Umbra di nascita e siciliana d’adozione, mossa da ideali risorgimentali e unitaristici, Adelaide Bernardini, inizialmente nota con lo pseudonimo "Chimera", è stata testimone di anni cruciali della storia politica, culturale e sociale d’Italia, dal periodo postunitario fino al secondo conflitto mondiale, che ha raccontato in poesie, novelle e testi teatrali forte della sua formazione di maestra e fervente lettrice, spinta da una ferrea ambizione e corroborata dal fecondo humus culturale in cui si ritrovò a vivere, risiedendo prima a Roma e poi a Catania.
Poeta, narratrice, giornalista, drammaturga, librettista e autrice di testi critici, Adelaide Bernardini è oggi ricordata di rado e quasi sempre solo per essere stata la moglie, di molto più giovane, del celebre Luigi Capuana (1839-1915), mentre sulla sua opera, ampia e varia per generi e per temi, è caduto irrimediabilmente l’oblio.

Nata a Narni, in Umbria, nel 1872, rimasta orfana giovanissima, divenuta insegnante elementare, non ancora ventenne Bernardini lascia l’Italia per impiegarsi come istitutrice presso la famiglia del console italiano a Smirne. Mentre si trova in Turchia, Adelaide è fidanzata con un giovane ufficiale della marina ma, rientrata a Roma nel 1895, saputo che l’amato ha sposato un’altra donna, tenta il suicidio ingerendo oppio. La notizia, diffusa dalla stampa locale, colpisce il noto scrittore Luigi Capuana, di trent’anni più grande, che le offre un lavoro «da segretaria, da custode di una ricca biblioteca, in una casa signorile»1. La loro frequentazione darà vita a una lunga convivenza che, nel 1908, sfocerà nel matrimonio, celebrato a Catania, testimoni Giovanni Verga e Nicola Feola di Valcorona.

Introdotta da Capuana in un mondo di autori, attori, critici letterari, impresari ed editori, Bernardini, per tutta la sua vita, è stata una scrittrice intuitiva e prolifica, che amava cimentarsi con diversi generi: poesie, novelle, fiabe e racconti per ragazzi, testi teatrali, anche in dialetto siciliano, scritti critici e giornalistici; tardivamente romanzi e curatele delle opere del marito. Tra le sillogi poetiche ricordiamo: Intime (1896), Nuove intime (1898), Flos animae (1900), Sottovoce (1911); tra le raccolte di novelle: Prime novelle (1899), Le spine delle rose (1905), Marionette da salotto (1920), La signora vita e la signora morte (1920). Sul fronte teatrale Bernardini viene rappresentata nei principali teatri italiani e esteri, da Roma a Boston, da Napoli a Torino; le sue opere sono messe in scena da attrici quali Tina di Lorenzo, Teresa Mariani, Teresa Franchini, Mimì Aguglia, Gemma Caimmi. Accanto ai drammi borghesi Fulvia Tei (1898), Rovina (1902), Come l’edera (1904), Un perché (1905), Nonostante (1909), Bernardini collabora con Capuana nella produzione per il teatro siciliano, portato al successo da Nino Martoglio, scrivendo in dialetto Ammatula! (1908) e le commedie Da cosa nasce cosa (1914), Buon sangue non mente (1915), La sua morale (1919), poi trasposte in siciliano dallo stesso Capuana. Grande attenzione dedica anche a bambini e ragazzi, scrivendo per l’elegante Collana illustrata “Per il mondo piccino”, e pubblicando le raccolte di favole e racconti Regalucci a Betty (1919) ed E, allora, che babbo sei? (1931).

Costante l’attività giornalistica che la vede collaborare con diverse testate: da quelle nazionali, come «Il Fanfulla della Domenica», «Il Secolo XX», «Il Giornale d’Italia», a quelle a diffusione territoriale, come «L’Ora», «Giornale di Sicilia»; da quelle destinate ad un pubblico femminile, in voga in quegli anni, come «Cordelia», «La Donna», a periodici di taglio letterario come «Nuova antologia», «Poesia».

Bernardini è stata oggetto di pesanti critiche, bersaglio di pregiudizi e polemiche che la vedono contrapporsi risolutamente a famosi scrittori come Luigi Pirandello, Nino Martoglio, Filippo Tommaso Marinetti, senza contare il tiepido rapporto con Giovanni Verga e Federico De Roberto (amici e sodali di Capuana), fino alla massima ostilità dimostratale, ancora vivente il marito, dal critico letterario Francesco Biondolillo che, nel 1913, pubblica la Macellatio Capuanae Bernardinaeque, definendo il talento artistico della poetessa e narratrice praticamente nullo.

