Originaria di Sarnano (MC), Fabiola Caporalini ha studiato Giurisprudenza all’Università di Macerata.

Sin da bambina aveva una passione per il giornalismo, lo praticò dopo la laurea, nel 1997, collaborando, quale professionista, con «Multiradio» di Tolentino, Il «Corriere di Macerata», «Video Tolentino» e con la redazione di Macerata de «Il Resto del Carlino» come corrispondente da Tolentino. Quella esperienza ventennale le ha lasciato il piacere per la comunicazione, la conoscenza, l’apertura mentale e la curiosità verso gli altri.
Dopo altre esperienze lavorative si è dedicata all’azienda di autotrasporti SASP (quasi di famiglia).

La passione per l’Africa nacque in lei da piccola, quando nei primi anni Ottanta giunse a Sarnano la prima famiglia di immigrati provenienti dal continente africano con tanti bambini piccoli. Il parroco li ospitò. Sua nonna, un’anima pia molto lungimirante, organizzò con le amiche e loro figlie una visita a quella famiglia per far giocare i bambini e per portare degli aiuti umanitari. Quella famiglia era completamente differente dalla sua per usi, costumi, tradizioni e lingua.

Saperne e vederne di più rimase un desiderio sospeso fino al 2010, quando l’associazione “Amiciper” di Tolentino (fondata nel 2008) organizzava viaggi di cooperazione internazionale in Africa. La conobbe, come giornalista, mentre era a «Video Tolentino» intervistando Massimiliano Cervigni, il fondatore e presidente dell’epoca.

Nel 2010 partì con loro per il Burkina Faso, venendo “contagiata” dal classico mal d’Africa, che ancora oggi cura ritornando: è ripartita a settembre 2023.

Mediamente fa due viaggi l’anno a febbraio e settembre: periodi asciutti, lontani dalla stagione delle piogge.

L’associazione raccoglie fondi per i progetti, ogni volontario paga il suo viaggio (volo, vitto e alloggio). Si lavora per curare i malati nella missione dei padri e delle suore dell’ordine di San Camillo De Lellis.

Tramite un centro specializzato, Amiciper paga le rette scolastiche dei bambini, e porta avanti un grande progetto per sostenere i malati mentali, raccogliendoli dalla strada. Cercano di avviare start-up lavorative finanziando i corsi di formazione per loro. Forniscono protesi e ausili ad altrimenti abili e amputati da incidente o per problemi sanitari.

Hanno realizzato tredici pozzi d’acqua potabile nei villaggi più periferici. In Italia si sa poco sull’importanza dell’acqua pulita, che in Africa fa veramente la differenza.

Aiutano alcune famiglie bisognose e numerose, cercando di supportare processi di autonomia, per esempio attraverso l'avviamenti di allevamenti di capre e polli. Incentivano i progetti di attività commerciali, soprattutto delle donne che vendono i prodotti agricoli che coltivano, le uova degli animali d cortile che allevano.

Il sostegno più importante per le famiglie è l'aiuto per il pagamento delle rette scolastiche. Chi ha 4-5 figli/figlie nonriesce a sostenere i costi per la loro istruzione e senza aiuto sarebbero costretti a ritirarli dalla scuola. Inoltre, in Burkina tutte le prestazioni sanitarie sono a pagamento, occorre sostenere i costi di famiglie che hanno malati.

Fabiola, attuale presidente di Amiciper, evidenzia che il suo sodalizio svolge attività umanitarie anche in Italia.

Tramite un sacerdote ortodosso di Tolentino, di origine ucraina, inviano farmaci, alimenti a lunga conservazione e prodotti per l’igiene ai colpiti dalla guerra. Hanno fornito a quel pope un locale per lo stoccaggio dei materiali da raccogliere.

In Italia organizza il campo estivo di tre settimane “Different camp” per bambini dai 5 ai 12 anni, con operatori specializzati nelle disabilità. Tramite tale attività sensibilizzano verso i valori sociali della solidarietà, della prossimità e dell’inclusione.

Durante l’anno scolastico i volontari si recano in alcune scuole a Tolentino e nel maceratese per sensibilizzare sulle tematiche del rispetto per la biodiversità, del valore dell'ambiente e della cura del pianeta Terra, a cominciare da quella risorsa preziosa costituita dall'’acqua.

“Se l’Africa non riciclerà la plastica, essa soffocherà il continente” afferma Fabiola e continua spiegando che la raccolta differenziata di qualsiasi materiale non è ancora entrata nella logica e nella mentalità dei burkinabè.

Fabiola svolge, inoltre, piccole attività di volontariato facendo compagnia e attività per disabili mentali, fisici e psichiatrici.

Fabiola, infatti, è nata come volontaria dell’ambito della disabilità: a 17 anni si recava all’ANFFAS di Macerata per coadiuvare attività ricreative con gli ospiti del centro diurno. Vent’anni fa, per una decade, si è occupata dell’associazione “Futura Sport” di Macerata, che organizza attività sportive per ragazzi con disabilità fisiche e mentali.

Di aspetto dolce, dalla voce e dai modi graziosi (che mi ricordano un po’ quelli di Sveva Sagramola), Fabiola limita l’acquisto di vestiti e scarpe nuovi, utilizzando quelli usati di amiche. Non usa gioielli, affidandosi alla bellezza naturale: per una questione di giustizia sociale … dopo aver visto tanta povertà e disagi.

Un altro frutto del suo profondo rapporto con l'Africa è una diversa gestione del tempo: non ha fretta, non vuole sostenere i frenetici ritmi occidentali, prendendosi il tempo che serve da dedicare alle persone.



Voce pubblicata nel: 2024

Ultimo aggiornamento: 2024