimazione derivante dall’essere donne, anche contro i divieti e gli stereotipi razziali. Complessivamente possiamo dire che pur dimostrandosi molto avanti sulla ricerca astratta, per certi casi persino in anticipo sui loro compagni, queste artiste restano sullo sfondo sul piano del riconoscimento della loro ricerca. Nonostante la dichiarata rottura con la pratica religiosa, sia come persona sia come artista, Lee viene influenzata dalla cultura ebraica per tutta la vita. Inoltre, la povertà vissuta nell’infanzia la porta ad avere una mentalità anti-spreco (ricicla le tele costose utilizzate oppure scartate da Pollock) e a vivere con semplicità. Alla sua morte, avvenuta il 19 giugno del 1984, Lee devolve tutto il patrimonio alla Fondazione Pollock-Krasner per poter aiutare gli artisti bisognosi, rispettando quello che è uno dei valori cardine della religione ebraica: Tsedakah o rettitudine, la giustizia verso gli altri, il mutuo-aiuto, la responsabilità verso la propria comunità; nel caso di Lee Krasner, non religiosa, ma artistica.

Dopo la morte, le opere di Lee appaiono in tutte le più importanti collezioni pubbliche americane (come il Museum of Modern Art e il Metropolitan Museum of Art di New York), facendole ottenere il meritato riconoscimento di “grande artista”.

*Voce a cura di Matilde Piccoli – nata a Verona, Italia, nel 1998. Attualmente studia Psicologia Clinica presso l’Università di Trento. Ama la lettura, la musica e la fotografia. Partecipa al gruppo SCRIBUNT: (Gruppo di) Scrittura di Biografie – Università di Trento (referenti Maria Barbone; Susanna Pedrotti; Lucia Rodler).

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Lee Krasner

Gibson, A. (2007). Lee Krasner and Women’s Innovations in American Abstract Painting. Woman’s Art Journal, 28(2), 11–19.

Levin, G. (2007). Beyond the Pale: Lee Krasner and Jewish Culture. Woman’s Art Journal, 28(2), 28–34.

Marter, J. (2007). Negotiating Abstraction: Lee Krasner, Mercedes Carles Matter and the Hofmann Years. Woman’s Art Journal, 28(2), 35–39.

Levin, G. (2011). Lee Krasner. A biography. HarperCollins.




Voce pubblicata nel: 2024

Ultimo aggiornamento: 2024