Adelina De Marchi, figlia di Demetrio De Marchi e Giuditta Rizzardi, fu una figura centrale nella Milano filantropica e sanitaria del primo Novecento. Benestante e senza figli, appartenente alla borghesia colta della città, destinò la propria eredità a un progetto di grande valore civile: creare un luogo in cui la cura dell’infanzia non fosse solo carità, ma diritto e dignità.
Nacque a Buenos Aires il 29 giugno 1867. Della sua famiglia si sa pochissimo, se non che era di origine svizzera ticinese e che possedeva un’industria chimica in Argentina. Altri dettagli sulla sua biografia si possono dedurre dalla traccia lasciata dalle sue numerose e generose donazioni.
Nel 1909, insieme al fratello Marco De Marchi – in collaborazione con il professor Luigi Mangiagalli, medico, scienziato e futuro sindaco di Milano –, Adelina contribuì alla fondazione dell’Asilo per le madri povere Regina Elena, ad oggi uno dei padiglioni dell’attuale Policlinico di Milano.
Non fu una semplice donatrice: scelse di intervenire in prima persona nella realizzazione dell’Istituto, occupandosi della struttura, delle finalità, del modello assistenziale. Il suo impegno si concentrò in particolare sulla tutela dei bambini indigenti e delle madri in difficoltà, in un tempo in cui la medicina pediatrica pubblica era ancora una novità assoluta.
Nel 1912, insieme al medico Giulio Banfi, fondò la scuola convitto per infermiere Victor De Marchi con sede a Milano in viale Lombardia.
Il 28 novembre 1915 con una donazione di 600mila lire convertì la struttura nella Clinica Demetrio e Giuditta De Marchi, istituzione ancora oggi attiva, per garantire continuità a quel progetto. Il nome scelto non fu il suo, ma quello dei genitori: una scelta che rivela qualcosa del suo modo di stare nel mondo – mai protagonista, ma sempre radice e spinta silenziosa.
Nel 1917 ricevette dal Ministro della Pubblica Istruzione la grande medaglia d’oro dei benemeriti della salute pubblica. Nello stesso anno fu inaugurato nell’Ospedale Castelli di Verbania il padiglione Giuditta e Demetrio De Marchi per i malati di tubercolosi, grazie alle donazioni della contessa Giovanna Cadorna e della stessa Adelina De Marchi. Un’altra donazione testamentaria venne disposta nel 1918 da Erminia Imperatori, a completare la triade di benefattrici che permisero la costruzione e il mantenimento della struttura.
Nel 1924 fu lanciata una sottoscrizione a favore dell’Università Statale di Milano e del Politecnico che vedeva un cospicuo numero di donatori. Nell’elenco dei sottoscrittori compare anche Adelina De Marchi, che donò anonimamente specificatamente in favore della facoltà di medicina. La donazione ammontava a 2 milioni e mezzo di lire. Contestualmente donò all’Università una villa in via Luigi Vanvitelli, nella zona di Porta Venezia. L’area di 4920 mq comprendeva un vasto parco e una dimora in stile liberty, già adibita durante la grande guerra a piccolo ospedale. Con il lascito, l’Università si impegnava a creare un Istituto di Biochimica e Terapia sperimentale e a mantenere l’ospedale, che si trovava nel corpo centrale della villa ancora oggi visibile in via Vanvitelli.
Adelina morì il 29 luglio 1933 a Milano a Palazzo Moriggia, di proprietà della famiglia De Marchi dall’inizio del Novecento e ad oggi sede del Museo del Risorgimento e delle Raccolte Storiche del Comune di Milano. Alla sua morte, il fratello Marco De Marchi con una donazione permise la costituzione dell’Istituto di Farmacologia e la riorganizzazione dell’ambulatorio in un ospedaletto fornito di stanze di degenza, cucina e cappella.
Il suo nome è oggi legato a un reparto ospedaliero di eccellenza. Eppure, nonostante l’impatto della sua azione, la sua figura è rimasta ai margini della memoria pubblica. Di lei si sa pochissimo: non sono facili da reperire neppure le date anagrafiche. Ma resta visibile ciò che ha generato: un luogo reale dove tanti bambini sono stati – e continuano a essere – curati e protetti.
Sito ufficiale della Fondazione De Marchi Marco De Marchi (naturalista) - Wikipedia (fratello di Adelina De Marchi)
Interno Clinica De Marchi (1915 circa)
Francesco Clementi, L’istituto di farmacologia dell’Università di Milano dal 1946 al 1980. Un esempio fortunato di incontro tra ricerca, territorio e mecenatismo per la ripresa della ricerca biomedica dopo la guerra, 2022.
Olivia Fiorilli, La Signorina dell'Igiene. Genere e biopolitica nella costruzione dell’‘infermiera moderna’, Pisa, Pisa University Press, 2015.
La clinica pediatrica De Marchi, in «Il buon cuore», Anno XIV, n. 49, 4 dicembre 1915.
La fondazione dell’Università degli Studi di Milano su Fondazione Rotary Club Milano.
Circolo ricreativo Luigi Mangiagalli
Convenzione per il mantenimento della Regia università di Milano, a norma del R. decreto 30 settembre 1923, n. 2004 in «Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia», 6 dicembre 1924, numero 285.
E. Bertone, Cenni sulle origini degli ospedali di Verbania, Verbania, Vercellini, 1966.
Palazzo Moriggia in Civiche Raccolte Storiche
Milano scientifica 1875-1924, a cura di Elena Canadelli e Paola Zocchi, vol. 2, La rete del perfezionamento medico, a cura di Paola Zocchi, Sironi Editore, 2008.
Voce pubblicata nel: 2025
Ultimo aggiornamento: 2025