Όλη αυτή η τραγωδία, από την αρχή ως το τέλος, δεν πρόκειται να σβήσει από κανενός μας τη μνήμη, όσο ζούμε.
Nessuno di noi potrà mai cancellare dalla memoria l’intera tragedia, dall’inizio alla fine, per quanto vivremo.

Elli Sougioutzòglou nasce ad Aydn, in Asia minore, a circa un centinaio di chilometri da Smirne.
È il 1899 e la storia della sua famiglia greca - discendente degli antichi coloni della Grecia classica, detti mikrasiàtes - si intreccerà con gli avvenimenti che sconvolgeranno quella parte di mondo, di lì a poco. Già a partire dal 1900 si scatenano dei veri e propri pogrom che, entro il 1923 - unitamente alle deportazioni di massa e agli stermini per fame ed epidemie - faranno milioni di vittime tra ebrei, greci e armeni.
La fine della Prima Guerra Mondiale segna anche la fine dell’Impero Ottomano e il primo ministro greco, Eleftheríos Venizélos, coltiva e sostiene la Megàli Idea — il sogno di una grande Grecia dal Mar Ionio alle prime pendici dell’Anatolia.

Nel 1919, con il pretesto di proteggere la popolazione greca dalle probabili ostilità turche, l’esercito greco sbarca in territorio turco.
Nello stesso anno scoppia la guerra che, con la conseguente distruzione di Aydin, interrompe bruscamente il clima idilliaco in cui Elli è vissuta finora. La sfida da affrontare è sopravvivere: la città, saccheggiata per tre giorni, subisce, infatti, il massacro della popolazione.

È questo il contesto storico in cui Elli vive gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza: la sua è una famiglia molto ricca e i suoi ricordi d’infanzia resteranno per sempre legati ai momenti sereni trascorsi con i genitori e i fratelli nella grande casa di famiglia.

Nel 1922 Mustafa Kemal - il giovane generale che passerà alla storia come Atatürk, “padre dei Turchi” - riesce a riconquistare i territori occupati dai greci. L’anno successivo, in seguito al Trattato di Losanna che sancisce lo scambio di popolazioni tra Grecia e Turchia - i greci autoctoni sopravvissuti abbandonano il Paese: si crea così un doppio esodo in entrambe le direzioni. È la stessa Elli a descrivere nel suo diario la catastrofe in modo vivido e drammatico, raccontando nei suoi diari la cronaca delle persecuzioni e la fuga della sua famiglia.

Rifugiatasi a Smirne presso alcuni parenti, la famiglia ha perso tutto: Nelly chiede al padre il permesso di andare in Germania, a Dresda, per studiare pittura e musica. Parte accompagnata dal più piccolo dei suoi fratelli.
Oltre a studiare, si avvicina alla locale comunità greca dove conosce Angelo Seraidari, il suo futuro marito. Ben presto anche Smirne viene colpita dalla catastrofe (Mikrasiatikì Katastrofì). La sua famiglia sfugge alla morte una seconda volta ed emigra ad Atene. Scrive Nelly’s:

Dopo questa tragedia totale, bisognava pensare molto attentamente al da farsi. Le condizioni erano cambiate: dovevo dire addio ai miei sogni e orientare le mie scelte verso qualcosa di più pratico per il futuro. Mi venne l’idea fissa di abbandonare la pittura e la musica per dare una possibilità alla fotografia. Pensai che così avrei potuto intraprendere una carriera più consona alla situazione… in modo da poter aiutare sia la mia famiglia che me stessa.1

Nelly’s continua a studiare presso i più significativi maestri dell’epoca, come il maestro ritrattista Hugo Erfourth, e con i suoi danzatori - il movimento dei corpi l’affascina e ne fa soggetto preferito nei suoi scatti - partecipa alla sua prima mostra collettiva. In seguito, diplomatasi con Franz Fiedler nel 1923, rientra ad Atene dove intende dedicarsi alla carriera di fotografa.
Tra mille difficoltà, nel 1924 apre il suo studio fotografico a Ermou, la via dedicata al dio Ermes che, nel cuore della città antica, collega la necropoli di Kerameikòs a platìa Syntagma.
Fotografa anche la famiglia reale greca, pur non essendone la fotografa ufficiale: cattura non solo i volti dei cittadini ateniesi tra le due guerre, ma anche quelli di scrittori, poeti, pittori, musicisti, attori e politici famosi, personaggi della cultura e della storia della Grecia del suo tempo.

