“Visse dunque in Venezia Marietta Tintoretta figliuola del famoso Tintoretto, e delitie più care del genio suo, da lui allevata nel disegno, e nel colorire, onde poscia fece opere tali, che n’hebbero gli huomini a maravigliarsi del vivace suo ingegno”

Così Carlo Ridolfi, pittore e scrittore vicentino del XVII secolo, scrive di Marietta Robusti nella sua opera Le Meraviglie dell’Arte. La giovane Marietta nasce intorno al 1554 da una relazione prematrimoniale tra una donna tedesca (la cui identità è a tutt’oggi sconosciuta) e Jacopo Robusti, maestro della Scuola veneziana noto come Tintoretto.

Nata Marietta Robusti, la Tintoretta cresce a Venezia tra i pennelli e le tavolozze del padre e si guadagna il soprannome grazie al notevole talento dimostrato in più ambiti artistici, primo fra tutti quello pittorico, come scrive Raffaello Borghini: «oltre alla bellezza e alla grazia, e al saper suonare di gravicembalo, di liuto e d’altri strumenti, dipinge benissimo, e ha fatto molte belle opere». Abilissima ritrattista e rinomata tra gli aristocratici d’Europa, Marietta ottiene una certa fama che, tuttavia, non riuscirà pienamente a godere, probabilmente per il desiderio del padre di volerla sempre al suo fianco.

Fin dall’infanzia, Marietta passa molto tempo nella bottega del padre dove apprende e poi perfeziona l’arte della pittura. Come avviene per molte altre pittrici prima e dopo di lei, l’influenza dell’illustre pittore sulla figlia non si limita all’insegnamento teorico e pratico delle arti pittoriche, ma corrisponde anche a quel “potenziale” artistico che il padre riconosce in lei, e che lo spinge a portarla in bottega, per affiancarlo nel portare a termine le opere a lui commissionate. Un’istruzione di questo livello al tempo non era quindi riservata ai figli maschi, e forse il tema del “travestimento da maschio” in bottega, di cui si parla a proposito di lei, può considerarsi una strategia tanto di “comodità” che di conformità di abbigliamento. Marietta si dimostra un valido supporto per il Tintoretto, che presto si renderà conto di non poter più fare a meno della figlia.

Con il passare degli anni la giovane artista acquisisce fama e spessore, tanto da essere invitata a corte da alcuni tra i più importanti sovrani europei, tra cui Massimiliano II del Sacro Romano Impero, Ferdinando II d'Asburgo e Filippo II di Spagna, che già avevano apprezzato pittrici come Sofonisba Anguisola, forse anche perché le “donne eccellenti” rappresentavano l’espressione di un genio imprevisto, in sintonia con il tema delle virtù e del “merito delle donne”, viva materia di discussione nella Venezia del Cinquecento, fra cortigiane, letterate, e poete (cfr Veronica Franco, o Moderata Fonte).

Tuttavia, Marietta è costretta, o indotta, a rinunciare alle molteplici offerte per dedicarsi al suo matrimonio con il gioielliere tedesco Marco Augusta, sposato nel 1578, dal quale nel 1580 ha la prima figlia, Orsola Benvenuta.
Rimane tuttora poco chiaro il motivo reale per cui la Tintoretta non accettò mai di lavorare a corte: alcune fonti attribuiscono questa scelta al volere del padre, al quale poteva far comodo contare sulle sue qualità in bottega. Altre interpretazioni suggeriscono invece che nel matrimonio Marietta abbia potuto vedere il compimento di un ruolo sociale più conforme e la possibilità di risiedere a Venezia, città nella quale avrebbe potuto continuare a seguire le sue passioni, senza però allontanarsi dalla famiglia.

Durante questi anni le già scarse notizie sulla Tintoretta diventano ancora più risibili tanto che l’unico documento autografo di Marietta (12 marzo 1583) riguarda una ricevuta per 50 ducati ereditati dopo la morte del prozio Antonio Comin. Solo a seguito della sua morte improvvisa, avvenuta all’età di trent’anni intorno al 1590, si riescono ad avere maggiori informazioni sulla pittrice. Si pensa che Marietta possa essere morta per via di un parto o a causa di un tumore durante un soggiorno a Mantova.

