Nasce il 4 febbraio 1953 in un paesino del bergamasco dal nome un po’ ostico: Bottanuco, da lì con la famiglia (genitori e un fratello) si trasferisce a Bergamo. Denia è portata per la musica. Ha talento. Ha anche una voce promettente di soprano. Si iscrive allora al Conservatorio Dell’Abaco di Verona dove studia con Rina Malatrasi. Poi si perfezionerà con Rodolfo Celletti e Leyla Gencer. Nel 1980 vince il Concorso Mattia Battistini di Rieti nell’ambito del quale debutta nel 1982 (in Rigoletto, ruolo di Gilda) e in seguito nel molto impegnativo ruolo di Lucia di Lammermoor. Il primo passo è fatto e adesso bisogna pensare alla carriera. Denia sa che la strada non sarà facile ma è risoluta e anche testarda. Ce la deve fare. Nei primi dieci anni di attività artistica, la carriera la assorbe completamente. Denia Mazzola canta sia in Italia sia all’estero, in teatri di tradizione e grandi enti lirici (dal Teatro Donizetti a Bergamo al Regio di Parma, dalla Scala al Metropolitan) in diversi ruoli protagonistici del repertorio belcantistico (Mozart, Rossini, Bellini, Donizetti) e nel repertorio tradizionale per soprano lirico (vedi la popolarissima Bohème).
A partire dal 1990 si confronta con ruoli di spessore drammatico più accentuato, in particolare di opere donizettiane. Non si ferma davanti a niente. Dove c’è da sforzarsi, “arrivare” fino a un Mi o a un Fa lei ci prova, con una determinazione irremovibile. Ma se cantare le piace, forse, persino di più, ama studiare musica, scoprire antiche partiture. Farà sempre l’uno e l’altro.
È però con il tradizionalissimo celebre ruolo pucciniano di Mimi, “gaia fioraia”, che nella vita di Denia succede qualcosa.
Denia ha più di trent’anni quando, alla Scala, sta cantando in una produzione diretta da Muti. Viene chiamata per un’audizione per la Lucia di Lammermoor, in cartellone sotto la direzione di un colosso della musica, Gianandrea Gavazzeni. È la prima volta che Denia si trova a tu per tu con il venerando Maestro; l’audizione ha esito più che positivo e il maestro Gavazzeni, affascinato dalla personalità della giovane cantante,la vuole anche nella Bohème in programma alla Scala a maggio.
La Bohème è l’occasione che fa scoccare il classico colpo di fulmine. Particolare non comune: il “colpo” è reciproco. Lui 82 anni, lei 38. Gavazzeni è vedovo da 18 mesi. Non può permettersi di sprecare molto tempo in tentennamenti. Decidono di sposarsi. Il Maestro commenta faceto le sue nozze parafrasando la celebre frase di Rossini a proposito della Petite Messe Solennelle (“È l’ultima follia della vecchiaia”).
Denia Mazzola e Gianandrea Gavazzeni (“quanti zeta”, commenterà qualcuno) si sposano il 5 agosto 1991 a Bergamo, nella chiesa di Santa Grata, contrada di Borgo Canale, dove è stato battezzato Gaetano Donizetti. Un matrimonio privato, solo familiari e amici stretti. La sposa, in corto écru è portata all’altare da suo padre, secondo la tradizione. Al ricevimento esclusivo nella casa del Maestro a Porta Dipinta, sono preparati quaranta coperti. Il menu raffinatissimo è servito da Vittorio, primo catering di Bergamo. Sei portate e dessert. Evitata la torta nuziale con in cima la coppia degli sposini in zucchero (“Non siamo arrivati a tanto” commenterà Gavazzeni sorridendo).
Il “viaggio di nozze” ha per mèta Salsomaggiore, l’ultima possibilità per la sposa cantante di fare la cura alle Terme, poi è impegnata fino al prossimo luglio: a Palermo deve debuttare in Lucrezia Borgia, poi è alla Scala con Lucia di Lammermoor, sempre diretta dal neo-marito.
Nel mondo musicale i commenti non si risparmiano. Non sempre benevoli. Dilagano le invidie. Molti anni dopo Denia confesserà amaramente “Se avessi immaginato le cattiverie che sono state dette, e anche fatte, contro di me, forse ci avrei ripensato.” Molti le chiederanno “Cosa l’ha sedotta, al di là della musica, in questo vecchio signore?” Ma la domanda poteva venire solo da chi non conoscesse Gavazzeni, personaggio eclettico di grande fascino, cultura sterminata, classe da vendere, studioso instancabile, dotato di memoria eccezionale. È proprio sulla vastità della ricerca musicale e sulla collaborazione che loro si trovano, “fanno coppia”.
