Irène Joliot-Curie è, per nascita, un caso unico in tutta la storia moderna, in quanto figlia di due premi Nobel. La sua vita è costellata di successi, ma anche segnata da eventi tragici come le due guerre mondiali e la morte prematura del padre.

Nasce a Parigi nel 1897, figlia di Marie Curie, la prima donna a essere insignita del premio Nobel per la scienza. Trascorre un’infanzia piacevole con i genitori, attenti alla sua educazione, ma spesso distanti dalle figlie a causa delle loro ricerche. Per questo motivo trascorre molto tempo con altre figure di spicco come il nonno, Eugène Curie, dottore, socialista e ateo, che incide moltissimo nello sviluppo del carattere forte della nipote.

La vita di Irène viene segnata già all’età di nove anni dalla morte del padre, Pierre. Da quel momento la vita familiare viene stravolta e Marie è costretta a crescere da sola le sue figlie, Irène ed Ève. Irène sviluppa una personalità forte, sensibile all’autonomia femminile che orienterà il suo credo politico.

A quattordici anni entra a far parte del laboratorio fondato dalla madre per la cura del cancro, l’Institut du Radium, successivamente rinominato Istituto Curie, a cui dedica tutta la vita. Nel 1914 inizia la Prima guerra mondiale, e Irène segue la madre al fronte, nelle Fiandre, dove presta servizio come infermiera di radiologia. Alla giovanissima età di 18 anni è già capace di fare le prime radiografie da sola, tra i campi militari, a bordo dei “Petit Curie”, i furgoncini attrezzati, utilizzati per fare le lastre sul campo.

Finita la guerra, inizia a lavorare nell’istituto fondato dalla madre, che erediterà. Consegue la prima laurea e poi anche il dottorato alla Sorbona nel 1925. Proprio nell’istituto ereditato dalla madre conosce Frédéric Joliot, l’assistente della madre che sposerà nel 1926; entrambi cambiano i loro cognomi in Joliot-Curie. L’anno successivo nasce la loro prima figlia, Hélène, e nel 1932 il secondogenito, Pierre. Irène è una impegnata ricercatrice e scienziata, e anche madre presente e amorevole. In questi anni i due coniugi iniziano a pubblicare i primi studi. Nel 1934 fanno la prima ricerca che darà loro fama: la trasmutazione di boro, alluminio e magnesio in isotopi radioattivi.
Scoprono così la radioattività artificiale e nel 1935 ricevono il premio Nobel. Irène e Frédéric avrebbero potuto ricevere questo riconoscimento anche qualche tempo prima, grazie alla scoperta sperimentale del positrone e del neutrone, ma purtroppo i due scienziati non erano riusciti a interpretare i risultati (cosa che faranno James Chadwick e Carl Anderson). Irène è la seconda donna a ricevere il premio Nobel per la chimica, ma è la più giovane in assoluto.

È impegnata anche sul piano politico e matura una attività militante antifascista. Nel 1936 ottiene l’incarico di Sottosegretario di Stato alla Ricerca Scientifica. Con l’inizio della Seconda guerra mondiale i due coniugi, purtroppo, sono costretti a interrompere la ricerca sulla fissione nucleare per impedire che questa venga utilizzata dalle dittature. Irène si rifugia in Svizzera con i figli, il marito rimane in Francia, sotto falso nome, per contribuire alla liberazione di Parigi.
Finita la guerra, Irène diventa direttrice dell’istituto fondato dalla madre, ed entra nella commissione Francese per l’Energia Atomica, dove svolge un ruolo cardine nella realizzazione del primo reattore nucleare.
Il suo impegno politico e sociale continua; infatti entra a far parte del Comitato Nazionale dell’Unione delle donne francesi e del Consiglio Mondiale della Pace.

Negli ultimi anni di vita si dedica alla progettazione dell’Istituto di Fisica Nucleare di Parigi, ma non lo vedrà mai finito. Muore nel marzo del 1956 di leucemia acuta: l’esposizione ai raggi ionizzanti e l’esplosione di una capsula di polonio hanno compromesso irrimediabilmente la sua salute. All’indomani della scomparsa, l’amico e collega James Chadwick scrive su «Nature»:
I suoi genitori erano entrambi persone indipendenti e due menti brillanti, e la stessa Irène Joliot-Curie ha ereditato il loro carattere e il loro genio scientifico”.

*voce a cura di Marcello Lo Verde
Nato a Palermo (1999), laureato in “Scienze e tecniche psicologiche” all’Università di Palermo, frequenta la Magistrale di “Neuroscienze” all’Università degli studi di Trento Partecipa al Gruppo SCRIBUNT: gruppo di Scrittura di Biografie - Università di Trento (referenti: Maria Barbone, Susanna Pedrotti, Lucia Rodler).


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Irène Joliot-Curie*

Bard, C. (2009). Marie Curie et Irène Joliot-Curie. Revue de la BNF, 32(2), 30-41.

Buoninconti, F. (2015). Irène Joliot-Curie, Una Scienziata da record. Stoccolma a Roma. StaR Giornale per Sapienza Università Roma 12 gennaio 2015
(URL consultato 30 ottobre 2022)

Curie, Joliot-Curie, I., & Curie, È. (2013). Lettere. Dedalo.
(URL consultato 30 ottobre 2022)

Joliot-Curie, Irène. Enciclopedia Treccani. (n.d.)
(URL consultato 30 ottobre 2022)


Voce pubblicata nel: 2020

Ultimo aggiornamento: 2024