La storia di Alice Paul, narrata anche nel film Angeli d’acciaio (regia di Katja von Garnier, 2004), è all’origine del Diciannovesimo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America del 1920, che proibisce la discriminazione di genere nel diritto al voto: “The right of citizens of the United States to vote shall not be denied or abridged by the United States or by any state on account of sex” (Il diritto di voto dei cittadini degli Stati Uniti non potrà essere negato o limitato dagli Stati Uniti o da qualsiasi Stato in ragione del sesso).

Il Diciannovesimo emendamento fu infatti approvato solo grazie alla determinazione e all’impegno del movimento americano delle suffragette, di cui Alice Paul fu l’indiscussa leader: insieme a Lucy Burns e ad altre suffragette dell’epoca contribuì a mettere in campo strategie di sensibilizzazione dell’opinione pubblica (soprattutto quella delle Silent Sentinels, le “Sentinelle Silenziose), che il 26 agosto 1920 portarono all’approvazione del Diciannovesimo emendamento della Costituzione.

Alice Paul apparteneva a una famiglia quacchera benestante con quattro figli (con Alice William, Helen e Parry), che viveva in maniera semplice, a contatto con la natura, in una fattoria denominata Paulsdale, nel New Jersey. I genitori influenzarono in modo considerevole Alice ed il suo contesto famigliare, religioso e sociale d’origine la portò sin da giovane ad attribuire grandissima importanza all’impegno dei singoli per il miglioramento sociale e a credere nei valori quaccheri: lavoro, uguaglianza, pace e perseveranza; inoltre, la madre Tacie era anche iscritta e frequentava il National American Women Suffrage Association (NAWSA) e fu così che Alice Paul ebbe i primi contatti con il movimento.

In un’epoca in cui poche donne studiavano al College – addirittura proibito alle donne sposate –, Alice frequentò il Swarthmore College in Pennsylvania, di cui il nonno materno era stato uno dei cofondatori per dare ai giovani quaccheri l’opportunità di ricevere un’educazione in linea con i valori della loro religione. Alice ebbe come docenti anche donne illustri, fra cui Susan Cunningham, una delle prime donne ammesse all’ American Mathematics Associate. Dopo la laurea, nel 1905, si trasferì a New York e iniziò a frequentare la New York School of Philanthropy, impegnandosi sempre attivamente nel sociale e ottenendo anche un Master in sociologia all’Università della Pennsylvania.

Nel 1907 decise di trasferirsi a Birmingham, in Inghilterra, per continuare gli studi e le sue attività di impegno sociale: qui si imbatté casualmente in Christabel Pankhurst, figlia della famosa suffragetta inglese Emmeline Pankhurst, che arringava la folla per sensibilizzare il pubblico in merito al riconoscimento del diritto di voto alle donne. Da quel momento Alice frequentò il movimento delle Pankhurst e si unì alla lotta radicale delle suffragette inglesi, anche venendo arrestata più volte, insieme alle altre, durante le numerose manifestazioni e proteste messe in campo.

Nel 1910 Alice tornò negli Stati Uniti, decisamente ispirata da quanto visto e sperimentato nel movimento delle radicali suffragette inglesi e nel 1912 scrisse la tesi di dottorato sulla posizione legale delle donne in Pennsylvania; si laureò anche in giurisprudenza al Washington College e all’American University. Allo stesso tempo si iscrisse al National American Women’s Suffrage Association (NAWSA), facendosi carico di portare avanti, all’interno dell’associazione, la campagna di sensibilizzazione nazionale per il suffragio universale e l’approvazione di un emendamento alla Costituzione Federale. Per fare ciò si trasferì a Washington D.C. insieme alla sua amica Lucy Burns, che aveva conosciuto in Inghilterra, e a Crystal Eastman, con le quali il 3 marzo 1913 organizzò la famosa parata pacifista lungo Pennsylvania Avenue, cui parteciparono più di 8.000 donne, molte delle quali arrivate da altre parti del mondo. La parata fu condotta in abito bianco su un cavallo bianco da Inez Milholland, famosa avvocata e attivista americana, membro del NAWSA: durante la parata la folla assaltò le suffragette mentre la polizia guardava, ma la notizia pubblicata poi sui giornali nazionali risvegliò l’opinione pubblica americana e aprì la strada al dibattito che seguì negli anni successivi sul diritto di voto alle donne.

