Teresa Doreen Hall ha cominciato all'età di tre anni a studiare con il metodo RAD (Royal Academy of Dance) danza classica, e poi moderna, tip tap ed acrobatica. Dopo la scuola dell'obbligo in un liceo inglese, compiuti i sedici anni, ha frequentato un college professionale, della durata di due anni, per approfondire i suoi studi nel campo della danza ed ha avuto modo di dedicarsi ad altre specialità come la danza jazz, canto e recitazione.
Il primo lavoro che ha intrapreso nella sua carriera professionale è stata la tournée in Italia di Renato Rascel, intitolata In bocca all'ufo, sebbene in questo primo periodo Teresa non avesse la salute dalla sua parte: sembrava che un infortunio al ginocchio dovesse compromettere tutto, ma per fortuna le cose si risolsero diversamente.
Per otto mesi ha lavorato su una nave da crociera nei Carabi, in spettacoli di intrattenimento serale per i passeggeri; lo stesso per sei mesi in Egitto, al Cairo e infine per altri sei mesi a Damasco, all'hotel Meridian.
Teresa non avrebbe mai pensato di diventare un'insegnante perché lei contava maggiormente su una carriera di ballerina. Un aspetto problematico dell'esistenza di molte donne è scegliere tra famiglia e carriera...Infatti tornata in Italia per un'altra tournée ha conosciuto il suo futuro marito e quindi, scegliendo l'amore, all'età di ventuno anni è terminato il suo tour per il mondo. Ha cominciato, allora, a frequentare i corsi per l'abilitazione all'insegnamento prima per la danza moderna, poi per la danza classica ed infine è diventata tutor per la formazione degli insegnanti.
Far la ballerina è sempre stato il sogno di tutta una vita per Teresa, «La danza è per me una ragione di vita. Sono uscita dalla scuola per “grazia divina” perché desideravo diventare una ballerina. La scuola era per me solo di intralcio alle lezioni di danza. Infatti, quando c'era la lezione di ginnastica, mia mamma mi veniva a prendere per frequentare le lezioni private di danza, dato che ero negata in tutti i tipi di sport!».
Quando Teresa si è trasferita in Italia il metodo ISTD (Imperial Society of Teachers of Dancing), era sconosciuto. Lo hanno importato gli insegnanti inglesi trasferitisi in Italia, e se inizialmente il tutto era meno formalizzato, ora è obbligatorio essere supportati puntualmente nella preparazione tecnico-pratica per conseguire poi il diploma. La formazione dei danzatori attraversa sette livelli... Una dura formazione è anche quella per l'abilitazione all'insegnamento, che Teresa ricorda ancora: e che richiedono una costante conoscenza degli esercizi di tutti i gradi ISTD e la prontezza nel realizzare al momento quello che viene richiesto durante lo svolgimento dell'esame.
Dalla sua scuola sono usciti più di quindici insegnanti. Le allieve di Teresa percepiscono la sua passione per la danza e quanto sia connaturata al suo modo di essere nel mondo.
Sulla crisi perpetua in cui versa la cultura in Italia, Teresa afferma: «La cultura della danza in Italia è ben differente da quella che c'è in Inghilterra perché da noi fa profondamente parte del costume inglese. Anche chi non fa danza o non ha un figlio che la pratica, ad esempio, va a vedere i musical. In Inghilterra ci sono anche più ballerini maschi, mentre qui in Italia non sono ben visti perché vittime, nell'opinione pubblica, di pregiudizi».
Considera fondamentale la preparazione degli insegnanti: «Chi non è preparato in questo campo, come avviene del resto in tutti gli altri, lavora in modo poco puntuale. Ciò non è affatto positivo in quanto si è responsabili dell'aspetto psico-fisico dei bambini in crescita. È quindi assolutamente controproducente e per di più spiacevole l'illusione che certe scuole di danza danno a livello d'immagine nei propri saggi di fine anno. Io spesso devo lottare con i genitori perché sono soliti fare confronti con le scelte tecniche, spesso errate, di altre scuole di danza. I genitori, infatti, non essendo competenti sul corretto ed effettivo percorso didattico che andrebbe gradualmente svolto, si trovano a pagare mensilmente delle quote talvolta elevate per un servizio scorretto ed inadeguato». Teresa cura non solo la preparazione tecnica delle sue allieve ma si preoccupa anche della loro crescita armonica, considera ad esempio l'eccessiva magrezza di alcune ballerine dannosa per la salute, oppure ritiene che far indossare le scarpette da punta troppo presto possa danneggiare la struttura fisica delle allieve. Teresa ritiene che per intraprendere una carriera professionale come insegnante o come ballerina sia necessario studiare a tempo pieno in un posto idoneo e riconosciuto per professionalità. Inoltre pensa che che per ricevere una maggior preparazione e per perfezionare la propria tecnica, sia utile recarsi all'estero. Chi invece vuole fare l’insegnante deve avere un po' di umiltà perché se si pensa di essere “arrivati” già all'inizio, con il rischio di trovarsi in molte empasse; bisogna sapersi mettersi in discussione, avere quindi tanta voglia di studiare e di conseguenza aggiornarsi, trovando una persona competente che possa farti continuamente evolvere e perfezionare. Non è detto, poi, che un bravo ballerino sia un bravo insegnante: chi è fenomenale come ballerino non sempre è in grado di trasmettere adeguatamente le propria tecnica.

Voce pubblicata nel: 2012

Ultimo aggiornamento: 2012