Maria Rosa Cleobulina Cotenna è nata e vissuta per sessantaquattro anni nel palazzo cinquecentesco dei suoi avi a Monte San Quirico, una località vicina a Lucca. Qui è morta nel 1874 in solitudine ed estrema povertà per aver sostenuto con ingenti somme la causa italiana e i bisognosi, votando la sua vita alla causa del Risorgimento italiano.
Dagli scritti sopravvissuti alla dispersione patrimoniale e alla distruzione compiuta di sua mano per proteggere i cospiratori corrispondenti, appare come una donna esuberante, carismatica, energica e che non si sottrae ad atti eroici.
È indirizzata alla scrittura poetica sin dall’età di cinque anni dai suoi genitori, ambedue benestanti, poeti e patrioti. Il giacobino lucchese Vincenzo Cotenna (1772-1840)1 e la contessa Gaetana Del Rosso (1783-1862)2 sono entrambi inseriti e attivi nel mondo della politica, della cultura e della cospirazione. Cleobulina li affianca nell’attività rivoluzionaria e dirige nel palazzo Cotenna, insieme alla madre, un nucleo cospiratorio formato prevalentemente da esponenti della borghesia e del proletariato lucchese. Stretti sono i legami con i nuclei reazionari presenti nella Valle del Serchio, nella Garfagnana, a Pisa e a Livorno.
Il 17 giugno 1834 sposa Gabriello Leonardi3, anch’egli cospiratore. Da lui avrà sei figli, e — morta la madre naturale — alleverà anche uno dei figli avuti da Leonardi con altre donne.
All’età di trent’anni le viene asportata4 la mano destra a causa del tetano.
Sostiene di possedere il dono della profezia, avendo presagi di cui dà notizia agli amici più cari, come la predizione della caduta della Repubblica Romana e la conseguente ritirata di Garibaldi da Roma nel 18495. Anche per questo, probabilmente, è stata definita la pazza demagoga di Monte San Quirico.
Studiosa della letteratura italiana e della poesia classica, corrisponde con scrittori e poeti tra cui Silvio Pellico6, che è spesso ospite in Casa Cotenna. Scrive novelle a sfondo moralistico, racconti e poesie prevalentemente a carattere patriottico. Nei suoi scritti celebra il valore delle donne e in particolare quello di Teresa Confalonieri, Cristina di Belgioso, Teresa Bandiera. Esalta Anita Garibaldi come massimo esempio della passione civile e patriottica.
Ha contatti epistolari e personali con gli uomini al vertice dei preparativi rivoluzionari italiani, fra cui Garibaldi e Mazzini, che è ospite nel marzo 1853 dei Cotenna, così come la sua compagna Giuditta Sidoli7.
A partire dal 1848, Cleobulina e la madre sono sorvegliate dalla polizia, infondatamente convinta che Garibaldi fosse nascosto in casa Cotenna.
Lo stretto legame di sua madre Gaetana e il suo con il reazionario Francesco Guerrazzi fa sì che, in seguito alla caduta nell’aprile 1849 del dittatoriale Governo Provvisorio Guerrazzi, alcuni contestatori radunati a Monte San Quirico cerchino di appiccare il fuoco alle mura della sua casa. Cleobulina riesce a fermarli.
Nel mese di maggio scoppia a Livorno un’insurrezione mazziniana e il gruppo di patrioti lucchesi guidato dalle Cotenna organizza manifestazioni di sostegno. Il 20 giugno 1849 Cleobulina è arrestata insieme ad altri liberali lucchesi compromessi con il governo guerrazziano. Nella primavera del 1854 fornisce aiuti al tentativo insurrezionale capeggiato da Felice Orsini. Continuano le perquisizioni nel suo palazzo.
A Lucca gli insorti catturati a Livorno subiscono nel marzo del 1858 il processo a cui lei assiste e presta conforto ai familiari presenti.
Nel luglio viene arrestata sia per rappresaglia, sia per aver violato l’obbligo di confino a Monte San Quirico. Resta pochi giorni in carcere e continua nell’attività cospiratoria partecipando, su richiesta di Cavour, ai preparativi per l'insurrezione fiorentina per cacciare i Lorena e reclamare l'indipendenza della Toscana.
Nel marzo 1859 Cleobulina parte per il Piemonte e insieme al figlio sedicenne Vincenzo si arruola nei Cacciatori delle Alpi, dove dà assistenza ai soldati feriti e partecipa ad alcuni scontri armati della Seconda guerra d’indipendenza. Nel giugno dell’anno successivo raggruppa volontari destinati a giungere in Sicilia per combattere sotto il comando di Garibaldi.
Segnata dalla sofferenza fisica e dal dolore rinnovato nel tempo dai tanti lutti, in particolare la morte dei suoi figli, Cleobulina conclude la sua solitaria esistenza nel palazzo Cotenna e nel testamento, come gesto di riconoscenza, predispone legati alimentari per le balie e il domestico e destina il suo palazzo a Riccardo Cerri8. Cerri lo venderà ai frati Cappuccini, che a loro volta lo ingloberanno nella costruzione del loro attuale convento a Monte San Quirico.
Per due secoli l’esistenza di questa patriota scompare. Si disperde anche la certezza del luogo dove oggi siano i suoi resti mortali, originariamente sepolti nel vecchio cimitero di fronte alla chiesa parrocchiale che fu smantellato dopo il 1881. Di lei rimangono, sparse in vari archivi, tracce di corrispondenze e carteggi, tra cui alcuni del 1840-1855 conservati e in parte pubblicati dal prof. Augusto Mancini9 nel 1913.
La sua esistenza torna alla vita solo con le celebrazioni a Lucca del 150° dell'Unità italiana, quando quei documenti autografi sono analizzati e pubblicati da Giuseppe Mancini10, nipote del professor Augusto, e sono affiancati dall’analisi storica di Roberto Pizzi11.
Emerge così l’importanza cospiratoria di Cleobulina Cotenna Leonardi, la valorosa patriota di Monte San Quirico.
Maria Pia Baroncelli, Diario Biografico di Cleobulina Cotenna Leonardi, in preparazione; Augusto Mancini, Donne letterate e patriote lucchesi, in La Nuova Antologia, marzo-aprile 1913;
Giuseppe Mancini, Un'Italiana del popolo. Cleobulina Cotenna. Scritti editi e inediti, Lucca, Pacini Fazzi, 2012;
Roberto Pizzi, La famiglia Cotenna di Monte San Quirico e il Risorgimento lucchese in un triangolo ideale che collega Monte San Quirico, Coreglia e Treppignana, Lucca, Maria Pacini Fazzi, 2011.
Voce pubblicata nel: 2025
Ultimo aggiornamento: 2025