Giulia Turco Turcati Lazzari, menzionata più spesso col nome di Giulia Turco o con lo pseudonimo Jacopo Turco, è stata un’attiva scrittrice e pittrice italiana. Nasce a Trento il 1° aprile del 1848 dal barone Simone Turco Turcati e dalla contessa Virginia Alberti Poja. La famiglia risiede in via Santa Trinità a Trento, ma possiede anche una grande villa nel centro di Sopramonte, con diverse proprietà agricole nei dintorni, in cui soggiorna nei mesi estivi.

L’interesse per le arti. È grazie alla situazione di benessere della famiglia che Giulia ha la possibilità di coltivare la sua passione per le arti: già all’età di diciannove anni conosce il francese e l’inglese, ha un’eccellente padronanza della lingua italiana e si dedica di buon grado anche allo studio del pianoforte e della botanica. Questa sua tendenza si intensifica alla morte del padre, avvenuta nel 1861, quando la madre si assicura che riceva una “perfetta educazione”, come riportato in una testimonianza contenuta in un manoscritto dell'Archivio Diocesano Tridentino scritta dal cugino di Giulia, Aldo Alberti.

Il matrimonio con Lazzari. All’età di ventinove anni, Giulia sposa Raffaello Lazzari, maestro di violino e direttore d'orchestra del liceo musicale comunale di Trento. Dopo il matrimonio, avvenuto a Sopramonte, dove Giulia viveva con la madre, i due si trasferiscono a Forlì, perché Lazzari ha trovato lavoro come docente, ma già nel 1879 i coniugi rientrano definitivamente a Trento. A partire dall’anno successivo iniziano a ospitare salotti letterari e musicali nella loro residenza estiva di Sopramonte, accogliendo artisti e intellettuali, fra cui Antonio Fogazzaro, Ugo Ojetti, Raffaele Frontali, Luisa e Marco Anzoletti, Aldo Alberti Poja, Bartolomeo Bezzi ed Eugenio Prati. Non dobbiamo immaginarci questi salotti letterari come ritrovi per personaggi seriosi e silenziosi: accanto ad attività più dotte trovano il loro posto danze, balli e canti, corteggiamenti, pettegolezzi. Insomma, un’unione tra futilità e profondità intellettuale, tra giovialità e gravità.

La produzione letteraria. La Lazzari continua a dedicarsi alle arti anche negli anni seguenti. Dà prova della sua abilità come pianista accanto al marito nei concerti pubblici e scrive numerosi articoli, racconti e romanzi, che hanno in genere le donne per protagoniste. Denota una libertà intellettuale particolarmente notevole nel clima italiano di secondo Ottocento: “tutte le eroine dei racconti risultano [… ] perfettamente caratterizzate e in vario modo incisive; e se tutte risentono almeno in parte di una tentazione autobiografica […], allo stesso tempo, e non meno sensibilmente, esse risentono del diffuso gusto dell’epoca per la ritrattistica muliebre.1

C’è Ieronima che deve rinunciare alla vocazione musicale alla morte del padre per prendersi cura dei nipotini (Il sacrificio di Ieronima, 1898), ma anche Anna di Wittov, una giovane pediatra di Berlino che rinuncia al matrimonio con il cugino italiano Decio che renderebbe difficile la sua professione (La fanciulla straniera, 1905). Altre protagoniste parlano e scrivono d’amore: Luisa (Il romanzo di Luisa Hercolani, 1895) e Manuela (La cura di Manuela, 1898).

Dal 1894 Giulia scrive sotto lo pseudonimo di Jacopo Turco, scelta dettata soprattutto dalle difficoltà associate all'essere una scrittrice donna all'inizio del Novecento. Arricchisce i suoi testi con citazioni in inglese e francese (tratte dai maggiori autori dell'Ottocento), dettagliate descrizioni naturalistiche, annotazioni musicali e molti riferimenti alla scena artistica presente e passata, "tutta una serie di caratteristiche assai particolari che distinguono l'impegno della Turco dalla vasta e generica attività letteraria minore di questo particolare periodo storico”. 2

Giulia ha un chiaro interesse anche per temi naturalistici: il suo entusiasmo emerge nelle opere di narrativa, ricche di minuziose descrizioni di paesaggi e scenari naturali, ma si esprime soprattutto in articoli scientifici, come quello intitolato Miceti, pubblicato sulla “Rivista delle Signorine” nel 1894. Così la scrittrice descrive, ad esempio, i luoghi preferiti dai funghi:

"chi ama i pascoli, chi la foresta, la collina, il margine delle vie, chi il monte, chi il piano, che le ombre misteriose delle boscaglie, chi il sole dei vasti altipiani erbosi; a taluni solo la vicinanza di un dato albero o di una pianta speciale è propizia. Ve n’ha perfino nelle cantine, sui muri, sulle travi delle vecchie case, sui pavimenti abbandonati, sulle foglie secche, sugli strobili delle conifere, nell’umico stagno; sugli stessi funghi in rovina si riproduce la loro vita volubile."

A proposito della cultura micologica della Turco Lazzari ricordiamo il rapporto di amicizia con l’Abate Giacomo Bresadola, e il loro ricco scambio epistolare. Alla descrizione e allo studio dei funghi Giulia dedica anche una serie di illustrazioni ad acquarello, Bresadola chiama un fungo “Russola Turci” in onore dell’amica.

