María Ponce nacque nel 1924 a Tucumán e fu senza dubbio una donna molto emancipata per la società argentina dell’epoca: leggeva molto, benché avesse frequentato solo i primi cinque anni di scuola, fumava, indossava i pantaloni ed era lei ad occuparsi del negozio di materassi di famiglia.

In un primo tempo militò nel Partido Comunista Argentino (PCA), dal quale si discostò dopo qualche anno non condividendone più la linea politica, poiché non si era opposto al golpe del 24 marzo 1976, che aveva instaurato la dittatura, né denunciava le violazioni dei diritti umani da parte del regime. Aderì dunque all’Ejercito Revolucionario del Pueblo (ERP), il movimento guerrigliero più attivo in quegli anni nel paese, fondato da Roberto Santucho nel 1970.

La scomparsa della terzogenita Alicia la indusse a chiudere l’attività di famiglia, per potersi meglio dedicare alla sua ricerca: raccolse infatti l’esortazione di Azucena Villaflor e fu tra le prime donne a riunirsi in Plaza de Mayo il 30 aprile 1977, dando origine al movimento delle Madres de Plaza de Mayo.

La sua militanza nelle organizzazioni dell’opposizione, la sua elevata politicizzazione e la partecipazione alle riunioni organizzate da un gruppo di giovani della Vanguardia Comunista nella chiesa di Santa Cruz, nel quartiere di San Cristobal a Buenos Aires, non restarono indifferenti al regime militare, che decise di arrestarla fra l’8 e il 9 dicembre 1977 all’uscita della chiesa di Santa Cruz insieme all’altra madre Esther Ballestrino, al termine di una riunione per raccogliere fondi per la pubblicazione sul quotidiano «La Nación» di una richiesta alle istituzioni di informazioni sulle persone scomparse.

L’arresto di María era parte di una più ampia operazione di sequestri guidata dal capitano Alfredo Astiz, svoltisi fra l’8 e il 10 dicembre 1977, che coinvolse una decina di persone legate alle Madres de Plaza de Mayo e, il 10 dicembre, anche Azucena Villaflor, proprio mentre andava ad acquistare il quotidiano sul quale era stato pubblicato l’appello alle istituzioni, intitolato Por una Navidad en Paz solo pedimos Verdad, che elencava fra i nomi delle persone scomparse anche quello di María.

Secondo alcune testimonianze, María trascorse insieme alle altre donne sequestrate qualche giorno nel settore Capucha dell’ESMA (Escuela Mecánica de la Armada), il più efferato centro di detenzione situato proprio nel cuore di Buenos Aires, per venire poi eliminata con un volo della morte.

Nel 2005 i suoi resti sono stati identificati insieme a quelli delle altre due madri in una fossa comune del cimitero General Lavalle, ove erano stati sepolti come N.N., dopo essere stati ritrovati fra il 1977 e il 1978 sulle spiagge di Santa Teresita e di Mar de Tuyu, località balneari a sud di Buenos Aires.

Il 24 luglio 2005 è stata sepolta nel giardino della Chiesa Santa Cruz, insieme a Esther Ballestrino.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Maria Eugenia Ponce de Bianco

Disappearance of Mother Group’s ‘Supporters’: latest developments, in The National Security Archive, US Declassified Documents: Argentine Junta Security Forces Killed, Disappeared Activists, Mothers and Nuns, December, 20, 1977, in www.gwu.edu

List of Mothers Group Members who Disappeared on December 8 and 10 [1977], in The National Security Archive, US Declassified Documents: Argentine Junta Security Forces Killed, Disappeared Activists, Mothers and Nuns, January 1978, in www.gwu.edu

En emotiva ceremonia, sepultan a dos fundadoras de Madres de Plaza de Mayo, «La Jornada», UNAM, 25.07.2005

U. Gorini, La rebelión de las Madres. Historia de las Madres de Plaza de Mayo (1976-1983), Buenos Aires, 2006

D. Padoan, Le pazze. Un incontro con le madri di Plaza de Mayo, Bompiani 2005

Misa en la Santa Cruz, «Página12», 9.12.2005

Por primera vez hallan cuerpos de los vuelos de la muerte, «Rio Negro», 9.07.2005

Referenze iconografiche: María Eugenia Ponce de Bianco. Fonte Museo Sitio de Memoria ESMA. Immagine in pubblico dominio.

Voce pubblicata nel: 2012

Ultimo aggiornamento: 2023