Ida Magli nasce a Roma il 5 gennaio del 1925 (il giorno di nascita è incerto). Ben poco si sa della sua infanzia e adolescenza. Si sa, dalla sua testimonianza, che in casa Magli le femmine non possono studiare perché il padre ha decretato che sono destinate alla famiglia e ai figli. Per poter studiare, Ida dovrà aspettare la morte del padre.

Si diploma in Pianoforte al Conservatorio Santa Cecilia. Quindi si laurea in Filosofia alla Sapienza, con una tesi sul Linguaggio radiofonico, specializzandosi in Psicologia medica sperimentale. Viene poi chiamata alla Cattedra di Psicologia sociale all' Università di Siena dove rimane quattro anni. Infine, a quella di Antropologia culturale alla Sapienza, che lascerà nel 1988, anno del pensionamento anticipato.

Aveva un carattere piuttosto difficile, era riservata, forse timida. Poco si sa anche della sua vita privata e famigliare. Aveva una sorella, forse ebbe un marito o un compagno, e, come da Lei dichiarato in un'intervista, di sicuro ebbe un figlio.
Fisicamente viene descritta “minuta, bionda, sempre perfettamente pettinata, con gli occhi celeste-madonna; dalla sua vocina risuonavano asprezze di giudizio che mai ti saresti aspettato in un essere simile1.

Nel 1975 Magli diventa giornalista. Contribuisce a fondare e dirige «DWF. Donna, Woman, Femme», prima rivista italiana di studi antropologici femminile. Nel 1989 fonda «Antropologia culturale. AC», che dirige fino al 1992. Nel frattempo, collabora con «la Repubblica» e «L'Espresso».

Come studiosa collabora a grandi opere di divulgazione. Sono sue le principali voci di Antropologia culturale per l'Enciclopedia Garzanti di Filosofia e Scienze umane; le voci: “Sociologia e Religione” e “Monachesimo cristiano femminile” per l'Enciclopedia delle Religioni (Vallecchi); la voce “Antropologia culturale e Psichiatria” per l'Annuario della Scienza e della Tecnica Mondadori 1980-1982; la voce “Parentela” per l'Enciclopedia Einaudi.

A inizio anni Novanta la svolta a destra. Diventa una firma de «Il Giornale», e, nel 2000, con Giordano Bruno Guerri, fonda l'associazione ItalianiLiberi per cercare (senza riuscirci) di dissuadere l'Italia dall'entrare nell'Unione Europea. Coinvolge il Guerri nel progetto (che non si realizzerà) di fondare il Partito degli Italiani.
È questo il periodo in cui Magli esprime le sue posizioni antieuropeiste, islamofobe e anticapitaliste.

La sua impronta femminista rimane comunque riconoscibile, pur non dichiarandosi più apertamente “femminista”, in aperta polemica con i femminismi suoi contemporanei. Attacca papa Wojtyla per l'enciclica Mulieris Dignitatem, che ritiene profondamente maschilista: l’insegnamento originario di Gesù, secondo Magli, ribalta la concezione maschilista-misogina dell'Ebraismo, fondandosi sulla “assoluta parità delle Donne”.

Ida Magli è morta nel 2016, a 91 anni. Aveva due grandi passioni: coltivare rose e suonare il pianoforte.

Note


1 Giordano Bruno GUERRI: “L'Antropologa che ci ha messo in guardia su Europa e Islàm”, su Il Giornale, 22-II-2016.


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Ida Magli

Di Ida Magli:
La Donna: un problema aperto, Vallecchi, Firenze 1974;

La Femmina dell'Uomo, Laterza, Roma-Bari 1982;

Santa Teresa di Lisieux, Rizzoli, Milano 1984;

La Sessualità maschile, Mondadori, Milano 1985;

La Madonna, Rizzoli, Milano 1987;

Sulla Dignità della Donna, Guanda, Parma 1993;

Gesù di Nazaret, BUR, Milano 1996;

Per una rivoluzione italiana (con G.B. Guerri), Baldini&Castoldi, Milano 1996;

Sesso e Potere, Bompiani, Milano 1998;

Il Mulino di Ofelia, BUR, Milano 2007.

NB – Tutti i virgolettati [“...”] attribuiti a Ida Magli sono tratti dalle Opere suddette.


Voce pubblicata nel: 2025