Catherine Deshayes, conosciuta con l’appellativo di La Voisin, nasce in Francia probabilmente nel 1640. Chiromante, fattucchiera, nota in particolare per la sua profonda conoscenza di sostanze naturali tossiche, al punto da essere considerata uno dei personaggi principali dell’affaire des poisons durante il regno di Luigi XIV, ha praticato medicina, in particolare ostetricia, eseguendo numerosi aborti.

Fosse vissuta in età contemporanea, Catherine sarebbe stata oggi considerata un’esperta di naturopatia ed erboristeria. Sposata con Antoine Monvoisin, un gioielliere di Parigi, si trovò ben presto nella condizione di provvedere al sostentamento economico della famiglia a causa del tracollo finanziario del marito. Certa che questa non fosse altro che l’occasione che da anni attendeva per sviluppare le sue conoscenze nel campo dell’arte della divinazione, Catherine decise di investire gli ultimi soldi rimasti per arredare in modo accogliente un locale dove avrebbe potuto intrattenere i suoi clienti, praticando chiromanzia, cartomanzia, divinazione, astrologia e chirognomia (la lettura della mano). Resoconti dell’epoca la descrivono come una donna elegante, abile conversatrice e sensibile osservatrice delle mode e delle nuove idee del suo tempo. Catherine ben presto riesce ad annoverare tra la sua clientela amicizie importanti e facoltose, molte donne, ma anche uomini, desiderosi di conoscere il proprio futuro in campo sentimentale, bramosi di sapere se, ad esempio, la morte del coniuge sia imminente, così da poterne ereditare il patrimonio. Nei primi anni della sua attività impreditoriale, Catherine rimane vicina ai dogmi della Chiesa, spiegando ai propri clienti che comunque il loro futuro rimane volontà di Dio. Con il passare degli anni, tuttavia, alle arti divinatorie Catherine aggiunge, tra le sue prestazioni, la vendita di amuleti e la preparazione di pozioni magiche e taumaturgiche. Se la sua clientela aumenta, si acuiscono di contro anche i suoi problemi con le autorità religiose. Nel 1665 il suo operato di chiromante viene per la prima volta ufficialmente messo in discussione dai sacerdoti dell'ordine di San Vincenzo de' Paoli. Lei si difende con successo, ma da questo momento è costantemente tenuta sotto stretta vigilanza dalla Chiesa. Ciò nonostante Catherine espande il suo portafoglio di clienti e inizia a vendere amuleti e intrugli che lei stessa prepara. Oltre ad afrodisiaci, comincia anche a preparare e vendere veleni per clienti che desiderano sbarazzarsi di rivali in amore o in affari. Va ricordato che la sua conoscenza dei veleni non è superiore a quella di meno noti addetti ai lavori: la cosiddetta arte dell’avvelenamento, diventata una prassi molto diffusa all’epoca, era ritenuta un sapere scientifico e come tale rispettata, soprattutto grazie al contributo di un’altra donna, questa volta italiana, avvelenatrice di professione, Giulia Tofana, vissuta pochi decenni prima di Catherine.

L’allontanamento di Catherine dalla Chiesa si concretizza nell’organizzazione di messe nere durante le quali a Dio si sostituisce come oggetto di culto Satana, i cui poteri vengono invocati attraverso rituali che molto si avvicinano ad una parodia di riti mutuati dal cattolicesimo.

Donna imprenditrice e lungimirante, Catherine comincia a organizzare la sua attività in modo manageriale, annoverando nella vasta rete di colleghi e collaboratori, Adam Lesage, che si occupa prevalentemente di riti magici, il sacerdote Étienne Guibourg, l’abate Mariotte, che si dedica alle messe nere, e Catherine Trianon, esperta di veleni.

La sua sempre più lucrosa attività di avvelenatrice le permette di mantenere agiatamente una famiglia di sei persone, tra cui sua madre, e di finanziare diversi progetti privati, occupandosi di scienza e di alchimia. A volte rimane vittima di truffatori che altro non cercano da lei che denaro, rivelando così un’ingenuità che quasi stride con l’immagine di donna forte e risoluta che i suoi contemporanei riferiscono di lei. Nella sua vita privata, pur rimanendo sempre legata al marito, annovera numerosi amanti tra i quali vanno ricordati il boia André Guillaume, il conte de Labatie, l’alchimista Blessis, l’architetto Fauchet e il mago Adam Lesage che vuole indurla, senza successo, a uccidere il marito.

