Il confine tra santità ed eresia è molto sottile. La vicenda di Guglielma è inversamente

proporzionale a quella di Giovanna d’Arco. Giovanna bruciata come eretica, viene riabilitata,

proclamata Santa e infine Patrona di Francia. Guglielma invece vive in odore di santità e vent’anni dopo la sua morte, da eretica vengono bruciate le sue ossa. Non è questo l’unico legame tra Guglielma e Giovanna.

Così come le voci che Giovanna sente sono quelle di Santa Margherita di Antiochia e Santa Caterina, così Guglielma viene spesso ritratta in vita nelle sembianze di queste due sante (soprattutto di Caterina), spesso con viso rosso e veste moreta (blu-nerastro).

Si hanno pochissimi elementi certi della vita di Guglielma. Tutto ciò che conosciamo infatti è riferito in alcuni quaderni relativi al processo inquisitorio che si tenne a Milano nei confronti dei suoi devoti. Sono loro principalmente a darci qualche informazione sulla sua vita.

È riportato che nasce il giorno di Pentecoste (il giorno dello Spirito Santo) e si attesta a Milano intorno al 1260. Per alcuni di origine boema, addirittura figlia del re e sorella di Santa Agnese di Boemia (che corrispondeva per lettera con Santa Chiara): ma la notizia non è supportata da fonti certe, anche se viene sostenuta da uno dei suoi principali devoti Andrea Saramita.

Diventa oblata all’Abbazia di Chiaravalle e lì conduce una vita all’insegna di una grande religiosità e certamente una grande capacità di aggregazione. La sua fama richiama all’Abbazia numerose persone che vedono in lei una Santa. Guarisce dai malanni, “predica”, riunisce intorno a sé un folto gruppo di devoti, provenienti anche dalle famiglie più importanti della città, sotto la fiducia dei frati cistercensi, che forse vedono in questa devozione anche un ritorno economico per l’Abbazia.

Anzi dopo la sua morte continuano a onorarla con tre cerimonie all’anno dove si pranzava insieme con vino, acqua e ceci. Nelle loro prediche la ricordano come una persona che era vissuta bene e che aveva fatto del bene e dei miracoli.

Muore il 24 agosto - San Bartolomeo – 1280 o 1281. In una Milano in cui gli scontri tra i Visconti e i Torriani sono ancora accesi, la morte di Guglielma viene onorata con una cerimonia molto importante: il corpo viene traslato dalla casa di San Pietro all’Orto fino a Chiaravalle in una processione imponente. Lì viene lavata con una miscela di acqua e vino, successivamente raccolta dai suoi devoti, rivestita con una camicia di seta ricamata e uno scapolare di lana bianca, per finire poi inumata nel cimitero all’interno dell’Abbazia, in una cappella affrescata che la ritrae in adorazione verso la Madonna (affresco ormai perduto ma di cui abbiamo un disegno dello studioso Michele Caffi).

A questo punto la narrazione della sua vita, delle sue idee religiose diventa patrimonio dei suoi devoti: i figli dello Spirito Santo. Nel processo del 1300 le frasi a lei attribuite, riportate dai suoi devoti, la scagionano da pretese di santità; i devoti riportano frasi in cui lei stessa dice di essere solo una vile donna, un vile verme; “Io non sono Dio. Voi volete vedere cose che non ci sono. Sono nata da padre e madre e ho un figlio.”

Tuttavia dall’esame condotto dagli inquisitori emerge un nuovo credo che vede in lei lo Spirito

Santo incarnato, che porterà a una Chiesa riformata. Gli insegnamenti da lei espressi in vita sono superati dalle testimonianze dei devoti che la ritraggono come una Santa miracolosa, più

propriamente l’incarnazione dello Spirito Santo in forma di donna (come Cristo era Dio incarnato in forma di uomo), superiore quindi alla Vergine Maria e a tutti i Santi, venuta per liberare Ebrei, Pagani e Saraceni, in una Chiesa dove donne e uomini hanno le stesse prerogative.

Ad alcuni devoti appare talvolta in forma di colomba oppure risorta in carne e ossa. Suo vicario in terra una donna: Maifreda da Pirovano, mentre Andrea Saramita è il figlio Unigenito. Per lei si compongono inni e preghiere, si predica con nuove letture e Vangeli.

Nei quaderni sopravvissuti del processo veniamo a sapere che i suoi resti non riposano più a

Chiaravalle: probabilmente vengono bruciate le sua ossa sul rogo, per evitare il propagarsi del culto che si concretizza anche con la presenza fisica del corpo, come testimoniamo i pellegrinaggi fatti in suo onore all’Abbazia di Chiaravalle.

Il culto di Guglielma ha goduto di grande popolarità. Negli annali dei domenicani di Colmar,

diventa una donna inglese; in una chiesa di Brunate è conservato un dipinto che rappresenterebbe Guglielma nell’atto di benedire Maifreda e Andrea Saramita. Alcuni siti riportano che la falsa Madonna (o la Madonna con le corna) di Foppa all’interno della Cappella Portinari in Sant’Eustorgio rappresenta Guglielma; nessuna certezza ovviamente ma vale la pena ricordare che nel 1300 il tribunale dell’inquisizione aveva sede proprio lì. Nella stessa cappella sono conservati, come da contrappasso, i resti di San Pietro da Verona, ucciso da un eretico. A tutt’oggi sopravvive una chiesa guglielmita con a capo una Papessa.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Guglielma da Milano

M. Benedetti – Io non sono DioGuglielma di Milano e i Figli dello Spirito Santo – Edizione Biblioteca Francescana – 2004 Milano

M. Benedetti – Medioevo inquisitorialeManoscritti, protagonisti, paradossi – Salerno Editrice – 2021 Napoli

M. Benedetti (a cura di) – Milano 1300 – I processi inquisitoriali contro le devote e i devoti di santa Guglielma – Libri Scheiwiller – Milano 1999 – Con testo latino a fronte.

M. Benedetti – Condannate al silenzio – Le eretiche medievali – Mimesis/Accademia del silenzio – Milano-Udine 2017

L. Muraro – Guglielma e Maifreda – Storia di un’eresia femminista – La Tartaruga edizioni – 1985 Milano – Un saggio molto orientato al tema femminista.

Voce pubblicata nel: 2023

Ultimo aggiornamento: 2023