Gli ultimi momenti di Marietta, passati col padre ancora in vita, sono stati oggetto di molte rappresentazioni artistiche successive che raffigurano Tintoretto nell’atto di ritrarre la figlia moribonda. Un topos che piacque all’800 appassionato della pittura veneziana del Rinascimento e che descriveva una tragica e intima scena di amor filiale, fra due artisti, e anche la giovane come musa o modella del padre, a partire da un altro topos che coinvolge tanta storiografia artistica. Probabilmente il Robusti non ritrasse mai veramente la figlia sul punto di morte; è ritenuto probabile, invece, che l’avesse rappresentata nella sua Presentazione di Maria al Tempio (429×480, Chiesa della Madonna dell'Orto, Venezia, 1551-1556), da bambina, retta in braccio dalla madre naturale.
Le spoglie di Marietta Robusti si trovano nella cappella di famiglia, insieme a quelle del padre e del fratello Domenico, all’interno della Chiesa della Madonna dell’Orto a Venezia. In particolare, l’edificio sacro era un luogo spesso frequentato dalla famiglia Robusti, nonché sede di molteplici opere del Tintoretto stesso e della sua bottega.

La Fortuna Critica nei secoli ha riservato alla Tintoretta la stessa sorte di numerose altre artiste. La grande maggioranza delle sue opere, infatti, sono state attribuite ad altri pittori, in particolare al padre e al fratello. Borghini, per esempio, ricorda solamente due quadri di Marietta: il Ritratto di Jacopo Strada e un Autoritratto inviato a Massimiliano II. Ridolfi aggiunge anche il Ritratto di Marco Episcopi, suocero del padre, in passato identificato nel Ritratto di uomo con bambino.

L’unico dipinto attribuito quasi con certezza alla Tintoretta è L’Autoritratto con madrigale (93,5 x 91,5 cm, olio su tela, Firenze, Galleria degli Uffizi, 1578). L’opera rappresenta una figura femminile (forse Marietta stessa) ruotata di tre quarti, vestita con abito elegante tipicamente rinascimentale. Il vestito bianco che indossa quasi si confonde per colore e per linee con quello dello spartito che la giovane donna regge nella mano sinistra. Vi è una cura tanto minuziosa nella rappresentazione dello spartito che è possibile riconoscere le note e il testo cantati dalla fanciulla, che corrispondono al Cantus del madrigale di Philippe Verdelot Madonna per voi ardo contenuto nel Primo Libro dei Madrigali. Lo sguardo obliquo e la posa leggermente ruotata del corpo suggeriscono che il dipinto sia stato realizzato davanti a uno specchio, e che quindi si tratti effettivamente di un autoritratto. Non è un caso che la pittrice decida di rappresentare un clavicembalo sullo sfondo, testimonianza della sua duplice identità di pittrice e musicista, passione coltivata ulteriormente insieme al marito e di gran voga nella sensibilità di questi anni.

Si pensa possano essere suoi anche il disegno con una Testa di Vitellio nella collezione Rasini di Milano, su cui si legge l’iscrizione «Questa testa si è di man de madonna Marieta» oltre a due altri ritratti che probabilmente la raffigurano: uno ora conservato alla collezione Borghese a Roma e l’altro al Kunsthistorisches Museum a Vienna. Un’altra opera attribuita alla Tintoretta è il Ritratto di giovane donna con cane (94 × 74 cm, tela, Venezia, Palazzo Cini, 1570 ca. - 1590 ca.) ritenuto essere un autoritratto autografo. Sempre nel Kunsthistorisches Museum è conservato invece il Ritratto di uomo con bambino (103 × 83 cm, olio su tela, 1565), storicamente attribuito al Tintoretto, ma successivamente messo in dubbio dopo che un restauro lasciò scoperti i monogrammi con la lettera “M” che suggerirebbe una firma di Marietta.

Adolfo Venturi le attribuisce due Madonne con il Bambino, una delle quali si trova alla National Gallery of Art di Washington, e alcune parti del Battesimo di Cristo in S. Pietro Martire a Murano. Negli anni duemila Roland Krischel le assegna il Ritratto di Ottavio Strada del Museo nazionale di Amsterdam.
Molte delle opere che potrebbero essere riconducibili a Marietta vengono invece attribuite al fratello Domenico, anch’egli importante pittore e allievo dello stesso Tintoretto. Ne sono esempio esempio la Dama veneziana (77 x 65 cm, olio su tela, Museo del Prado di Madrid, 1570) e l’Autoritratto con Jacopo Strada o Doppio Ritratto (99 x 121 cm, olio su tela, Pinacoteca dei Maestri Antichi di Dresden, 1567-68 ca.), attribuito sia a Domenico che a Jacopo Robusti. In quest’ultima opera si pensa che la Tintoretta si sia ritratta in abiti maschili, che sappiamo era solita indossare mentre dipingeva a fianco del padre.

