Frances Glessner Lee è stata una figura di grande influenza nell’ambito delle scienze forensi.
Nasce a Chicago nel 1878 ed è figlia del proprietario della International Harvester, uno dei più grandi produttori di macchine agricole della nazione. Quando il fratello si iscrive ad Harvard, anche lei avanza la stessa proposta ai genitori; è appassionata di criminologia e sogna di frequentare medicina o giurisprudenza. La famiglia però non condivide i suoi progetti: meglio concentrare le proprie energie su attività più consone come la pittura e il ricamo. Si dedica, così, alla costruzione minuziosa di case per bambole, anche con l’aiuto delle lezioni di falegnameria del padre. Nel tempo libero ama anche leggere i racconti di Sherlock Holmes.
Si sposa con l’avvocato Blewett Harrison Lee, sperando di ricevere l’appoggio mai avuto in famiglia; ma questo non accade. Frances, che continua la costruzione di case per le bambole, cresce tre figli. Le case in miniatura rappresentano il dolore e la repressione che la donna prova negli anni e sono così importanti per la Glessner Lee che determinano, secondo uno dei figli, il divorzio dal marito, nel 1914. Negli anni successivi Frances conduce una vita tranquilla ma originale: trascura casa e figli per studiare la scienza forense e continua a costruire, nei minimi dettagli, le case delle bambole.
All’inizio degli anni Venti muoiono, nell’arco di poco tempo, il padre, la madre e il fratello: Frances si ritrova senza marito, senza famiglia, ma con un’eredità milionaria e la libertà che ha sempre desiderato. La svolta nella sua vita arriva grazie all’incontro con George Magrath, professore di patologia all’Harvard Medical School. Magrath spiega alla Glessner Lee le difficoltà delle autopsie e l’inquinamento delle prove da parte degli investigatori che lasciano troppe tracce personali nella scena del crimine. Bisognerebbe studiare i casi senza entrarci dentro, ma come fare?
Nel 1931, grazie ad una sostanziosa donazione, Frances contribuisce ad aprire il dipartimento di medicina legale ad Harvard e fonda, in onore dell’amico ormai deceduto, la George Burgess Magrath Library of Legal Medicine, una delle biblioteche più grandi al mondo dedicate esclusivamente alla medicina legale.
Dagli anni ’40 la scienziata riprende il suo hobby per le case delle bambole trasformandole in uno strumento didattico. Costruisce venti diorami, ovvero delle riproduzioni in scala ridotta di diverse ambientazioni, raffiguranti delitti accaduti realmente, ma modificati. Frances ha sempre amato i dettagli, che fanno la differenza nei suoi “Nutshell Studies of Unexplained Death" ovvero i diorami da lei creati.
La scienziata studia il caso prima di ricostruirlo in miniatura, investiga privatamente, legge le autopsie. Le lezioni di cucito si rivelano utili: infatti tutti i vestiti, le tende, le tovaglie presenti nei diorami sono fatti a mano dalla stessa Frances. Nelle miniature tutto funziona e tutto ha un potenziale scopo; dentro i piccoli cassetti si possono trovare delle maglie sporche di sangue; dentro la dispensa barattoli minuscoli che contengono porzioni di cibo; le chiavi girano nelle serrature. Tutto è fatto a mano con l’aiuto di un fidato falegname.
Francis si impegna anche per ricreare una perfetta scena dove si intuisce lo stato socioeconomico delle vittime e il loro stato d’animo prima della morte. Ogni diorama viene costruito in circa sei mesi e costa seimila dollari, quasi come una casa vera. I casi preferiti della Glessner Lee coinvolgono persone dimenticate come tossici e barboni, oppure donne. Vengono rappresentati spesso decessi di donne all’interno di ambienti domestici, gli stessi ambienti che per anni avevano intrappolato anche lei.
Dal 1945 ad Harvard iniziano dei seminari di medicina legale che utilizzano le miniature: alcuni vengono tenuti dalla Glessner Lee. Gli studenti hanno solo novanta minuti per osservare la scena e cercare di capire cosa è successo. Lo scopo principale non è tanto la risoluzione del caso in sé ma, come dice lei stessa, l’osservazione e la valutazione di prove indirette, soprattutto quelle con valenza medica. Frances è una donna realizzata: i poliziotti la chiamano quando non riescono a risolvere alcuni crimini e il 27 ottobre del 1943 diventa la prima donna capitano della polizia di stato del New Hampshire e la prima donna a far parte dell'Associazione internazionale dei capi di polizia.
Nel 1962 muore a ottantaquattro anni e i diorami vengono abbandonati, finché un ex studente, un medico legale a Baltimora, li acquista per riproporre gli stessi seminari che anche lui aveva seguito.
Nel 1984 escono le prime puntate di Murder, She Wrote (La signora in giallo), una serie televisiva statunitense di grande successo che ha per protagonista la scrittrice e detective Jessica Fletcher, forse ispirata proprio alla figura di Frances Glessner Lee 1.
Dei venti diorami costruiti, diciotto sono stati utilizzati fino al 1999 per scopi di formazione da Harvard Associates in Police Science. Dal 2017 al 2018 i diorami sono stati esposti allo Smithsonian American Art Museum di Washington riaccendendo l’interesse sia verso la figura di Francis sia verso il suo lavoro.
*voce a cura di Alice Chialli
Nasce a Città di Castello, in provincia di Perugia, nel 1999. Laureata in Filosofia e Scienze e Tecniche Psicologiche all’Università di Perugia, è ora studentessa magistrale in Psicologia delle risorse umane e delle organizzazioni presso l’Università di Trento. Partecipa al Gruppo SCRIBUNT: gruppo di Scrittura di Biografie- Università di Trento (referenti: Maria Barbone, Susanna Pedrotti, Lucia Rodler).
Brant, Clare. “Death in a Nutshell: Frances Glessner Lee’s ‘Nutshell Studies in Unexplained Death.’” European Journal of Life Writing, (2020), 9, 85-89.
Lee, Frances Glessner. “Legal Medicine at Harvard University.” Journal of criminal law, criminology & police science, (1952), 42 (5), 674–678.
"Morgana", 2019, Murgia, Michela, Tagliaferri, Chiara, Frances Glessner Lee e Jessica Fletcher (dicembre 2019)
Uebel, Michael. “Corpus Delicti: Frances Glessner Lee and the Art of Suspicion.” Epidemiology and psychiatric sciences, (2018), 27(2), 124–126.
Referenze iconografiche: Frances Glessner Lee. Fonte: Harvard Magazine. Immagine in Fair Use.
Voce pubblicata nel: 2023
Ultimo aggiornamento: 2023