Elizabeth nasce, terza di otto figli, in una famiglia né nobile né abbiente; il padre Charles Crooke Siddall fa coltelli e ha un negozio nel centro di Londra, mentre Elizabeth con le tre sorelle più piccole lavora come modista in una bottega di Cranbourne Alley. Vi sono due versioni che raccontano del cambiamento radicale avvenuto intorno ai vent’anni: la prima vede Lizzie, come viene chiamata, intenta a lavorare nella bottega; qui viene notata dal giovane pittore Walter Howell Deverell che, colpito dal suo viso e dai suoi lunghissimi capelli rossi, la sceglie come modella per il volto di Viola ne La dodicesima notte. La seconda ipotesi, forse più verosimile, vuole che Lizzie venga presentata come sarta alla famiglia Deverell; il padre, preside della Government School of Design, avrebbe in seguito visto alcuni suoi disegni, e presentato la giovane al figlio pittore.

Comunque sia andata, da quel momento Lizzie diventa la modella preferita e l’icona della confraternita dei preraffaelliti: posa per William Hunt, per Rossetti, e nel 1852 per John Everett Millais, che la ritrae come Ofelia. Per riprodurre fedelmente Ofelia annegata, il pittore chiede ad Elizabeth di posare, vestita, immersa in una vasca da bagno riscaldata con delle candele, ma durante una delle tante “sedute” le lampade si spengono, Millais, concentrato, non se ne accorge, ed Elizabeth sviene dal freddo. Viene riportata in fin di vita a casa del padre che, infuriato, chiede un risarcimento al pittore di 50 sterline. Ma la salute di Lizzie è ormai compromessa.

Dante Gabriele Rossetti entra prepotentemente nella sua vita proprio quell’anno, come amante e maestro: Elizabeth Siddal, pur continuando ad essere la modella unica e insuperabile di Rossetti, impara dal giovane Dante i rudimenti della pittura, tanto che più tardi lo stesso Ruskin, autorevole critico e sostenitore della confraternita, affermerà che l’allieva aveva ormai superato il maestro nella composizione, nella originalità e intensità dei suoi lavori. Ruskin diventa anche il suo mecenate, acquistando tutto ciò che Elizabeth disegna o dipinge; sostiene economicamente la coppia, convincendo Rossetti ad accettare il denaro necessario per far curare Lizzie, così che possa recarsi a Parigi e a Nizza per guarire il suo «esaurimento cerebrale per troppa intensa ed improvvisa fatica» diagnosticato dai medici.

Nel 1857 Elizabeth Siddal espone per la prima volta al salone preraffaellita: disegni ed un autoritratto ad olio. Ma Rossetti durante le frequenti assenze di Lizzie, spesso fuori Londra per curarsi, si avvale di altre modelle, e non di rado intreccia con loro delle relazioni, come con Annie Miller, modella di Hunt. Sono momenti duri per Elizabeth, soprattutto quando a questi continui tradimenti si aggiunge la perdita del padre (1859). Lizzie non può più fare a meno del laudano, sedativo derivato dell’oppio.

Un anno dopo, per placare i dolori – si pensa causati dalla tubercolosi, o da disordini alimentari o disturbi psichici, o più semplicemente dallo stesso elevato consumo di laudano - va in overdose per la prima volta. A questo punto Dante, nonostante il parere contrario della famiglia, decide, dopo dieci anni dal loro primo incontro di sposare Elizabeth, debole e psicologicamente provata. Si sposano nel maggio del 1860. Un anno dopo Lizzie è incinta, ma purtroppo partorisce una bimba prematura, nata morta. Un mese dopo, invece, Jane Morris partorisce una bambina: Jane è la moglie di William Morris, altro importante pittore della confraternita, ma è anche modella e amante di Rossetti sia prima che dopo il matrimonio con Elizabeth.

A questo ennesimo dolore Lizzie non può resistere: la notte dell’11 febbraio 1862, sola in casa, scrive un biglietto e beve un’elevata dose di laudano. Ha 32 anni.

Rossetti la trova priva di conoscenza, chiama l’amico di una vita Madox Brown, il quale distrugge il biglietto di Lizzie, un suicidio sarebbe stato uno scandalo e non avrebbe permesso una sepoltura cristiana. Dante, disperato, decide di seppellire insieme ad Elizabeth l’unico manoscritto delle poesie scritte per lei. Sette anni più tardi, gravato dalla povertà e dai debiti, andrà a recuperarle per poterle pubblicare. Così una notte del 1869 nel cimitero di Highgate, Rossetti e il suo agente letterario aprono la tomba di Elizabeth. I presenti all’apertura del sepolcro raccontarono che il corpo di Elizabeth e il suo viso erano rimasti intatti e che i suoi splendidi capelli rossi erano cresciuti sino a riempire completamente la bara.

Nel 1872, Dante Gabriele Rossetti, per emulare Lizzie, tenta il suicidio assumendo un’elevata dose di laudano, ma alcuni amici lo salvano; morirà invece nel 1882 in completa solitudine, povero e folle.

Qualche anno dopo sarà il fratello di Dante, William Michael Rossetti, a renderle omaggio. È lui a pubblicare un saggio su Elizabeth Siddal, e poi (1906) le sue poesie: sono quindici, intime, drammatiche, di cui una incompiuta.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Elizabeth Eleanor Siddal

Elizabeth Eleanor Siddal, Il vero amore non ci è concesso, a cura di Conny Stockhausen, Panda 2006

Elizabeth Eleanor Siddal, "Di rivi e gigli". Poesie e lettere, traduzione e cura di Stefania Arcara, Bari, Palomar, 2009. Con testo a fronte.

Desperate Romantics, BBC 2009 (film)

Referenze iconografiche:

Prima immagine: Elizabeth Siddal come Ofelia dipinta da J.E. Millais, 1851 circa, Tate Modern. Immagine in pubblico dominio.

Seconda immagine: Dante Gabriel Rossetti- Ritratto di Elizabeth Eleanor Siddal - Walters Art Museum, Baltimora. Immagine in pubblico dominio.

Voce pubblicata nel: 2012

Ultimo aggiornamento: 2023