Filosofa e romanziera americana, difese l’egoismo come ideale di vita, il capitalismo come forma morale della società e la ragione come fonte di gioia. Fu la voce più popolare di una corrente politica libertaria che ha avuto in Friedrich Hayek, Ludwig von Mises e Murray Rothbard i suoi esponenti più rispettati. I libri di Ayn Rand vendono tuttora oltre cinquecentomila copie all’anno negli Stati Uniti. L’interesse per la sue idee è cresciuto durante la recente recessione, dopo che i commentatori di destra hanno paragonato le misure economiche “socialiste” di Barack Obama al regime soffocante di La rivolta di Atlante. I genitori, ebrei non praticanti, furono espropriati e costretti a rifugiarsi in Crimea dai bolscevichi. Rientrata nella città natale, Alisa studiò pedagogia sociale e arti drammatiche. Espulsa dall’università perché non comunista, fu poi riammessa e si laureò nel 1924.Ottenuto un visto per l’espatrio, nel 1926 si stabilì negli Stati Uniti, dove prese il nome di Ayn Rand e trovò lavoro come sceneggiatrice ad Hollywood. Nel 1929 sposò Frank O’Connor, un caratterista. Nel 1931 divenne cittadina americana. Il suo primo romanzo fu Noi vivi, del 1936, incentrato sulla figura semi-autobiografica di un’eroina della libertà nella Russia postrivoluzionaria. Nel 1938 uscì Antifona, un racconto fantascientifico dove il collettivismo ha trionfato e la parola “io” non è più pronunciata.

Il successo di pubblico arrivò con il romanzo La fonte meravigliosa, del 1943, dove un geniale architetto modernista lotta contro l’incomprensione dei clienti e l’invidia degli intellettuali. Nel 1957 ripeté il successo con La rivolta di Atlante, che narra di un gruppo di artisti, industriali e scienziati che, stanchi di essere sfruttati dallo Stato, salgono sui monti per fondare una società di liberi.

In seguito la Rand propagandò la sua filosofia, cui diede il nome di Oggettivismo, per mezzo di articoli e conferenze pubbliche. La virtù dell’egoismo, del 1964, raccoglie gli scritti più rappresentativi di questo periodo, durante il quale la Rand radunò un circolo di accoliti che includeva il giovane Nathaniel Branden, che divenne l’amante di lei, e Alan Greenspan, poi presidente della Federal Reserve americana. Il circolo assunse presto i tratti di una setta, con sedute di autocoscienza e correzione degli errori dottrinali.

Gli anni successivi della Rand furono rattristati dalla defezione di Branden, gli scismi nel movimento Oggettivista e la battaglia contro un tumore ai polmoni.

Morì a New York il 6 marzo 1982 dopo una crisi cardiaca.

Il nome Oggettivismo deriva dalla tesi epistemologica della Rand: la realtà si porge ai nostri sensi e alla nostra ragione. Niente è velato – con buona pace dei poeti e di Kant, che la Rand definì «l’uomo più malvagio della storia dell’umanità». Tuttavia, il nucleo del sistema filosofico randiano è nel principio politico che le strutture della società devono essere propizie alla felicità individuale. In questo, la Rand si opponeva ai tentativi di sinistra di plasmare la società secondi principi impersonali, quali la giustizia, ma anche alle visioni comunitariste o tradizionaliste di destra. La Rand identificò nel collettivismo – l’idea che il gruppo valga più dell’individuo – il nemico supremo della felicità umana. Bersaglio polemico fu dunque il comunismo sovietico, ma anche gli Stati Uniti: quando il presidente Kennedy diceva «non chiedere cosa il paese può fare per te, ma cosa tu puoi fare per il paese», esprimeva l’idea collettivistica che la vita spesa per la società valesse più di quella spesa per i nostri progetti privati. La Rand paragonò l’amministrazione Kennedy ai regimi fascisti europei.

L’ideale morale randiano è l’egoismo, inteso come cura del nostro interesse, o rifiuto di sacrificarci per i nostri simili. Questa nozione si distingue dall’idea volgare di egoismo, perché esclude la liceità di sacrificare gli altri a noi.

L’egoista randiano agisce per realizzare ciò che ama (che può includere anche il bene dei suoi amici), contando solo sulle sue forze; ed è eroico, sia perché la massa odia i liberi, sia perché la rinuncia a sfruttare gli altri ci impone l’esercizio di virtù difficili, come l’indipendenza, l’operosità e la creatività.

