Indira Gandhi nasce a Allahabad il 19 Novembre 1917 da Kamla Nehru e Jawaharlal Nehru, figure rilevanti per la politica dell’epoca.
Se infatti il padre è noto come Primo ministro dell’India indipendente, meno conosciuta in Europa, ma non in India, è la partecipazione politica della madre Kamla Kaul (1899-1936), attivista per l’indipendenza dell’India nel movimento di non cooperazione che fra l’altro, nel 1921, organizzò gruppi di donne ad Allahabad e picchettò negozi che vendevano tessuti e liquori stranieri, esponendosi in molte occasioni e conquistando una fama importante presso la società civile indiana.

La piccola Indira viene descritta come litigiosa e ribelle: il trattamento poco rispettoso riservato alla madre dalle sorelle del padre la infastidisce molto. Inoltre, la sensazione di essere “un uccello in gabbia” rappresenta la malinconia lasciata dai segni dell’infanzia (Frank, 2001, p. 254).

La personalità complessa di Indira Gandhi non è influenzata solo dalla politica, ma anche dalla presenza dei genitori. Per meglio dire, dall’assenza. Durante il periodo infantile Indira è molto legata al nonno, ma la sua morte insieme alla tubercolosi della madre e ai frequenti arresti dei genitori fanno sì che Indira viva come una bambina sola (Vasudev, 1974, pp. 66-67). Insieme a lei crescono anche le insicurezze, date dal fatto di non avere nessuna base solida su cui fare affidamento. Nel 1975 Masani la descrive così:

From an early age, she had been alternately petted and abandoned by those around her. Now she was suspicious of emotional attachments and shy of wearing her heart on her sleeve: far better to be self contained.
(Masani, 1975, p. 33)

Fin dalla tenera età, vive periodi alterni caratterizzati da vizi e abbandoni causati dalle persone attorno a lei. Adesso è una donna che diffida dei legami affettivi e, pertanto, restia nel mettersi a nudo: molto meglio contenersi.
(Traduzione a cura di Melissa Guratti)

Emblematico un episodio dell’adolescenza di Indira. Durante una delle detenzioni del padre, già vedovo, egli viene punito con l’impossibilità di ricevere visite per un mese; punizione a cui reagisce prolungando il divieto fino a sei mesi. Indira così interpreta questo distacco volontario come scelta di abbandono da parte dell’unica persona di famiglia che gli rimane. Episodi di questo tipo determinano una Indira adulta pronta a preservare i suoi sentimenti dietro a un muro alto e invalicabile. La bambina timida e sola diventa sempre più capace di difendere la propria affettività.

Nel 1942 si sposa con Feroze Gandhi, di cui adotterà il cognome. La coppia avrà due figli Rajiv (1944-1991) e Sanjay (1946-1980).
Quando il padre di Indira diventa Primo Ministro, subito dopo l’ottenuta indipendenza indiana (1947) coinvolge l’unica figlia in politica e la nomina first lady. In questo modo, Indira compie anni di gavetta accanto al padre, utili durante il futuro ruolo di Primo Ministro e compie il suo apprendistato diplomatico durante i numerosi viaggi ufficiali, conquistando inoltre una vasta popolarità. Nel 1959 Indira ebbe anche un ruolo ufficiale come presidente dell'Indian national congress.
Dopo la morte del padre, nel 1964, diviene primo ministro Lal Bahadur Shastri (Mughalsarai 1904 - Tashkent 1966) che conferisce a Indira Gandhi il Ministero dell’Informazione. Muore però soltanto due anni più tardi e Indira Gandhi diventa la prima donna premier in India.

Dal 1971 in poi, Indira Gandhi imprime una chiara direzione “modernizzatrice” alla politica indiana, invisa ai ceti conservatori e tradizionalisti: con lei l’India raggiunge l’autosufficienza nella produzione agricola e fa progressi nell’uso pacifico della tecnologia nucleare e spaziale ritagliandosi una identità regionale abbastanza equidistante ma dialogante l’Unione Sovietica, ma la tensione con i nemici politici e la crisi economica internazionale è destinata a salire. Nel 1975 dopo essere stata accusata di brogli elettorali Indira Gandhi proclama lo stato di emergenza promuovendo una stretta sulle libertà civili e una politica egemone. Nel 1984 questa tensione raggiunge un culmine con la repressione dei Sikh, nel tempio d'Oro di Amritsar, che provoca centinaia di morti, e genera altra tensione e violenze E proprio da due due bodyguards, appartenenti probabilmente al gruppo religioso dei Sikh, Indira viene uccisa il 31 ottobre.

