"Avrei voluto far molto bene all’umanità, ma gli scarsi mezzi non permettono di dare esistenza agli ideali che sorridevano a mio marito ed a me."

Felicita Bevilacqua nasce a Verona nel 1822 dai conti Alessandro Bevilacqua e Carolina Santi che vivono nel castello Bevilacqua, insieme agli altri figli Girolamo (il maggiore), Guglielmo, e Giulia (sulla quale non si hanno informazioni).

La formazione di Felicita avviene in un collegio femminile a Montagnana, dove conosce la sua migliore amica, Elena Minio: sarà un legame duraturo, come testimonia la mole di corrispondenza tra le due (Sodini, 2010). A 13 anni Felicita rimane orfana del padre e torna a vivere con la famiglia nel palazzo di Brescia. È la madre Carolina d’ora in poi a guidare la famiglia che, mossa da una posizione anti austriaca, stringe legami con il regime sabaudo. Nel 1845, all’età di 23 anni, Felicita incontra a Firenze il generale garibaldino Giuseppe la Masa, originario di Termini Imerese, che stima per le sue scelte, vicine agli ideali in cui è cresciuta. Due anni dopo, nel 1847, La Masa anima la rivolta a Palermo contro gli attuali regnanti, i Borboni di Spagna. Negli anni successivi partecipa alla Prima Guerra di Indipendenza Italiana, combattendo a Roma e in Veneto.

Carolina Santi, madre di Felicita, nel 1848 finanzia la rivolta bresciana allestendo ospedali da campo nei pressi di Mantova. Viene per questo premiata da Carlo Alberto con una medaglia d’oro. Mentre Felicita dirige, invece, l’ospedale di Brescia per soccorrere i feriti, il fratello Girolamo viene ucciso a Pastrengo dagli austriaci.

La Prima guerra d’indipendenza si conclude con un “nulla di fatto”: gli austriaci, infatti, restaurano il regime asburgico nel Lombardo-Veneto. I danni della guerra coinvolgono anche i possedimenti dei Bevilacqua, ai quali si aggiungono le imposte di risarcimento austriache. Con la morte della madre nel 1849 la situazione finanziaria e familiare diventa ancora più critica. Ciò non ferma l’ambizione del fratello Guglielmo che acquista il titolo ducale per sé e la sorella nel 1851 e l’edificio di Ca’ Pesaro a Venezia. Alla sua morte nel 1857 tutti i debiti ricadono su Felicita che si trasferisce con il compagno La Masa nelle Americhe. Qui, a distanza di 13 anni dal loro primo incontro, Giuseppe e Felicita si sposano.

Nel 1860, i due partecipano alla spedizione dei Mille che ha come esito, nel 1861, l’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno di Sardegna. Sei anni dopo, nel 1866, il Lombardo-Veneto viene ceduto dalla Francia a Vittorio Emanuele II. Felicita, in quell’anno, richiede e riceve un prestito per risollevare le questioni economiche della casata Bevilacqua. Il patrimonio familiare subisce svariati contraccolpi, ma Felicita ogni volta lo difende ardentemente, preservandolo. Poco dopo il marito Giuseppe diventa cieco e nel 1881 muore. Felicita trascorre gli ultimi anni della sua vita a Ca’ Pesaro. Muore a Venezia il 28 gennaio 1899. Destina la sua eredità all’Opera Pia Bevilacqua La Masa: oggi, a distanza di centoventi anni, la Fondazione fornisce supporto a “giovani artisti ai quali è spesso interdetto l'ingresso nelle grandi mostre”.

*voce a cura di Lorenzo Manente
Laureato in “Scienze e Tecniche di Psicologia Cognitiva” e studente di “Psicologia Clinica” presso l’Università degli studi di Trento. Svolge volontariato con la funzione di segretario nel direttivo della Pro Loco di Villa Rendena-Verdesina-Javrè. Partecipa al gruppo SCRIBUNT: gruppo di Scrittura e Biografie - Università di Trento. (referenti: Maria Barbone, Susanna Pedrotti, Lucia Rodler).


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Felicita Bevilacqua*

Redazione. Felicita Bevilacqua La Masa, la duchessa gentile con Venezia nel cuore. (22 febbraio 2021). Il Gazzettino.it. (URL consultato il 26/10/2023)

Voce pubblicata nel: 2024

Ultimo aggiornamento: 2024