Figlia di Giovanni Unterveger e Domenica Maggioli, Caterina Valentina Unterveger nacque il 23 agosto 1830 a Trento. Nei documenti il cognome si trova in più varianti; in tre lettere datate 1875-76 Caterina si firmò "Unterveger" e preferì il diminutivo "Cattina" o "Catina", attestato dalle stampigliature delle montature delle sue fotografie (Malatesta, Paoli 2007).

Nel 1823 il padre Giovanni, che aveva combattuto nelle guerre napoleoniche e sapeva leggere e scrivere, era stato assunto come custode delle carceri politiche del Magistrato di Trento per una paga assai modesta, come modeste erano le entrate della moglie, che lavorava come levatrice. La famiglia, composta da nove tra figli e figlie, abitava presso le carceri cittadine.

Nel Trentino del primo Ottocento, attraversato da una grave crisi economica e sociale, la famiglia di Caterina conobbe profondi disagi aggravati dall’etilismo di Giovanni.

Quando Caterina aveva quindici anni, il padre perse l'incarico e il diritto alla pensione e per la famiglia seguirono anni difficili. La madre presentò una lunga serie di richieste formali al Ministero dell’Interno di Vienna per ottenere aiuti economici per la famiglia. Proprio l'assenza del nome di Caterina dall'appello che Domenica Maggioli indirizzò alla Congregazione di Carità nel gennaio del 1854, quando Caterina aveva 23 anni, suggerisce che la giovane non vivesse più nella casa dei genitori.

Definita di carattere “bizzarro” e di spirito inquieto, Caterina era probabilmente solo una ragazza volitiva, desiderosa di emanciparsi dalla miseria e dalla famiglia. Non si sposò mai, ma lavorò sempre, decisa a conquistare un'indipendenza economica e personale.

Poco più che adolescente ottenne la qualifica di cucitrice (e più tardi divenne maestra di ricamo) recandosi in apprendistato presso le suore Figlie della Carità. Pare che abbia anche lavorato alla confezione dei costumi per il teatro itinerante di marionette del fratello Giorgio, di sette anni maggiore, la cui compagnia "Unterveger" era segnalata dal giornale Il Popolo come presente ad Avio il 3 dicembre 1900.

In seguito Caterina collaborò alla gestione del laboratorio di vernici pregiate aperto a Trento da un altro fratello, Giovanni Battista, che fu anche un pioniere della fotografia trentina.

Fu proprio al seguito di questi che la giovane si recò a Brescia, città ancora soggetta al dominio asburgico. Qui Caterina si fermò diversi anni, trovando inizialmente impiego come cameriera presso i conti Terzi Lana. Il primo lavoro attestato di Caterina come fotografa è proprio il ritratto della contessa Marianna Terzi-Lana, nata Bona di Brescia, datato 25 giugno 1874.

Nel 1875, all’età di 45 anni, Caterina decise di partire, da sola, col primo flusso migratorio trentino verso il Brasile. Il soggiorno di alcune settimane a Rio de Janeiro le diede occasione di descrivere in tre lunghe lettere, in ossequio a una promessa fatta al giornale La Voce Cattolica, le condizioni non sempre dignitose degli emigrati e delle emigrate dal Trentino.

Dopo una sosta in Argentina, Caterina tornò nel 1876 in Italia e aprì a Brescia, nella zona abitata dai canonici della Cattedrale, a pochi passi dal Duomo vecchio, una cartoleria che faceva anche fotografie su commissione: sul verso di un cartone che ritrae il vescovo di Brescia compare il marchio fotografico della "Cartoleria Cattina Unterweger".

Il prodotto di maggior successo della cartoleria fu però un elisir a base di erbe che Caterina aveva appreso a distillare dalle monache in Brasile e che aveva avuto grande successo all'Esposizione di Napoli del 1877. Caterina lo pubblicizzò come "Elisir Unterweger", tonico in grado di alleviare i disturbi di stomaco e intestino. La specialità ebbe larga fortuna anche a Trento grazie alla Farmacia Santoni, concessionaria dell'elisir per i territori dell'impero austro-ungarico. Il preparato fu oggetto di diverse vicende giudiziarie legate al suo contenuto e alla sua commercializzazione come prodotto dietetico, ed era ancora in commercio alla fine degli anni Settanta del secolo scorso.

Caterina divenne fotografa in età matura, seguendo le orme del fratello Giovanni Battista, da cui apprese a confezionare le lastre alla gelatina-bromuro, e impiantò questa attività nel suo laboratorio bresciano.

Nella fotografia seppe trasferire l’occhio della ricamatrice attenta al dettaglio e alla composizione; con lo spirito imprenditoriale che aveva caratterizzato tutta la sua vita, fu un'artista-artigiana autosufficiente, familiare con i procedimenti e i materiali per produrre immagini fotografiche.

Durante la sua carriera da fotografa, Caterina fece pochi ritratti in studio, preferendo invece le vedute, divenute di moda come souvenir di viaggio. Tra il nono e l'ultimo decennio dell'Ottocento, immortalò monumenti, palazzi, chiese e piazze di Trento, scorci del fiume Adige, alcuni panorami del territorio oltre i confini della città.

Nell'Archivio Fotografico Storico della Soprintendenza per i Beni Storico-artistici della Provincia Autonoma di Trento vi sono 31 diversi positivi fotografici attribuibili a Caterina. Le fotografie sono stampate su carta lucida e sottile e montate su cartoni che riportano la rivendicazione di proprietà. Le notizie biografiche e i dati storici sulla diffusione della tecnica fanno pensare che Caterina usasse lastre alla gelatina-sali d'argento, mentre la stampa mostra i tratti tipici del metodo all'albumina: carta ingiallita e conservazione mediocre.

Caterina morì a sessantasette anni, il 29 luglio 1898, all'Ospedale Santa Chiara di Trento. In suo onore era intitolato il Progetto Catina, il Catalogo del Fondo iconografico locale della Biblioteca Comunale di Trento, confluito nella Biblioteca Digitale Trentina.

>Si deve a un'altra donna, Katia Malatesta, dell'Archivio fotografico storico della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, l'aver fatto riscoprire Caterina Unterveger anche alla comunità locale.

 

* voce a cura di Maria Barbone

Nata a L'Aquila nel 1964, da sempre interessata a valorizzare il contributo femminile alla storia dell'Umanità, è stata parte attiva e tuttora collabora con associazioni e gruppi di studio o ricerca impegnati a dare rilievo al pensiero e alle opere delle donne.

Responsabile della BUD - Biblioteca Universitaria Digitale presso l’Università degli Studi di Trento, ha fondato con Lucia Rodler il gruppo SCRIBUNT: (Gruppo di) Scrittura di Biografie - Università di Trento (referenti Maria Barbone; Susanna Pedrotti; Lucia Rodler).

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Caterina Unterveger*

Foschi, G. (2008). Le prime donne fotografe e Caterina Unterveger, Il Trentino, 43(282).  URL consultato il 6 febbraio 2022.

Malatesta, K., Paoli, R. (cur). (2007). Caterina Unterveger (1830-1898). Una donna nella storia della fotografia trentina. Provincia Autonoma di Trento. Soprintendenza per i Beni Storici-artistici.

Fonti iconografiche: Caterina Unterveger, Lavandaie a Torre Verde, Trento, 1885 ca. - 1898, stampa su carta all’albumina [@AFS, Soprintendenza per i beni culturali, Provincia autonoma di Trento]

Voce pubblicata nel: 2023

Ultimo aggiornamento: 2023