Anche dopo la morte, Indira gode di molta popolarità: è vista ancora come il messia dei poveri, che ha trasformato radicalmente la politica indiana, pur fra molte contraddizioni.
Viene descritta da tanti altri come una leader dalla personalità controversa e dispotica. A suo favore c’è l’emanazione di una legge del 1961 contro l’obbligo della dote per le ragazze; purtroppo però, a causa di tradizioni molto radicate, la legge non è bastata ad impedire le violenze e i numerosi femminicidi associati alla dote (Banerjee, 2014, pp. 34-40). D’altro canto, nel 1966, anno di una delle più gravi carestie del paese, Indira ha rifiutato tutti gli aiuti esteri, cercando di risanare il paese attraverso una politica demografica di riduzione delle nascite e una legge a favore della sterilizzazione maschile.

Un ultimo aspetto importante è l’amore per gli animali e la natura che le fa meritare l’appellativo di “the Naturist Prime Minister” (Islamia, 2018, p. 107). Eppure l’eredità ambientale lasciata da Indira è contraddittoria e complessa tanto quanto la sua personalità nel tentativo di conciliare la modernità tecnologica e industriale, con le sue ricadute ambientali, e una politica più eco-sostenibile: e l’equilibrio tra le due istanze non è facile da trovare. Un equilibrio che, come si è visto, Indira stenta a riscontrare anche nella sua complessa personalità, in un immenso paese attraversato da innumerevoli contrasti.

*Voce a cura di Melissa Guratti – nata a Latina nel 1999 da genitori che le hanno trasmesso la voglia di creare e di voler conoscere il mondo. Nasce così la passione per la lettura che considera espressione di curiosità pura. Dopo la laurea in Psicologia e Processi Sociali a “La Sapienza” di Roma, è ora studentessa del corso magistrale di Psicologia Clinica presso l’Università di Trento. Partecipa al gruppo SCRIBUNT: Gruppo di Scrittura di Biografie – Università di Trento (referenti Maria Barbone; Susanna Pedrotti; Lucia Rodler).

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Indira Gandhi*

Bhatia, K. (1974). Indira: A biography of Prime Minister Gandhi. New York: Praeger Publishers.
Banerjee, P. R. (2014). Dowry in 21st-Century India: The Sociocultural Face of Exploitation. Trauma, Violence & Abuse, 15(1), 34-40.

Effe Rivista Femminista. (n.d.). India: la lunga strada della emancipazione.
https://efferivistafemminista.it/2014/11/india-la-lunga-strada-della-emancipazione/

Frank, K. (2001). Indira: The life of Indira Nehru Gandhi. London: HarperCollins.

Frank, K. (2002). Indira: The Life of Indira Nehru Gandhi. Boston: Houghton Mifflin Company.

Islamia, M. J. (2018). History and Sociology of South Asia. SAGE Publications, 12(1), 107-113.
DOI: 10.1177/2230807517733912

Jayakar, P. (1992). [1988]. Indira Gandhi: An intimate biography. New York: Pantheon Books.

Malhotra, I. (1989). Indira Gandhi: A personal and political biography. London: Hodder and Stoughton.

Malhotra, I. (1991). [1989]. Indira Gandhi: A personal and political biography. Boston: Northeastern University Press.

Masani, Z. (1975). Indira Gandhi. New York: Thomas Y. Crowell.

Ramesh, J. (2017). Indira Gandhi: A Life in Nature. Noida: Simon and Schuster India, 464-543.

Steinberg, B., Kotsovilis, S., & Osweiler, J. (2002). Leadership style inventory. Indira Gandhi: The relationship between personality profile and leadership style. International Society for Political Psychology, Berlin.

Vasudev, U. (1974). Indira Gandhi: Revolution in restraint. Delhi: Vikas Publishing House.

Winder, M. G., & Schmitt, M. (2014). Geographical imaginaries in The New York Times reports of assassinations of Mahatma Gandhi (1948) and Indira Gandhi (1984). Journal of Historical Geography, 45, 106-115.



Voce pubblicata nel: 2024

Ultimo aggiornamento: 2024