La Rand trasse dalla sua teoria etica una difesa assolutista dei diritti di proprietà, che erano necessari perché l’egoista mietesse i frutti del suo lavoro, e del libero mercato, che assicurava uno spazio di espressione ai bisogni umani più nobili: quelli di azione (come si manifestano in un imprenditore o in un artista), non quelli di contemplazione (come è frequente che li concepiscano i filosofi). Circa lo Stato, la Rand adottò la posizione che oggi è nota come mini-archismo: il potere civico deve limitarsi a impedire il furto e le violenze, e finanziarsi non attraverso la tassazione, ma grazie alle donazioni dei ricchi, i più interessati a evitare l’anarchia. I critici l'hanno accusata di mancare di originalità teorica (i debiti più evidenti sono verso Nietzsche, anche se la Rand amava dichiararsi erede di Aristotele) e di rigore intellettuale, ciò che le ha sempre procurato il disinteresse dei filosofi accademici, con l’eccezione di Robert Nozick, che nel 1971 scrisse un articolo sull’etica randiana.

Le critiche, che vennero anche dal fronte libertario (in specie da Murray Rothbard, che derise il dogmatismo che dominava il circolo randiano), non le impedirono di incuriosire i lettori, soprattutto con i romanzi. «È il momento di capire – come sanno i rossi – che diffondere le nostre idee in forma narrativa è una grande arma, perché suscita nel pubblico una risposta emotiva, oltre che intellettuale, alla nostra causa», scrisse in una lettera. Per quanto dozzinali nello stile, colmi di cliché e giudicati troppo lunghi anche dai lettori più resistenti, i suoi romanzi mettono in scena eroi memorabili, che incarnano l’egoismo con passione e purezza, conservando una benevolenza di fondo verso l’umanità. Anche se la Rand lodava il successo economico (e indossava in pubblico una spilla a forma di dollaro), i suoi personaggi sono mossi da un culto quasi religioso della ragione, considerata al pari di una facoltà creativa, invece che critica (distanziandosi anche qui dalla maggioranza dei filosofi).

Questo culto impedisce ai personaggi di vendersi: Howard Roark, l’architetto di La fonte meravigliosa, vuole costruire edifici razionali a costo di perdere gli ordini dei clienti. I romanzi svelano anche qualche ingenuità dell’autrice, quali la fede in un dominio superomistico sul nostro destino: gli eroi randiani si sono sempre fatti da sé, sconfiggendo a mani nude l’opposizione del mondo, mentre le classi povere sono popolate da pigri e ubriaconi. Le sue eroine, invece, appaiono decisamente anticonformiste: forti, raziocinanti, libere e sganciate dalla famiglia borghese (molti hanno osservato che nei romanzi non compaiono mai bambini). È il sesso però a indurle a sottomettersi all’uomo. Dominique Francon, l’eroina di La fonte meravigliosa, si innamora di Roark quando è violentata da lui. «L’essenza della femminilità è l’adorazione dell’eroe – il desiderio di ammirare un uomo», scrisse la Rand, convinta che nessuna donna potesse desiderare di diventare Presidente degli Stati Uniti, cioè al di sopra di tutti gli uomini. È un paradosso che sia stata proprio un’ex randiana, Hillary Clinton ( impegnata negli anni ’60 nella campagna presidenziale di Barry Goldwater, un candidato repubblicano di vena libertaria), ad avvicinarsi di più a questa carica.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Ayn Rand

Night of January 16th, 1934

We The Living [1936, versione cinematografica italiana Noi vivi, 1942]

Anthem, 1938 [trad. it. Antifona, Liberilibri 2003]

The Fountainhead, 1943 [trad. it. La fonte meravigliosa, Corbaccio 2004]

Atlas Shrugged, 1957 [trad. it. La rivolta di Atlante, Corbaccio 2007]

For the New Intellectual, 1961

The Virtue of Selfishness (con Nathaniel Branden), 1964 [trad. it. La virtù dell'egoismo, Liberilibri 1999]

Capitalism: The Unknown Ideal (con Nathaniel Branden, Alan Greenspan e Robert Hessen), 1966

Introduction to Objectivist Epistemology, 1967

The Romantic Manifesto, 1969

The New Left: The Anti-Industrial Revolution, 1971

Philosophy: Who Needs It, 1982

Jennifer Burns, Goddess of the Market: Ayn Rand and the American Right Oxford University Press, 2009

Anne C. Heller, Ayn Rand and the World She Made, Doubleday 2009

 

Ayn Rand nella Stanford Encyclopedia of Philosophy

L’Istituto Ayn Rand, fondato da Leonard Peikoff, che la Rand designò come interprete autentico dell’Oggettivismo

Un indice del pensiero di Ayn Rand, con citazioni

The passion of Ayn Rand, film per la TV del 1999, interpretato da Helen Mirren

Ayn Rand in un’intervista televisiva della CBS sull’Oggettivismo (1959):<br/ >

Parte 1

Parte 2

Parte 3

Referenze iconografiche: Ritratto fotografico di Ayn Rand usato per la prima edizione del suo romanzo Atlas Shrugged (1957).  Foto di  Phyllis Cerf. Pubblicata da Random House. Immagine in pubblico dominio.

Voce pubblicata nel: 2012

Ultimo aggiornamento: 2023