Regina dei Longobardi, figlia di Verissimo e sorella di Arechi e Donnolo. Sposò Desiderio, protetto dal re Astolfo e suo successore dal 753. Si stabilì con Desiderio a Brescia e prodigò grandi risorse alle fondazioni religiose, sperando nell’aiuto celeste per il regno. In particolare fondò i monasteri di Leno e Sirmione e contribuì a trasformare la basilica dei Santi Michele e Pietro, a Brescia, nella grande basilica regia di San Salvatore, per la quale ottenne la traslazione da Livorno delle reliquie di santa Giulia, dopo aver ricevuto dal papa Paolo I una serie di reliquie di martiri romani trasferite nel monastero di Santa Giulia.

Secondo Paolo Diacono, la regina sarebbe stata sepolta in San Salvatore in una tomba decorata da mosaici. È tradizione di indicare la tomba di Ansa in un grande arcosolio nella navata laterale destra della basilica. Al disopra, si trovano tre affreschi con la storia della martire, che avrebbe particolarmente commosso la regina.

Il 5 giugno 774, quando Desiderio fu sconfitto a Pavia da Carlo Magno, Ansa si presentò col marito e una figlia al vincitore. Forse la figlia che Carlo Magno aveva sposato, ma poi ripudiato. Desiderio fu condotto prigioniero a Corbie (o a Liegi) e non rivide più Ansa. Ma non sappiamo neppure se ad Ansa sia stato consentito di tornare in Italia, come vorrebbe il bellissimo epitaffio per lei dettato da Paolo Diacono, che la chiama coniux pulcherrima, la elogia per avere "assicurato e aumentato la patria messa in pericolo", facendone un personaggio centrale dell’ultima e colta stagione del regno longobardo.

Ebbe tre figlie: Adelperga, che andò sposa di Arichi, il futuro principe di Benevento, Liutperga, che sposò Tassilo, duca di Baviera. Infine la figlia Anselperga fu consacrata a Dio e divenne la potente badessa dell’importante cenobio di San Salvatore a Brescia. Paolo Diacono certamente conobbe la regina, e la sua devozione per lei, pur accesa da patriottismo longobardo, sicuramente riflette il fascino di questa regina pulcherrima e devota. La fama di Ansa si estese per tutto il regno, visto che, a quanto pare, il suo nome si trova tra i graffiti longobardi nella grotta di Monte Sant’Angelo sul Gargano, luogo nazionale di pellegrinaggio dei longobardi.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Ansa

Paolo Diacono, Epitaphium de Ansa regina, in Poetae latini aevi carolini, nei Monumenta Germanica Historiae (reperibile solo in biblioteche specializzate), o in Paolo Diacono Historia Langobardorum

Pier Maria Giusteschi Cinti, Le regine nell’alto medioevo, I, Bologna 2000

Voce pubblicata nel: 2012

Ultimo aggiornamento: 2019