Nasreen Mohamedi nasce a Karachi nel 1937 in una famiglia benestante di otto figli, molto unita. Dopo la morte prematura della madre la famiglia si trasferisce a Mumbai e Nasreen cresce durante le lotte per l’Indipendenza e la Partition.

A 16 anni va a Londra a studiare arte alla St. Martin’s School of Art. Viaggia poi nelle Bahrain, dove il padre ha un negozio di attrezzature fotografiche, in Iran, in Turchia e in India. Nei primi anni Sessanta vince una borsa di studio in Francia. Durante un breve soggiorno a Mumbay, tra Londra e Parigi, studia e lavora al Bhulabhai Desai Institute for the Arts e fa la sua prima mostra alla Galleria 59. Conosce Vasudeo Gaitonde, famoso pittore astrattista indiano che diventerà il suo tutor e Jeram Patel, uno dei pionieri dell’astrattismo indiano.

Ritorna in Europa e dall’Europa ancora in India, nei primi anni Settanta, e insegna arte all’Università di Baroda, dove si stabilisce. L’insegnamento le lascia molto tempo libero per dedicarsi alla pittura. Nasreen soffre della malattia di Huntington, un gravissimo disturbo neeurologico degenerativo e muore il 14 maggio 1990 a 53 anni, nella casa di famiglia nel villaggio di Kihim vicino a Mumbai. La sua tomba è un cumulo di terra vicino al mare.

Durante la sua breve vita, cammina lungo un sentiero che lei stessa crea, un viaggio di

disciplina rigorosa e autocontrollo, basato sulla rinuncia di molte cose, le figure, i colori e gli oggetti. Finisce per scegliere definitivamente i suoi due scopi: perfezionare una visione eccezionale dell’arte astratta e ottenere “il massimo dal minimo”, come lei scrive nel suo diario. Nasreen fa uso non solo di ciò che ha imparato a Londra, ma anche delle sue proprie risorse e della straordinaria eredità di geometria e astrazione dell’arte Islamica.

I suoi mezzi sono un foglio bianco, la matita con cui disegna le sue famose linee, la penna a inchiostro e a china, il tiralinee, la grafite solida che usa per i suoi tratti e piani intricati, per gli spazi vuoti, per le griglie, per dar vita alle forme geometriche, alle diagonali e ai motivi a zig zag. Riduce il linguaggio espressivo alle sue condizioni primarie, all’essenzialità che è per lei la geometria. Verso la fine della sua vita aggiunge le forme circolari, gli archi, i mezzi cerchi, elissi e dischi che sembrano fluttuare nello spazio vuoto o meglio, andarsene verso l’infinito.

Come stile, la si può avvicinare alla pittrice minimalista Agnes Martin, interessata al pensiero asiatico soprattutto zen come “un modo di vivere”, ma i disegni di Nasreen sono comunque sorprendentemente personali, e il suo linguaggio è rivolto verso la purezza, l’equilibrio e l’unità… attraverso l’astrazione. Con la penna e la matita riesce a soffiare la vita nelle sue semplici linee.

Nasreen era anche un’ottima fotografa, ma non pensò mai di dedicarsi a mostre fotografiche, faceva le foto per sé, le considerava un’esperienza dei suoi viaggi, dei suoi incontri, delle sue sensazioni, ma anche se non intenzionalmente, servirono forse da ponte al suo minimalismo.

Nonostante fosse un’artista molto considerata e tutti sapessero che stava facendo cose uniche, non ebbe in vita l’attenzione che le era dovuta, neppure a livello internazionale: la globalizzazione della pittura indiana avrà inizio solo verso la fine degli anni Novanta.

Finalmente, dopo una sua mostra al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, il Met Breuer di New York mette in mostra 130 opere di Nasreen nel 2016. Una mostra che i critici hanno definito una vera festa per gli occhi degli appassionati del minimalismo grafico. Il suo ruolo di pioniera di una nuova dimensione dell’astrattismo incomincia ad essere riconosciuto, un passo verso il riconoscimento della genialità di Nasreen.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Nasreen Mohamedi

Bibliografia:

Neville, Tuli, Indian Contemporary Painting, Harry N. Abrams Inc., New York. 1998

Mohamedi, Nasreen,  Nasreen in Retrospect, Ashraf Mohamedi Trust, Bombay 1995

Kapur, Geeta; Min, Susette, Nasreen Mohamedi: Lines among Lines, The Drawing Center, New York, 2005

Kapur, Geeta; Kreuger, Anders; Yau, John; Talwar, Deepak, Nasreen Mohamedi – The grid, unplugged, Talwar Gallery, New York, 2009

Karode, Roobina; Kapur,Geeta; Ananth,Deepak; Giunta, Andrea, Nasreen Mohamedi – La Espera forma parte de una vida intensa, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, catalogo, 2015

Nasreen Mohamedi, Exhibition Catalogue, Met Breur, New York, 2016

Referenze iconografiche: Nasreen Mohamedi a WIELS, Brussels. Foto di Marc Wathieu. Fonte Flickr. CC BY NC SA_2.0

Voce pubblicata nel: 2018

Ultimo aggiornamento: 2023