L’interesse di Alice Paul per una strategia di lotta che portasse a un emendamento costituzionale non collimava però con gli interessi della NAWSA, associazione più concentrata sulle campagne nei singoli stati. Pertanto nel 1916 Alice Paul e le sue sostenitrici fondarono il National Women’s Party (NWP) e nel gennaio del 1917 organizzarono il primo presidio pubblico della storia americana davanti alla Casa Bianca. Questa famosa iniziativa strategica di protesta non violenta fu denominata Silent Sentinels. Si trattava di un presidio silenzioso di donne, che non interagivano con il pubblico, munite di cartelli con scritte dirette al Presidente Wilson: stavano in piedi per sei giorni la settimana, otto ore al giorno e con qualsiasi condizione atmosferica. Fino ad allora nessuno aveva osato mettere in discussione il Presidente degli Stati Uniti.

Questa strategia silenziosa e nonviolenta non cessò neppure con l’entrata in guerra degli Stati Uniti, nell’aprile del 1917: al contrario, le suffragette guidate da Alice Paul, a quel punto, misero proprio in risalto la contraddizione tra gli appelli del Presidente Wilson a favore dell’unità nazionale e della democrazia americana in un momento così delicato, e il fatto che quegli ideali democratici non fossero affatto pienamente attuati in patria, negando il diritto di voto a tutte le donne. La situazione precipitò rapidamente fino al punto che 168 suffragette furono arrestate con il pretesto di aver bloccato il traffico e furono portate in carceri assolutamente inospitali, nelle quali iniziarono uno sciopero della fame, che risvegliò però l’attenzione dell’opinione pubblica in merito al trattamento brutale che veniva loro riservato in carcere – in particolare alimentazione forzata e percosse, oltre a condizioni igieniche inaccettabili.

Dopo la scarcerazione di Alice Paul e il sostegno alle donne dell’opinione pubblica, il Presidente Wilson fu costretto a cambiare la sua posizione alla fine del 1917 e annunciò il suo supporto all’emendamento costituzionale per il suffragio universale, che fu poi definitivamente approvato e ratificato da 36 stati nell’agosto del 1920.

Dopo l’approvazione del Diciannovesimo emendamento molte donne lasciarono la lotta nel movimento per l’uguaglianza di genere, ma non Alice Paul: nel 1923 scrisse Equal Rights Amendment (ERA)”, un altro emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti volto a garantire a tutti i cittadini americani gli stessi diritti, senza distinzioni di sesso, per porre fine a tutte le distinzioni giuridiche tra uomini e donne: “Equality of rights under the law shall not be denied or abridged by the United States or by any state on account of sex” (L’eguaglianza dei diritti non potrà essere negata o limitata dagli Stati Uniti o da qualsiasi Stato in ragione del sesso). Nonostante tutti gli sforzi ormai decennali, supportati da più parti, l’emendamento ERA non è stato però ancora ratificato come emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti d’America.

Alice Paul morì il 9 luglio 1977 all’età di 92 anni: nel 1985, anno del centenario della sua nascita, fu fondato a Paulsdale, nel New Jersey, il Alice Paul Institute (API), che è luogo di interesse storico nazionale dal 1991. L’istituto no-profit svolge anche attività di sviluppo e formazione agli educatori e alle donne, incoraggiandole a diventare leader in grado di portare avanti l’impegno di Alice Paul per l’uguaglianza di genere e per l’approvazione dell’emendamento ERA.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Alice Paul

Conversations with Alice Paul: Woman Suffrage and the Equal Rights Amendment, An Interview Conducted by Amelia R. Fry, 1979, The Bancroft Library
Gallagher, Robert S., "I Was Arrested, Of Course…", American Heritage, February 1974, Volume 25, Issue 2. Interview of Alice Paul

Graham, Sally Hunter. "Woodrow Wilson, Alice Paul, and the Woman Suffrage Movement, " Political Science Quarterly 98 (Winter 1983-1984): 665-79

Walton, Mary. A Woman's Crusade: Alice Paul and the Battle for the Ballot. Palgrave Macmillan, 2010

Willis, Jean L. "Alice Paul: The Quintessential Feminist," in Feminist Theorists, ed. Dale Spender (1983)

Angeli D’acciaio (Iron Jawed Angels), di Katja von Garnier, USA, 2004

Alice Paul Institute

La Storia di Alice Paul, una Donna in Marcia per la Liberazione delle Donne - EticaMente


Alessandra Passerini

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Voce pubblicata nel: 2024