Il carattere fiero e indomito di Adelaide non le impedisce, comunque, di essere apprezzata non solo da gran parte della critica del tempo (da Girolamo Ragusa Moleti a Paolo Buzzi e Teodoro Rovito), ma anche da importanti autrici con le quali era legata da rapporti di stima e amicizia, tra le quali Matilde Serao, Sfinge, Bruna, Grazia Deledda, Amalia Guglielminetti, Ada Negri. Quest’ultima, ad esempio, la definisce «poetessa di ardente sincerità; creatura che la sincerità ha crocifissa; prosatrice ancora ineguale, ma più varia e più profonda e italiana della Deledda»2.

Adelaide Bernardini, nel febbrile e movimentato scorcio di fine ’800-prima metà del ’900, non si è posta pedissequamente nel solco delle scelte letterarie del marito ma ha cercato una strada sua, capace di esprimere un nuovo atteggiamento all’interno della letteratura femminile, come esprime efficacemente in una sua novella in cui si afferma: «il torto principale di quasi tutti gli uomini che scrivono è quello di voler studiare e analizzare le anime femminili. Anche i più acuti non vi riusciranno mai completamente. Al contrario, dovrebbero convincersi che soltanto una donna può studiare e intendere alla perfezione un'altra donna!»3. La scrittura “dal vero” non è possibile né efficace quando si tratta di donne e di passioni amorose.

Possiamo dire che la vita di Bernardini è divisa in tre principali periodi, a partire dall’incontro con Capuana in cui, sostanzialmente, la scrittrice cerca una sua autonomia e una sua affermazione per mezzo dell’importante compagno, ma indipendentemente dal suo credo artistico verista, esplorando il mondo aristocratico e borghese della Capitale. In una seconda fase Bernardini si trasferisce in Sicilia, sposa Capuana e, pur mantenendosi saldamente legata ai motivi e ai temi peculiari alla sua scrittura, inizia una collaborazione più stretta con il marito che la porterà a scrivere per il teatro siciliano e a collaborare in maniera attiva, facendogli da “impresaria”, alla gestione e organizzazione dell’imponente messe di impegni, contratti e rapporti di Capuana con attori, editori, traduttori, colleghi, familiari e persino creditori. Infine, il periodo del declino, successivo alla morte di Capuana, quando, rimasta sola e in balia dei debiti, impossibilitata a mantenersi esclusivamente attraverso la sua attività intellettuale, ha gestito, con diversa fortuna, il patrimonio letterario del marito, non rinunciando, però, a continuare a scrivere e pubblicare.

Attraverso le sue opere e i vari generi a cui si è accostata, Bernardini affronta i principali problemi dibattuti dall’emancipazionismo femminile: la maternità, il divorzio, l’adulterio, il matrimonio d’interesse, l’istruzione delle donne; accanto ad altri che le sono peculiari perché appartenenti al suo vissuto, ad esempio, la condizione dell’orfano, la famiglia disfunzionale, il mito dell’arte. In tutti questi aspetti la visione di Bernardini è moderna, lontana dal cosiddetto “femminismo conservatore" che da una parte esaltava il canonico ruolo di madre e moglie, dall’altro promuoveva la figura della donna intellettuale, scevra, però, da ogni aspetto trasgressivo.

Adelaide Bernardini muore il 2 novembre del 1944 a Catania; nel 1997 le è stata dedicata una strada nel popolare quartiere del Fortino, doveroso tributo verso l’affascinante e versatile scrittrice umbra che ha trascorso gran parte della sua vita in Sicilia.

Note


1 Adelaide Bernardini Capuana, Primavere letterarie, Primavere letterarie. Il discepolo e il maestro, «Il Popolo di Sicilia», 20 marzo 1940.
2 Il giudizio è riportato da Ber­nardini in una lettera del 26 febbraio 1920, da Catania, a Nino Martoglio.
3 Adelaide Bernardini, Duello, in Le spine delle rose, Roma-Torino, Roux e Viarengo, 1905 .

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Adelaide Bernardini

Dora Marchese, Adelaide Bernardini: la “Chimera” della Letteratura, Biblioteca della Fondazione Verga-Serie Studi, N.S., n. 6, Fondazione Verga-Euno Edizioni, Leonforte (Enna), 2023, pp. 284

Ilaria Muoio, Post mortem auctoris, in Capuana e il modernismo, Pisa, Pacini 2023, pp. 161-182

Anna Santoro, Adelaide Bernardini Capuana, in Siciliane. Dizionario Biografico, a cura di Marinella Fiume, Siracusa, Romeo, 2006, pp. 425-426

Voce pubblicata nel: 2024