Virginia Tonelli nasce nella Borgata di Davour la Mont a Castelnovo del Friuli il 13 novembre 1903.

È la quinta di sette figli, due maschi e cinque femmine. La sua è una delle tante famiglie poverissime della zona montana, condannata all’emigrazione forzata dei giovani in altre parti d’Europa o, più spesso, oltre Oceano. Il padre muore d’infarto alla vigilia della prima guerra mondiale, a seguito di una malattia professionale contratta nel lavoro di costruzione delle fortificazioni di cemento del Carso. La morte del padre precipita la famiglia di Virginia ancor più nella miseria e la situazione si fa ancora più grave quando i due fratelli, Edoardo ed Umberto, vengono chiamati al fronte. Virginia e le sorelle si assumono il compito di raggiungere la pianura per scambiare quel poco che si può trovare sui monti con grano e granoturco per la polenta. È proprio durante questi estenuanti viaggi che contrae la malaria che renderà cagionevole la sua salute per tutta la vita. Virginia, a causa delle necessità economiche famigliari, può frequentare la scuola fino alla quinta classe elementare poi, a soli undici anni, è costretta a lavorare. Fa la sarta in casa, prendendo piccoli lavori dalla gente del paese e nei ritagli di tempo aiuta il medico condotto. Il suo sogno, mai realizzato, è quello di diventare infermiera e lavorare in ospedale.

Per poter garantirsi uno stipendio fisso, si trasferisce a Venezia e per quattro anni lavora come vigilatrice d’infanzia all'ospedale infantile del Lido e guardarobiera in un albergo. Durante i rientri a casa ha contatti con l’antifascismo spilimberghese maturando così una chiara coscienza politica che la porta, nel 1930, a militare nell'organizzazione comunista clandestina. Nel 1933 decide di emigrare in Francia; rimane a Tolone fino al 1943 lavorando come donna di servizio presso una famiglia borghese. Lavoro duro, mezza giornata di riposo alla settimana, paga da miseria ma per lei significa un’occasione di riscatto e una nuova esistenza. Si iscrive al Partito Comunista Italiano e aderisce subito ai gruppi antifascisti dell’emigrazione friulana. Nel 1937 sposa Pietro Zampollo, il compagno “Guido”, che parte volontario nelle Brigate internazionali in Spagna per tornare, dopo un anno, gravemente ferito.

La casa di Virginia, a Tolone, diventa un sicuro punto di riferimento per gli esuli italiani, i dirigenti del PCI, i perseguitati dalla polizia, e, in particolare, per gli antifascisti che, numerosi arrivano dal Friuli. In questi duri anni Virginia si ammala gravemente, fino a perdere un rene; ma non rinuncia alla militanza: stampa clandestina, trasporto di armi e munizioni raccolte dai soldati italiani per i partigiani francesi, direzione della solidarietà materiale per i compagni arrestati. Diventa punto di riferimento del Partito che già dal 1942 la prepara per il rientro in Italia per sostenere la lotta clandestina. Così, all'inizio del 1943 Virginia rientra a Castelnovo su ordine della Direzione del PCI per sostenere la lotta di liberazione in Italia, facendo attività politica preparatoria. Nel giugno 1943 organizza una manifestazione antifascista delle donne contro il regime e la guerra. Viene arrestata e liberata alcuni giorni dopo il 25 luglio. Dopo l'8 settembre 1943 riceve la direttiva di dare inizio alla lotta armata e formare reparti partigiani. Virginia entra in clandestinità nella Resistenza Garibaldina Friulana e diventa la partigiana “Luisa”.

S'impegna senza tregua: organizza riunioni clandestine, si preoccupa della stesura e della diffusione di materiale di propaganda, raccoglie fondi e materiali per sostenere le formazioni partigiane, fonda i primi Gruppi di Difesa della Donna, si reca spesso a Milano per mantenere i contatti con il comando del CLN Alta Italia. A marzo del 1944 si trasferisce a Udine dove vive per mesi in una soffitta assieme alla partigiana Regina Franceschino “Irma”, altra antifascista di vecchia data. Il trasferimento a Udine si è reso necessario per garantire i collegamenti tra il Comando della Divisione Garibaldi Friuli, il Comando triveneto della Resistenza, con sede a Padova, e il gruppo dirigente del Partito Comunista di Trieste. Il 18 settembre 1944 parte per Trieste, per consegnare documenti e stampa clandestina. Quella sera, dopo aver tentato la consegna senza esito, dorme a casa di Wilma Tominez, altra coraggiosa militante comunista.

All’alba del 19 settembre 1944, a causa di una delazione, il rifugio viene scoperto e le due donne arrestate. Le separano subito. Wilma viene portata al carcere del Coroneo mentre “Luisa” finisce nella mani delle SS in Piazza Oberdan. Le due si rivedono qualche giorno dopo al Coroneo, “all’aria”, senza poter parlare. “Luisa” appare piegata in due dalle torture subite. Fu l’ultima volta in cui Wilma la vede prima di essere deportata in campo di concentramento in Germania da cui tornò solo a guerra finita. Dal carcere del Coroneo si esce solo verso due destinazioni o la Risiera di Sabba o i campi di sterminio. A Virginia Tonelli tocca la prima; il suo corpo verrà bruciato il 29 settembre 1944 e mai più ritrovato. Le precauzioni di sicurezza prese dopo il suo arresto dai componenti della Resistenza friulana furono inutili: tutti i suoi compagni furono protetti dal silenzio di questa donna coraggiosa. A Virginia Tonelli, nel mese di aprile 1971, venne concessa al Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Virginia Tonelli

Archivi:

Comitato Provinciale ANPI Udine

Siti internet:

https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/13987 https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/tonelli-virginia/
https://andarpervalli.it/cosa-vedere/edifici-e-siti-storici/davour-la-mont/
https://www.storiastoriepn.it/virginia-tonelli-da-castelnovo-del-friuli/

Libri e pubblicazioni:

Mario Lizzero “Virginia Tonelli “Luisa” Quaderni dell’ANPI FVG n. 1, Ed. ANPI FVG 1972Ines Domenicali “Oscura parlò, convinse, lottò. Virginia Tonelli medaglia d'oro della Resistenza friulana”, Ed. Il Poligrafo 2000
Flavio Fabbroni “Donne e ragazze nella Resistenza in Friuli” Quaderni della Resistenza n. 15, Ed. ANPI FVG 2012
Gregorio Piccin “Perché tutto doveva cambiare – Storie della meglio gioventù sui sentieri ancora ricordano” (guida ai sentieri partigiani), Ed. ANPI FVG 2022


Voce pubblicata nel: 2024

Ultimo aggiornamento: 2024