Nasce in una famiglia di piccoli coltivatori diretti. Frequenta le scuole fino alla terza “avviamento”. Partecipa alla Resistenza militando nella brigata Diavolo con il nome di Mimma. Lavora come impiegata in una fabbrica poi si dedica alla politica.
Iscritta al Partito Comunista dalla Liberazione, svolge attività sindacale tra le mondine della Bassa modenese e diventa dirigente della sezione femminile di Soliera, poi dirigente della Confederterra dal ‘48 al ‘53. Dal 1954 al 1960 è presidente provinciale dell’UDI (Unione Donne Italiane). Eletta consigliera comunale a Modena nel 1956, diventa Assessore ai Servizi sociali e Sanità nel 1960. Qui, con il sindaco Alfeo Corassori prima e Rubes Triva poi (dal 1962 al 1973) e con gli altri consiglieri, progetta e costruisce quel modello emiliano di welfare legato alla cultura del lavoro, alla partecipazione, alla tradizione di comunità e di responsabilità collettiva.
È un periodo nel quale Sindaco e Assessori “montano sugli autobus”, girano tra la gente, conoscono tutti; un momento durante il quale si crea un dialogo continuo e ininterrotto, una domanda sociale che diventa progetto e costruzione del nuovo. Per Aude Pacchioni tutto questo è intrecciato alle lotte del movimento femminile; dalle istanze, più generali, di pace a quelle, più concrete e quotidiane, del dare risposte alle condizioni di vita della gente per migliorarle. E allora asili, scuole, colonie, case-albergo per gli anziani, sanità, piani regolatori, trasporti. Insomma un modello culturale e sociale cui gli amministratori di allora si dedicano totalmente: impegno più difficile per le donne, discriminate sia culturalmente che dal doppio lavoro, ma che, proprio dall’esperienza della cura e dall’elaborazione che ne aveva fatto il movimento femminile, trovano idee e forza per realizzare politiche sociali. Il passaggio, a partire da metà degli anni ’50 e fino alla fine dei ‘70 è dall’assistenza al welfare. Pacchioni ne è protagonista soprattutto con le battaglie per gli asili nido e l’assistenza agli anziani. Il primo nido sarà quello di via Spontini nel 1969 (titolato dal 2003 Rubes Triva), progettato addirittura nel 1953 all’interno di un complesso residenziale di case popolari e che sarà realizzato con molte difficoltà e contrasti e soprattutto grazie al fatto che Pacchioni è sì assessore ma anche presidente dell’ONMI (Opera Nazionale Maternità e Infanzia), l’unica istituzione che si occupava allora di assistenza ai bambini, in quanto rappresentante del sindaco. In seguito, fino al ’70, gli asili e poi le scuole comunali si diffonderanno, a Modena ma anche a Reggio Emilia e in tutta le regione, trainando un movimento che porterà poi, nel 1971, a inquadrare il percorso in leggi (n.1044 del 6 dicembre 1971 quella istitutiva degli asili nido e n.1204 del 30 dicembre 1971 quella sulla tutela della maternità). Al centro del progetto educativo è messo il bambino, senza distinzioni di sesso, etnia, lingua, religione… e un fortissimo investimento educativo viene fatto sugli insegnanti (formazione permanente, coordinamento pedagogico, collaborazione con le famiglie).
Percorsi divenuti ormai nazionali ma che troveranno, a partire da Reggio Emilia e sotto la guida infaticabile di Loris Malaguzzi, riconoscimento internazionale, tanto che ancor oggi il centro Internazionale Loris Malaguzzi è considerato un esempio in tutto il mondo.
Del 1969 a Modena è la realizzazione della prima Casa Albergo per gli anziani, altro impegno da sempre di Pacchioni. Ma la carriera politica di Aude Pacchioni non si ferma e si snoda tra cariche istituzionali e assessorati fino a oggi: dal 1970 è Presidente degli istituti ospedalieri, poi dal 1980 è Assessore al Bilancio, quindi Assessore al Patrimonio. Attualmente è Presidente provinciale dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani).

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Fonti, risorse bibliografiche, siti su Aude Pacchioni

Daniela dell’Orco, Nora Sigman, Eredità rivelate. Le donne nelle amministrazioni locali modenesi, 1946-1960, Modena, Poligrafico Mucchi 2000

Stefano Magagnoli, Nora Sigman, Paolo Trionfini (a cura di), Democrazia, cittadinanza e sviluppo economico, Carocci 2004.

Voce pubblicata nel: 2012

Ultimo aggiornamento: 2012