L’esempio principale del periodo di collaborazione con il padre è senza dubbio il Miracolo di Sant'Agnese (71 x 57 cm, olio su tela, Venezia, Chiesa della Madonna dell'Orto, 1577), a cui è molto probabile che Marietta abbia messo mano, come afferma lo stesso Venturi. Luigi Coletti ipotizza una collaborazione con il padre anche per il Martirio di Sant’Orsola (143×180 cm, olio su tela, palazzo Piacentini, Napoli, 1610) per la chiesa di S. Salvatore presso l’ospedale degli Incurabili e per le Storie di Santa Caterina (Palazzo Patriarcale, Venezia, 1585) dell’omonima chiesa veneziana.
Nonostante la fama del padre e il rapporto stretto dei due, gli studi su Marietta Robusti indicano una personalità specifica, che si distingue tra le pittrici del panorama veneziano del XVI secolo come una importante esponente della pittura italiana rinascimentale.

*voce a cura di Nora Ceccarelli, Ludovico Negri e Federico Rizzolini, tre studenti del liceo linguistico A. Manzoni di Milano, appassionati studiosi di lingue straniere quali l’inglese, il cinese e il francese. Questa esperienza di scrittura ha permesso ai tre studenti di acquisire nuove competenze in ambito di ricerca e di ampliare i loro orizzonti culturali grazie ad un focus sulle figure femminili, che troppo poco spesso vengono affrontate nei libri di scuola.


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Marietta Robusti*

Arte essenziale-Raffaella Arpiani, Presente! Marietta Robusti "Tintoretta" - un regalo di Riccardo L.F., 2020
Ask me about art, "Portrait of Ottavio Strada" (1568) by Marietta Robusti, 2020

Elda Baccarini, Marietta Robusti, verderameprogettocultura.it

Donnalyn Hess, Marietta Robusti, 2020

ETSU Online, Italian Renaissance 8: Marietta Robusti, "La Tintoretta", 2013

Fondazione Federico Zeri - Università di Bologna,Catalogo Fototeca Robusti Marietta, Ritratto di giovane donna con cane

Mattia Tridello, Marietta Robusti: la “Tintoretta”, progettostoriadellarte.it

Verderame Progetto cultura, L'altra faccia dell'arte - Maria (Marietta) Robusti, 2020

Martina Vivaldi, I principali pittori della scuola veneziana, nonsolocultura.studenti.it

Raffaello Borghini, Il Riposo. In cui della pittura e della scultura si favella de’ più illustri pittori e scultori, Giorgio Marescotti, Firenze, 1584 (ultima ed. 1967), p. 558.

Duncan Bull, “A Double-Portrait Attributable to Marietta Tintoretto”, The Burlington Magazine, Vol. 151 (2009), pp. 678-681.

Carlo Ridolfi, Le maraviglie dell'arte: overo Le vite de gl'illustri pittori Veneti, e dello stato, Giovanni Battista Sgava, Venezia, 1648, pp. 71-72.

Alicia J., Savage, Marietta Robusti, La Tintoretta: A Critical Discussion of a Venetian Pittrice, Tesi di laurea, Texas Christian University, Fort Worth Texas, 2018.

Adolfo Venturi, Storia dell’arte italiana, IX, La pittura del Cinquecento, 4, Milano 1929, pp. 684-689.

Luigi Coletti, Il Tintoretto, Bergamo 1940.

Paola Rossi, Jacopo Tintoretto: disegni respinti, precisazioni attributive, in Arte veneta, 2008, vol. 64, p. 77.

Melania G. Mazzucco, Jacomo Tintoretto e i suoi figli..., Milano 2009.

Le Signore dell'Arte. Storie di donne tra '500 e '600, a cura di Annamaria Bava, Gioia Moti e Alain Tapié, Skira, 2021.


Voce pubblicata nel: 2024

Ultimo aggiornamento: 2024