Molto vicina all’aristocrazia francese, tra cui vanta una vasta clientela, Catherine diventa la consigliera di Madame de Montespan, per conto della quale nel 1667 organizza una messa nera con l’aiuto di Adam Lesage, mentre l’abate Mariotte è incaricato di officiare il rito satanico. Lo stesso anno, Madame de Montespan diviene l'amante ufficiale di Luigi XIV, e da questo momento, ogniqualvolta si presenta un problema di natura sentimentale con il re, Catherine viene interpellata con la richiesta di procurare pozioni e di organizzare messe nere.

Quando nel 1679 il re inizia una relazione con Angélique de Fontanges, Montespan chiede a Catherine di uccidere entrambi. Dopo qualche esitazione Catherine accetta coinvolgendo anche l’altra avvelenatrice, Catherine Trianon. Insieme complottano di uccidere il re avvelenando una petizione, e il 5 Marzo 1679 Catherine visita la corte reale di Saint-Germain per consegnare la petizione personalmente al re. Impossibilitata a consegnarla perché quel giorno a corte il re aveva ricevuto molte altre petizioni, Catherine rientra a Parigi per pianificare il prossimo tentativo di uccidere Luigi XIV.

Questi sono gli anni in cui a Parigi e nel resto della Francia si moltiplicano le attività di donne esperte nella preparazione di veleni. La maggior parte vengono accusate di stregoneria e condannate alla pena capitale. Tra le molte vittime di questo gendercidio si ricorda Madame de Brinvilliers, mandata a morte nel 1676. L’anno successivo, con l’accusa di procurare veleni letali, viene arrestata la chiromante Magdelaine de La Grange. Con l'arresto nel 1679 di Marie Bosse e Marie Vigoreux, la polizia di Parigi viene a conoscenza dell’esistenza di una rete di cartomanti che si occupano della distribuzione di veleni.

Il 12 marzo 1679, Catherine viene arrestata nei pressi di Notre-Dame de Bonne-Nouvelle. Il mese seguente viene nominata una commissione incaricata di indagare sull’operato di Catherine e di trovare argomentazioni valide a sostenere l’accusa di stregoneria. Come conseguenza di questo arresto vengono fermate anche sua figlia Marguerite Monvoisin, e il resto della sua rete di collaboratori. Catherine viene imprigionata a Vincennes, dove viene sottoposta ad un lungo interrogatorio. Il 27 Dicembre 1679, Luigi XIV emette un decreto secondo il quale, indipendentemente dallo status sociale o dall’età delle persone coinvolte, tutta la rete di avvelenatori e di persone dedite alla stregoneria deve essere sterminata.

Catherine confessa i crimini di cui è accusata descrivendo minuziosamente lo sviluppo della sua carriera di chiromante e fattucchiera, senza tuttavia mai svelare i nomi dei suoi clienti, evitando così di coinvolgere Madame de Montespan e di conseguenza evitando una probabile accusa di regicidio. Accusata di stregoneria, Catherine viene arsa viva sulla Place de Grève a Parigi il 22 Febbraio 1680.

La sua lista di clienti, l'organizzazione delle messe nere, i suoi legami con Madame de Montespan e il tentativo di uccidere Luigi XIV, vennero rivelati molti anni dopo la sua morte a seguito delle testimonianze della figlia Marguerite Monvoisin. Temendo che tali rivelazioni indicassero il dilagare delle pratiche di stregoneria in Francia, il monarca decise di porre fine alle indagini e di considerare l’intera vicenda conclusa.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Catherine Deshayes

Chisholm, Hugh, La Voisin. Encyclopædia Britannica (11th ed.), ed. (1911), Cambridge University Press

Anne, Somerset, A., The Affair of the Poisons: Murder, Infanticide, and Satanism at the Court of Louis XIV, (2003), St. Martin's Press

Archivi della Bastiglia, estratti dei processi a Guibourg e a LaVoisin (traduzione Inglese e Francese)

Frantz Funck-Brentano, Le Drame des poisons, études sur la société du xviie siècle et la cour de Louis XIV, (1899) Paris, Hachette

Referenze iconografiche: Catherine Deshayes, incisione di Antoine Coypel pubblicata nel volume le Mercure galant, conservato alla

Bibliothèque nationale de France. Immagine in pubblico dominio.

Voce pubblicata nel: 2012

Ultimo aggiornamento: 2023