Nella seconda metà del Settecento, Jeanne Baret riuscì a portare a termine un’impresa impensabile: in un’epoca in cui, per legge e per superstizione, alle donne era interdetto viaggiare in nave da sole, poté imbarcarsi e circumnavigare il globo nella famosa traversata compiuta da Louis Antoine de Bougainville, distinguendosi anche per le sue conoscenze in fatto di botanica. Tutto questo grazie a un pericoloso espediente: travestirsi da uomo.
Di questa donna coraggiosa restano pochissime notizie, alcune delle quali incerte.

Sicuramente nacque nel luglio del 1740, a La Comelle, paesino della Borgogna, come è testimoniato nell’archivio di Autun: nata da Jean Baret, bracciante e Jeanne Pochard, “femina herbarium”. Probabilmente fu iniziata dalla madre nella conoscenza delle erbe mediche, mentre non è noto come possa aver saputo leggere e scrivere, date le sue umili origini. Al riguardo esistono due ipotesi: la prima che sia stata la madre, ugonotta, a darle qualche rudimento di grammatica; la seconda che fu forse un sacerdote a fungere da insegnante.
È accertato, comunque, che nel 1764, dopo la morte dei genitori, si trovasse come governante nella casa del dottor Philibert Commerson, noto naturalista e medico condotto a Toulon Sur Arroux. Pare ipotizzabile che il suo ruolo in quella casa l'abbia portata ad ampliare le sue conoscenze in ambito naturalistico, tanto da divenire l’assistente del medico, aiutandolo a catalogare numerosi documenti e tavole botaniche. Si suppone anche che, dopo la prematura morte della moglie del naturalista, Jeanne ne fosse divenuta l’amante.

Trasferitasi con Commerson a Parigi, dove il medico lavorò nei Giardini reali, nel 1765 Jeanne avrebbe lì partorito un figlio, Jean Pierre, che fu affidato alle cure dell’Hopital de Trouvè e registrato come figlio di padre ignoto. In seguito, il neonato fu assegnato a una balia, ma morì precocemente.

Nel 1766 Jeanne, travestita da uomo, sotto il falso nome di Jean de Bonnefoy, si imbarcò come assistente del naturalista sull’Etoile, nave mercantile d’appoggio alla Bodeause, comandata da Louis Antoine de Bougainville, con l’intento, secondo il mandato reale, di circumnavigare il globo.

Il rischio di essere scoperta, vivendo per mesi tra tutti quei marinai e scienziati, fu alquanto elevato, eppure con astuzia riuscì a mantenere l’inganno, fasciandosi il seno e vestendosi con panni maschili. Nelle lunghe camminate in zone impervie dove il viaggio li condusse, Jeanne fu un valido aiuto per il naturalista, debole e malaticcio, e dimostrò una forza fisica invidiabile, tanto da essere definita da Commerson “la mia bestia da soma”. A Rio de Janeiro raccolsero numerosi campioni di fiori, tra cui la pianta di Bougainvillea.
Nel 1768 a Tahiti, come testimonia lo stesso Bougainville nel suo diario, lo stratagemma di Jeanne venne a cadere e fu scoperta come donna, pare da un gruppo di indigeni. Lei e il compagno si salvarono da una grave pena, solo in quanto Bougainville fu loro riconoscente per tutte le loro scoperte nell’ambito della botanica, che in Francia gli avrebbero guadagnato un notevole prestigio.

Ciò nonostante, entrambi furono costretti a terminare il viaggio con Bougainville e a fermarsi nell’Ile de France (isole Mauritius). Qui il naturalista lavorò a fianco del collega Pierre Poivre, nell’Orto botanico di Pamplemousses, creato proprio da quest’ultimo. Negli anni successivi si impegnò in diverse spedizioni scientifiche, facendo varie scoperte, ma ad esse Jeanne, tornata ormai donna, non poté mai partecipare.

Nel 1774, rimasta “vedova” e priva di mezzi di sussistenza, non si perse d’animo e fu costretta a lavorare in una taverna di Port Louis. Dopo aver conosciuto l’ufficiale francese Jean Dubernat, ne accettò la corte e si sposarono. Jeanne poté così tornare a imbarcarsi, portando a termine la sua circumnavigazione e rimettendo piede in Francia.

Con sé portò in patria le numerose specie vegetali, circa seimila, catalogate da Commerson. Solo quando fu nuovamente a casa, ebbe la sorpresa di ricevere una piccola eredità lasciatale dal naturalista, nonostante non si fossero mai sposati. Seppe anche che Commerson le aveva dedicato una pianta, da lui denominata Baretia Bonnafidia, nome che nel 2012 fu mutato in suo vero e proprio onore in Solanum Baretiae. Dopo diversi anni, nel 1785, il Ministero della Marina, forse sollecitato da Bougainville, a nome di re Luigi XV si congratulò con l’esploratrice per le scoperte fatte insieme a Commerson e le attribuì una ragguardevole pensione.

Finì i suoi anni in Francia nel 1807 a Saint’Aulaye, nella casa del marito.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Jeanne Baret

John Dunmore, Monsieur Baret: First Woman Around World, 1766-68, Heritage Press. 2002
Glynis Ridley, The Discovery of Jeanne Baret, New York, Crown Publisher, 2010



Voce pubblicata nel: 2025