Continua lo spazio dedicato ai contributi di Monica Demattè. Pubblichiamo qui la sua mail introduttiva al secondo contributo, la traduzione di una delle giornate del Diario di Fang Fang, a seguire la pagina del diario scaricabile in pdf.
“Oggi vi invio un giorno del diario di Fang Fang, scrittrice di Wuhan che durante la chiusura della città a causa del virus ha scritto una cronaca lunga sessanta giorni. Il testo è stato digitato direttamente sul suo telefono e ha raggiunto milioni di cinesi. C’è chi lo ha apprezzato e diffuso a sua volta e chi lh’a tacciata di essere anti-patriottica. C’è chi ha apprezzato la possibilità di leggere finalmente qualcosa di ‘vero’ nel senso di ‘sentito’, oltre che di legato alla realtà vissuta, e chi l’ha biasimata per lo stesso motivo.
Il diario di Fang Fang è già uscito (o sta per uscire) anche all’estero, e in Italia è in via di traduzione. Questo ha indignato molti cinesi del ‘secondo’ tipo qui sopra sommariamente descritto, perché lo considerano una grave perdita di faccia del loro paese di fronte al mondo. Un caro amico mi ha informata del fatto che il governo cinese ha ammesso che la cifra così poco verosimile relativa alle morti per (o con) coronavirus in Cina, fissata a 3800 o giù di lì, è sbagliata. Ha parlato di circa il doppio (notizia data dalla BBC).
I miei amici chiusi a Wuhan per tutto il periodo hanno invece calcolato che, considerando che la città ha 7 o 8 inceneritori con una capacità di circa 150 cremazioni al giorno, il numero (solo in città) deve ammontare almeno a 25.000/30.000 corpi.”
Il decimo giorno del primo mese (3 febbraio)
Un altro giorno di sole. Ieri credevo che continuasse a piovere, ma oggi all’improvviso è diventato bello. La gente bisognosa di cure mediche forse trova sollievo nel sole. Molti di loro, malgrado siano contagiati dal virus, son costretti per sopravvivere a uscire per strada. Non è che lo vogliano, ma sono forzati ad andare fuori per motivi di sopravvivenza. Non hanno scelta. O forse sentono di più il freddo del rigido clima d’inverno all’interno delle case? Spero che soffrano un po’ meno nel viaggio della vita. I posti letto ospedalieri non toccano a loro, ma i raggi di sole sì. […]
…Continua (scarica da qui il PDF)