Giornalista, scrittrice, imprenditrice, riesce, rompendo le convenzioni, a collezionare numerosi primati. Nel 1882 è assunta al «Capitan Fracassa», prima donna redattrice nella storia del quotidiano romano, fonda due giornali «Il Mattino» (insieme al marito Edoardo Scarfoglio nel 1892) e «il Giorno» (1904), lavora come direttrice a diverse riviste periodiche, «Il Mattino-supplemento» (1894-1895), il «Masto Rafaele&aquo; (1899-1901), «la Settimana» (1902-1904).

Di indole coraggiosa, irriverente della morale del tempo, non solo raggiunge ambiziosi traguardi professionali ma inaugura un nuovo modo di fare giornalismo inteso come vocazione, come impresa, come strumento di formazione e testimonianza: «Giornale è tutta la storia di una società - scrive - E, come la vita istessa, di cui è la immagine, [...] ha in sé il potere di tutto il bene e di tutto il male [...]. Il giornalista é l’apostolo del bene [...] il giornale è la più nobile forma del pensiero umano [...]. L’avvenire è del giornale». È altresì una fedele testimone del suo tempo, profonda conoscitrice delle mode e degli stili di vita dell’alta società, ma anche delle pene e delle speranze delle popolazioni dei bassifondi, aspetti che documenta con uno stile che le vale le critiche di alcuni suoi contemporanei, ma con una potenza espressiva e comunicativa lodata da Croce, Carducci, Momigliano. Matilde, consapevole della criticità del proprio stile, ritiene tuttavia che siano proprio quel «linguaggio incerto» e «quello stile rotto» ad infondere nelle sue opere un calore che «non solo vivifica i corpi ma li preserva da ogni corruzione del tempo».

Nasce a Patrasso da Paolina Borely, nobile greca decaduta, e da Francesco Serao avvocato e giornalista esule in Grecia perché antiborbonico. Con l’Unità d’Italia la famiglia Serao ritorna in patria fissando la propria dimora prima a Carinola e poi a Napoli dove Matilde compie i propri studi, terminati i quali trova impiego in qualità di ausiliaria presso i Telegrafi di Stato. La necessità di sostenere economicamente la famiglia non l’allontana dalla sua passione per la lettura e la scrittura, abilità apprese solo malvolentieri all’età di otto anni durante le fasi della grave malattia della madre. La preponderanza del suo animo di scrittrice la spinge ben presto ad abbandonare l’impiego per dedicarsi, a tempo pieno, alla stesura di articoli e di alcune novelle che le schiudono le porte delle redazioni giornalistiche. Trasferitasi a Roma nel 1882 collabora per oltre cinque anni con il «Capitan Fracassa» trattando con medesima padronanza e disinvoltura argomenti diversi, dalla cronaca rosa alla critica letteraria. L’anno successivo viene pubblicato Fantasia (1883) aspramente criticato da Edoardo Scarfoglio che nel 1885 diviene suo marito e compagno di ambiziosi percorsi professionali. Né l’attività giornalistica presso la redazione del «Corriere di Roma», fondato da Scarfoglio, né la nascita dei figli, Antonio, Carlo, Paolo e Michele, le impediscono di dedicarsi alla scrittura: vedono così la luce: La conquista di Roma (1885), Il romanzo della fanciulla (1886), Vita e avventure di Riccardo Joanna (1887) che Croce definisce «il romanzo del giornalismo». Chiuso il «Corriere di Roma» gravemente indebitato (14 novembre 1887), la coppia si trasferisce a Napoli dove, grazie all’aiuto finanziario del banchiere livornese Matteo Schilizzi, nasce il «Corriere di Napoli» che ha in Matilde la vera animatrice e sulle cui pagine escono contributi a firma di Giosuè Carducci e Gabriele D'Annunzio.

Nel 1891, lasciato il «Corriere di Napoli», non senza un cospicuo ricavo, la coppia fonda «Il Mattino» di cui la Serao è anche co-direttrice. Ad impedirle di godere appieno della gioia e dell’entusiasmo per la nuova avventura editoriale, la relazione tra il marito e la cantante Gabrielle Bessard che dà ad Edoardo una figlia e poi si toglie la vita, esasperata dal fermo proposito dell’uomo di non lasciare la moglie. La bambina abbandonata dalla madre morente sull’uscio di casa Scarfoglio, viene amorevolmente accolta da Matilde. La sanguinosa vicenda che riempie le pagine dei giornali dell’epoca conduce la coppia alla separazione. Alla fine della relazione si accompagna, qualche anno dopo, il volontario allontanamento da «Il Mattino» coinvolto dalla commissione Saredo nello scandalo dell’amministrazione Sulmonte. I tentativi denigratori diretti al giornale di Scarfoglio non risparmiano Matilde, al centro di infamanti accuse di corruzione. L’incontro con Giuseppe Natale, avvocato e giornalista, segna però una nuova positiva stagione e una nuova convivenza, e la fondazione di un nuovo giornale, «il Giorno». Nel 1926 riceve una candidatura a premio Nobel per la letteratura e, l’anno successivo, si spegne a Napoli, a 71 anni. Il profilo biografico appena tracciato non dà conto in maniera adeguata della sua prolifica attività di autrice di romanzi e novelle, che comincia nel 1878 con l’ Opale e termina solo nel 1926, anno in cui viene dato alle stampe mors tua…romanzo in tre giornate. Di questa vastissima produzione voglio ricordare qui Il ventre di Napoli (1884) e Il paese di cuccagna (1891), La virtù di Cecchina (1906) e la fortunata rubrica da lei creata Api, mosconi e vespe che l’accompagna con titoli diversi, sulle differenti testate, per circa 40 anni.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Matilde Serao

A. Banti, Matilde Serao, Torino, Utet, 1962

D. Trotta, Album Serao, Napoli, F. Fiorentino 1991

D. Trotta, La via della penna e dell’ago. Matilde Serao tra giornalismo e letteratura. Napoli, Liguori 2008

A. R. Pupino, Notizie del reame: Accetto, Capuana, Serao, D'Annunzio, Croce, Pirandello. Napoli, Liguori 2004

A. R. Pupino, Matilde Serao, le opere e i giorni, Napoli, Liguori 2006

Referenze iconografiche: Matilde Serao fotografata da Mario Nunes Vais, 1927. Immagine in pubblico dominio.

Voce pubblicata nel: 2012

Ultimo aggiornamento: 2023