Giulia è autrice anche di due importanti manuali di cucina. Il Manuale di cucina, pasticceria e credenza per uso di famiglie compilato sull'esperienza di una donna italiana, un volume ampissimo e illustrato, contenente circa 3000 ricette, è pubblicato nel 1904 e accolto con molto favore dalla critica e dal pubblico. Il Piccolo focolare, una versione ridotta , viene pubblicata nel 1908 per famiglie poco danarose e spesso ignoranti (e dunque poco interessate a variare l’alimentazione):

"Non è cosa agevole il lottare contro un pregiudizio, specie mediante un libro: una ragazza incolta che ha dovuto guadagnarsi sino dall'infanzia coi più umili mezzi il pane giornaliero, andando sposa non si prenderà certamente la cura di consultare un manualetto di cucina, per modesto che sia, prima di fare la spesa della giornata, ché per quanto ci si studi di scrivere chiaro, certi termini della lingua, specie nelle province ove predominano i dialetti, riescono incomprensibili anche a una cuoca di professione."

E invece il volumetto ha successo ed è ancora oggi disponibile sul mercato editoriale (L’antico focolare, Reverdito Editore, 2012).

La morte e la critica. Giulia Turco Turcati Lazzari muore a Trento il 3 agosto 1912.

Già in vita è molto stimata, tanto che nel 1901 viene nominata socia benemerita dell'Accademia Roveretana degli Agiati. Vale la pena leggere il ricordo di Giulia proposto dall’amica scrittrice Luisa Anzoletti:

"Armonia d'intelletto, che in tutto cercava e prediligeva ciò che più innalza e mobilita la coscienza […]. Armonia di virtù generose e di opere benefiche, intese a confortare gli altrui dolori, a sollevare nelle miserie e ad aiutare il prossimo […]. Armonia d'arte, nel campo della musica, condiviso col degno tuo consorte, e delle lettere, nutrita di un'estesa e ricca cultura, favorita dei doni della fantasia e del fine gusto estetico, produttiva di lavori che serbano impronte ammirevoli. Armonia di doveri e di vigili cure, dedite con virtuoso oblio, talvolta, delle sue proprie predilezioni intellettuali, alla famiglia […]. Armonia intera e costante di tutto quel complesso di tradizioni, di educazione, d'intimi pregi d'animo, d'esteriore dignità signorile, che costituisce il tipo della vera gentildonna".

A Sopramonte, nell'estate del 2005, nasce l'Associazione culturale Giulia Turcati di Sopramonte, "con lo scopo di far rivivere la storia e le antiche tradizioni del sobborgo trentino attraverso manifestazioni e collaborazioni in grado di coinvolgere l'intero territorio".

Emerge dalla storia della nobildonna una figura molto stimata e amata, impegnata in opere di bene e attenta alle necessità degli abitanti bisognosi, sensibile all’ambiente in cui vive e capace di intessere relazioni proficue e sincere con altri intellettuali dell’epoca.

 

*voce a cura di Ilaria Frizzera

Ilaria Frizzera studia Scienze e Tecniche di Psicologia Cognitiva presso l’Università degli Studi di Trento. Appassionata lettrice, indaga il potenziale creativo della mente umana e le sue diverse manifestazioni. Partecipa al progetto di valorizzazione del patrimonio culturale trentino “Ecoltura: per un’ecologia della cultura” dell’Università di Trento (referente: Prof.ssa Rodler) e al gruppo SCRIBUNT: (Gruppo di) Scrittura di Biografie - Università di Trento (referenti Dott.ssa Maria Barbone; Dott.ssa Susanna Pedrotti; Prof.ssa Lucia Rodler). 

Note


1 Farnetti 2002
2 Pattini 2009

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Giulia Turco Turcati Lazzari*

Luisa Anzoletti, I funerali di Giulia Lazzari, in «Alto Adige», 4-5 agosto 1912.

Associazione Culturale Giulia Turcati, Profilo della Baronessa Giulia Turcati, 2008, in http://www.sopramonte.it/origine/origine.htm (Ultima consultazione: 31 marzo 2022).

Antonio Carlini, La mondanità rivelata: uno scatto dal salotto di Giulia Turco-Turcati in Lazzari, 2011, in https://www.academia.edu/45069395/La_mondanità_rivelata_uno_scatto_dal_salotto_di_Giulia_Turcati_in_Lazzari

Monica Farnetti, Una scrittrice agiata: Giulia Lazzari Turco, in Rovereto in Italia dall’irredentismo agli anni del fascismo (1890-1939): atti del seminario di studio, Rovereto, Accademia roveretana degli Agiati, 2002, II, pp. 539-559.

Diego Mazzonelli, Giulia Turco Turcati Lazzari. Un'intellettuale trentina di fine '800, in AA.VV., Donne intellettuali trentine tra Otto e Novecento, Trento, TEMI, 1999, pp. 30-37.

Alberto Pattini, Giulia Turco Turcati e Eugenio Prati, Trento, Associazione culturale Giulia Turcati, 2009, pp. 7-11.

Lucia Rodler, Giacomo Bresadola e Giulia Turco Lazzari. Un'amicizia tra scienza e letteratura, in Grandi, Casimira (a cura di), Il brand della memoria trentina. Il micologo Giacomo Bresadola patrimonio dell'umanità: nuova cornice per un'icona, Roma: Aracne editrice, 2020, p. 79-89.

https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=415174

Riferimenti iconografici a questi link: 

https://phaidra.cab.unipd.it/view/o:3935

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Eugenio_Prati,_Ritratto_della_baronessa_Giulia_Turco_Turcato_Lazzari,_1877,_coll._privata.jpg

Voce pubblicata nel: 2023

Ultimo aggiornamento: 2023