Nell’immediato dopoguerra, quando iniziava il collettivo percorso di risalita e di ricostruzione, Elena (Nena) Berrone dava inizio al suo personale progetto di vita e di lavoro. Un percorso che si discostava in modo netto da quello della maggioranza delle donne della sua generazione. La prima diversità derivava dal conseguimento di una laurea, traguardo che poche donne all’epoca raggiungevano. Per di più aveva scelto di studiare architettura, una disciplina in cui c’erano poche (o nessuna) rappresentanti del suo sesso, se non si tiene conto della celebre “architettrice” del ‘600, Plautilla Bricci.

Nel 1945 Elena Berrone si laureò al Politecnico di Milano con un punteggio di 86/100 e, altra cosa allora abbastanza inusuale per una donna, iniziò subito a lavorare, collaborando con altri architetti e scegliendo un campo di attività che fino ad allora era stato, almeno professionalmente, appannaggio della forza lavoro maschile. “In cantiere, con passo deciso, si muoveva abilmente tra scavatori e giardinieri, in un ambiente ancora prettamente maschile” scrive di lei Marco Bay.

La passione per le piante le fu probabilmente trasmessa dalla madre Adele, appassionata di giardini, collezionista di rarità botaniche e scrittrice per «Il giardino fiorito». L’estro creativo, il senso delle forme e la fantasia le derivarono dal padre, scultore argentino. A lui si deve il nomignolo “Nena”, con il quale amava essere chiamata e che non era un diminutivo di Elena, ma il corrispondente argentino di niña.

Professionalmente Elena si occupò da subito della sistemazione a verde di aree pubbliche e di edifici privati e pubblici. Seppe dare credibilità e valore alla professione del paesaggista, allora poco riconosciuta in Italia. Lei stessa aveva imparato il mestiere da autodidatta, perché non esistevano scuole dove lo insegnassero, e solo successivamente ne approfondì le conoscenze e ne perfezionò la tecnica in Gran Bretagna.

Già nel 1947 era responsabile del Settore Verde della Mostra Internazionale di Architettura della VIII Triennale di Milano. In quell’ambito furono concepiti i giardini del quartiere sperimentale QT8. Il progetto comprendeva anche la realizzazione del Montestella, conosciuto a Milano come La Montagnetta, realizzato con le macerie degli edifici bombardati, che sarebbe diventato uno dei parchi più grandi della città. Seguì passo passo i lavori benché essi si protraessero a lungo, supervisionando la trasformazione a verde dell’area e la scelta delle piante.

Balsari Berrone sviluppò nel tempo un’intensa attività progettuale di giardini al fianco dei più importanti architetti del dopoguerra dedicandosi con passione anche all’attività divulgativa. Contribuì a fondare nel 1950 l’AIAPP Associazione Italiana dei Paesaggisti e promosse concorsi, tra cui quello Internazionale delle Rose alla Reggia di Monza.

Con Gardella e Zanuso ideò nel 1955 un albergo ad Arenzano, collaborò con Giò Ponti progettando i giardini di Villa Nemazee a Teheran, un’oasi nel deserto a 2.000 metri di altezza per la quale le essenze arboree furono portate in aereo dall’Italia. Collaborò anche con Magistretti nella realizzazione dell’edificio per abitazioni in piazzale Aquileia 8 e si occupò del giardino della mensa dell’Olivetti a Ivrea.

Nel 1960 realizzò la prima scalinata con pedate a prato e alzate in legno, e uno dei primi giardini botanici a Sesto San Giovanni. Sono impressionanti il numero e la varietà dei suoi interventi quanto la versatilità dei lavori svolti che spaziano da progetti di case per anziani, disabili, o ancora ospedali e giardini pubblici, a quelli per le aziende multinazionali.

Nel 1971 si occupò della sistemazione del verde intorno ai nuovi edifici dedicati agli uffici dell’IBM a Segrate. Riprendendo la griglia dimensionale modulare su cui erano stati costruiti gli edifici progettati dall’Architetto Marco Zanuso, creò un disegno geometrico che distribuiva razionalmente lo spazio del traffico e dei posteggi e, nello stesso tempo, caratterizzava una nuova forma moderna di landscape.

Dal 1980, quando la figlia Chiara Adele Balsari si è laureata in Architettura a Genova, ha iniziato a lavorare con sua madre scoprendo subito un’intesa e una passione per il suo lavoro di paesaggista. Testimoniano la grande intesa progettuale e professionale le parole della figlia stessa che in un’intervista dichiarò “Se nei tuoi primi lavori sei guidato da un buon maestro (o da una buona maestra come nel mio caso) non hai timori ma solo entusiasmo nell’affrontare temi completamente nuovi e risolvere problemi mai sperimentati”.

In quei primi anni, uno dei lavori più significativi sviluppati anche con l’architetto Marco Bay, è stata la sistemazione esterna dello Stabilimento Loro Piana a Roccapietra, in provincia di Vercelli. Nel 1997 si occupò del restauro dei giardini di Piazza della Repubblica sponsorizzato dai due alberghi prospicienti, e nel 2003 del verde di una lottizzazione a sud di Milano.

Tra il 2003 e il 2006, madre e figlia si sono occupate della costruzione del Parco Pubblico Cascina Caimera a Milano tra l’Alzaia del Naviglio Pavese e gli svincoli dell’Autostrada dei Fiori in un’ampia area urbana trasformata in complesso residenziale. L’area era completamente abbandonata e usata, in buona parte, come discarica. L’idea progettuale fu quella di creare uno spazio dotato di una precisa e forte identità in un contesto urbano molto frammentato.

Insieme, madre e figlia, hanno inoltre pubblicato il volume Giardini disegnati che racconta la storia di oltre cinquant'anni di giardini realizzati. In esso vengono presentati 22 esempi di giardini (di cui 16 privati) sparsi in tutti i climi d'Italia, tre stabilimenti, un giardino d'inverno, un centro bancario, il Chiostro di Mirasole.

Elena Balsari Berrone, mancata a 97 anni il 7 dicembre 2018 nella sua casa di Oleggio, viene ricordata per il suo tocco di inconfondibile eleganza, mai sopra le righe. Il collega Paolo Pejrone la descrive come “Donna riservatissima, di mitezza e innato garbo, esempio straordinario di amore per il proprio lavoro, condotto con tutto il fervore di chi profondamente lo sente.”



Voce pubblicata nel: 2024

Ultimo aggiornamento: 2024