Sostenuta dall’appoggio del Maestro, Denia si lancia in nuove sfide: abbandona i ruoli di coloratura per affrontare il repertorio lirico della Scapigliatura, del naturalismo e del verismo e post-verismo (Mascagni, Ponchielli, Alfano, Catalani, Giordano, Refice, Smareglia, Debussy). È una evoluzione importante e insolita, per la voce e il temperamento di una cantante lirica e sta a segnalare il ventaglio delle possibilità artistiche e la caparbia volontà di Denia Mazzola. Ci riesce incalzando il consorte stesso ad affrontare nuovi debutti: Zazà e Pagliacci di Leoncavallo, La Rondine di Puccini (opere che Gavazzeni, 86 anni, grande propugnatore del verismo italiano, non aveva mai dirette). Sempre guidata dalla bacchetta del marito Denia affronterà ancora la gagliarda Caterina Cornaro, di Donizetti.
Nel 1996, Gianandrea Gavazzeni muore. A lui la Scala riserva le onoranze dei Grandi, con l’esposizione del feretro nel ridotto della Scala a porte aperte, picchetto dei corazzieri in alta uniforme, mentre Riccardo Muti dà l’attacco della Marcia funebre dell’Eroica di Beethoven. Per Denia, incomincia una terza vita. Dopo un primo sbigottimento, si fa forza e riprende il canto e lo studio. Fonda la società Ab Harmoniae Onlus che si dedica con fervore al recupero di compositori e opere ingiustamente dimenticate oltre al servizio sociale - attraverso la voce cantata - presso le comunità più disagiate (Carceri. Ospedali, Unità di cure palliative, Favelas, Case di riposo).
Intraprende l’insegnamento. Ripropone un autore vilmente escluso dal repertorio a causa dell'ignobile diceria di “portamale”: il triestino Antonio Smareglia, del quale Denia organizza esecuzioni in forma di concerto e la registrazione per la Casa Bongiovanni, specializzata in rarità.
Realizzerà qui la prima incisione di otto opere, interpretandone sempre lei il ruolo principale. Ne incide con altre Case discografiche (di cui Ricordi, Fonit Cetra, Agorà, Universal Records)per un totale di una quarantina di nuovi titoli operistici creando così un inestimabile patrimonio di pagine ed Autori disattesi da anni e da secoli.
Con 178 ruoli da protagonista in repertorio, Denia Mazzola Gavazzeni può a ragione dirsi detentrice di qualche prestigioso record.
Stabilitasi a Montecarlo, dà vita a una intensa attività di ricerca. Autrice di testi e drammaturgie per il Teatro musicale, organizza e produce spettacoli di ampio, medio e piccolo organico; cura la messinscena di “Du chant” su Reynaldo Hahn e “Voce di Donna” intorno alle più belle melodie degli anni ’50. Firma alcune regie liriche a Tokio. Vivo il suo impegno sociale verso il mondo della donna, che espleta collaborando con i Ministeri di Giustizia Francese e Italiano per le attività rieducative-musicali presso le Carceri femminili francesi e lombarde. Dopo anni di insegnamento dell’arte scenica e del canto presso vari Conservatori di Musica italiani ottiene il ruolo per la cattedra di Canto del Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza. Dal 2017fa parte del Soroptimist International Club Milano alla Scala.
Quando sul mondo si abbatte la sciagura del Coronavirus, Denia si iscrive online all’Università al corso biennale per la laurea in Lettere e Filosofia, rimanendo in corso senza perdere un esame.
Tanto attivismo musicale e sociale ha suscitato riconoscimenti prestigiosi: Denia Mazzola Gavazzeni è stata insignita della Medaglia d’Oro della Città di Nizza per meriti culturali e di solidarietà, ha ottenuto la Siola d’Oro riservata a Voci di soprano lirico di coloratura; il Mascagni d’oro; il Premio alla carriera Isola d’Elba; il Premio Alfieri per l’esecuzione dell’opera Mirra, conferito dalla Fondazione Centro Studi Alfieriani; il Platinum per le incisioni di Parisina, Risurrezione, Cassandra, Medea (conferito da l’Accademie Internationale de l’Art Lyrique di Parigi)...
Agli amici, l’indomabile signora invia dal suo smartphone fotografie bellissime scattate nel suo giardino, dove coltiva fiori e piante rare. Per le rarità, Denia Mazzola Gavazzeni ha proprio una passione.
Voce pubblicata nel: 2022
Ultimo aggiornamento: 2023