La Lettera delle Chiese di Lione e Vienne alle Chiese d’Asia e di Frigia, contenuta nel V libro dell’Historia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, è un documento di significativa ricchezza non solo per la letteratura martirologica, ma anche per la storia del cristianesimo delle origini. Tra i martiri della persecuzione avvenuta nel 177 è presente anche una schiava, Blandina, arrestata insieme alla sua padrona di cui non viene trasmesso il nome, che è ricordata per tre volte nella lettera per via del suo comportamento eroico. Di lei non conosciamo molto: non abbiamo notizie sulla sua vita, solo il resoconto della sua morte.

Per poter comprendere correttamente la portata del ruolo svolto da Blandina, è indispensabile collocarla nel contesto in cui agisce. Nel piccolo gruppo di martiri, variegato per ruolo ecclesiale, condizione sociale, età e genere, Blandina emerge: è una donna, è schiava e ha anche particolari motivi di fragilità fisica, che sono stati interpretati come segno di età avanzata (nel testo si afferma che durante i supplizi “sembra ringiovanire”).
La centralità della figura di Blandina risalta immediatamente nella narrazione, in quanto attraverso di lei vengono ribaltati tutti i valori tipici della società pagana e la si riconosce come la prescelta attraverso cui si manifesta la potenza di Dio: è un paradosso vivente. È una donna, anziana e schiava, eppure il suo enorme coraggio manifesta a tutta la comunità la presenza viva e reale di Cristo in mezzo a loro.

Blandina, sfidando i pregiudizi tradizionali della debolezza del sesso femminile, testimonia il ruolo fondamentale delle donne nelle comunità cristiane dei primi secoli. Nel testo viene subito sottolineata la sua debolezza fisica, con parole poco delicate, tanto che i compagni sono preoccupati che non sia in grado di pronunciare la professione di fede:

In modo particolare, l’ira della massa, del governatore e dei soldati si avventò […] contro Blandina, in cui il Signore mostrò che tutto ciò che appare meschino, spregevole, brutto agli occhi degli uomini, merita invece la gloria maggiore presso Dio... 1

Blandina, al contrario, mostra la forza di un atleta e la sua professione di fede diventa così fonte di sollievo e di ringiovanimento:

Ma la beata schiava, simile a un valoroso atleta, sembrava ringiovanire nei supplizi: era per lei un ristoro, un sollievo, una cessazione del dolore dichiarare «sono cristiana e niente di malvagio avviene tra noi».2

Le uniche parole che pronuncia nel testo sono quelle della sua professione di fede, la sua esemplarità non si esprime con la voce, ma nelle azioni. In generale, tutte le martiri acquisiscono una potente forza comunicativa, che non riguarda solo il registro verbale, come nel caso di Blandina, dove l’efficacia della sua azione di incoraggiatrice e incitatrice dei compagni si manifesta attraverso le sue azioni e la sua forza, fino alla emblematica affermazione che in lei i compagni vedevano il Crocifisso.

Blandina, appesa a un palo, era esposta come preda alle fiere aizzate contro di lei; con le braccia stese in croce e il volto atteggiato a un’espressione di fervida preghiera, al solo vederla infondeva coraggio ai lottatori. Infatti, quando gli altri martiri la guardavano durante la prova, anche con gli occhi del corpo scorgevano nella loro sorella colui che era stato crocifisso per loro, per convincere quelli che credono in lui che ogni persona la quale patisce per la fede di Cristo merita di partecipare alla vita eterna.3

Blandina non è l’unica martire ad aver subito lo stesso supplizio di Cristo, altri uomini e donne hanno subito la stessa condanna. Insieme a Blandina vanno ricordate, tra le altre, Giulia, Vilgefortis, e Liberata, figure femminili che con la loro morte in croce diventano emblema della sequela femminile, rappresentando la totale dedizione a Cristo e assumendo una potente rilevanza simbolica, fino al punto di farsi rappresentazione di Gesù stesso.

Purtroppo nel corso dei secoli il ritratto di Blandina è stato mitizzato, tant’è che la maggior parte delle rappresentazioni iconografiche recenti la raffigurano come una graziosa giovane donna.

Note


1 HE V 1, 17
2 HE V 1, 19
3 HE V 1, 41


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Blandina di Lione


CARFORA A., I cristiani al leone. I martiri nel contesto mediatico dei giochi gladiatori, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2009.

MAZZUCCO C., E fui fatta maschio. La donna nel Cristianesimo primitivo, Casa Editrice Le Lettere, Firenze 1989.

NOCE C., Donne e violenza nella Storia Ecclesiastica e nei Martiri di Palestina di Eusebio di Cesarea, in Storia delle donne, n. 11, Firenze University Press, Firenze 2015.



Voce pubblicata nel: 2025

Ultimo aggiornamento: 2025