Nel 1925 organizza la sua prima personale dedicata (si tratta di scatti unici nell’intera sua carriera) ai profughi microasiatici, per lei incarnazione del dolore umano. Le tematiche su cui si concentra in questo periodo riguardano Atene: i vecchi edifici - monumenti, case e palazzi - e l’Acropoli, sfondo per danzatrici e atlete senza veli2; Delfi, nel cui teatro immortala le rappresentazioni delle tragedie antiche; la campagna, con scene rurali di uomini e donne semplici, la vita monastica. Collabora, in questi anni, con alcuni grandi disegnatori di moda dell’epoca.

Nel 1929 sposa il pianista Angelo Seraidari: la affiancherà nel suo lavoro per il resto della vita. Nel 1936 si sposta a Berlino per i Giochi Olimpici, ma l’atmosfera che si respira nel Paese di Hitler è nefasta e foriera dei futuri drammatici eventi. Tuttavia, l’anno successivo vi fa ritorno per immortalare l’incontro tra Mussolini e il Fürher. In quell’occasione, la Gestapo le requisisce tutto il materiale fotografico - destinato al gerarca nazista Joseph Goebbels - che andrà perso per sempre.

Nel 1939 Nelly e Angelo arrivano a New York in rappresentanza del proprio Paese all’Esposizione Internazionale. Con “Paralleli”, una serie di collage di fotografie in cui i volti di pietra degli antichi abitanti dell’Ellade sono accostati ai ritratti di contemporanei, Nelly’s si fa portavoce della continuità della discendenza greca dall'antichità ai tempi moderni. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la blocca negli Stati Uniti e, benché lontana dalla famiglia e dagli amici, decide di restare a New York - dove vivrà dal 1939 al 1966 insieme al marito - e riparte ancora una volta da zero.

Col tempo e con la perseveranza che la contraddistingue riesce a stabilirsi, lavorare3 e affermarsi come fotografa negli ambienti newyorkesi. Oltre ai ritratti, si dedica alla pubblicità, dipinge porcellane e le espone nelle vetrine di Georg Jensen. Segue i corsi di fotografia con Alexey Brodovitch e nel 1956 crea due serie fotografiche, "Costruzioni e edifici a New York”, molto elogiate dal suo insegnante. In seguito alla vendita dei locali del suo studio, nel 1966 decide di tornare in Grecia: le continue perdite subite - di case, studi, persone, patrimonio - le ripresentano ciclicamente l’ormai vecchio e familiare trauma dello "sradicamento".

Una volta ad Atene, rimane abbastanza appartata e dimenticata per quasi un decennio, che coincide con il periodo del regime dei colonnelli (1967-1974) sotto la cui dittatura arte e cultura non hanno alcun valore. Nel 1975, riscoperta da Eleni Vlachou, direttrice del celebre quotidiano Kathimerini, rinasce a nuova vita: nel corso dei successivi vent'anni, nonostante abbia abbandonato la fotografia da tempo, numerosi sono gli articoli e i documentari che le rendono omaggio nonché i premi che le vengono riconosciuti. Nel 1984 dona le sue fotografie e la sua attrezzatura al Museo d’Arte Benaki di Atene che nel 2023 le dedica la retrospettiva Nelly’s Pioneering.

Nel 1994 Naomi Rosenblum la inserisce nel suo "A History of Women Photographers", pubblicato a New York. Muore il 17 agosto 1998 ad Atene.

Note


1 «Ύστερα από αυτή την ολοκληρωτική καταστροφή, έπρεπε να σκεφτώ πολύ και να αποφασίσω τι θα κάνω. Οι συνθήκες είχαν τελείως αλλάξει. Έπρεπε να ξεχάσω τα πρώτα μου όνειρα και να αποφασίσω κάτι πιο πρακτικό για το μέλλον. Μου μπήκε η έμμονη ιδέα ν’ αφήσω τη ζωγραφική και τη μουσική, και να επιδοθώ στη φωτογραφική τέχνη. Σκέφτηκα πως έτσι θα έκανα καριέρα πιο κατάλληλη για την περίσταση… ώστε να μπορέσω και την οικογένεια μου να βοηθήσω και τον εαυτό μου»
2 I nudi della ballerina Mona Paiva, una volta pubblicati nel 1927, escluderanno Nelly’s dalla partecipazione alle mostre collettive contemporanee.
3 Apre uno studio al numero 19 della Cinquantasettesima Strada Est.


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Elli Sougioultzoglou-Seraidari

Maria Tatsos, 14 settembre: la memoria del genocidio in Asia Minore, 14 settembre 2016 - Mondo e Missione
Nelly’s – Η φωτογράφος που έζησε δύο φορές | Η ψυχοβιογραφία της

Nelly's - Museo Benaki (EL)

Nelly’s, danzando sulla Storia - Manuela De Leonardis, ATENE, 06.04.2023© 2025 il manifesto


Voce pubblicata nel: 2025