Ho conosciuto la signora dell’editoria di Lucca attraverso un’altra grande donna che ha reso la città turrita famosa in tutto il mondo: Ilaria Del Carretto mi ha condotto da Maria Pacini Fazzi.
Ricordo un pomeriggio assolato, un lungo corridoio in penombra di un appartamento pieno zeppo di libri, con il buon odore della carta stampata che inebria. E Maria Pacini Fazzi seduta dietro una pesante scrivania che occupava quasi tutta la stanza. Il mio cuore andava a mille: avevo inviato il manoscritto del mio libro su Ilaria Del Carretto e adesso attendevo la risposta. Avrebbe visto la luce proprio a casa sua, con la già famosa ed illustre Casa Editrice di Maria Pacini Fazzi? E sì, il mio libro uscì il Natale del 1988 grazie ad un marchio con llaria addormentata che accompagnò il volume come dono natalizio.
Dopo quel primo ce ne sono stati altri nella nostra vita di donne appassionate di cultura e libri. Perché chi si avvicina a Maria Pacini Fazzi per prima cosa ne respira la grande energia e positività. Lei che con cinque figli, quattro femmine e un maschio, e adesso anche tanti nipoti, dimostra concretamente come la forza delle donne possa reggere lavoro e famiglia, impiego professionale e attività familiare.
La storia di Maria Pacini Fazzi coincide con la sua passione per l’editoria. Non c’è iato, né divisione, tra il suo essere signora dell’editoria e l’essere donna affascinante, moglie, madre e adesso anche nonna.
Il suo esordio sa di favola: infatti, lettrice vorace, si avvicinò al Premio Viareggio, ideato dal grande poeta Leonida Repaci e poi fu da lui stesso invogliata all’attività di editore. Pubblicò pure un libro di Repaci, primo di una serie di autori importanti come Rosso di San Secondo, Marcello Venturoli, che per amicizia ed ammirazione diedero i loro testi alla giovane e coraggiosa editrice. Iniziò nel 1966 e il primo libro lucchese è stato Un viandante di Italo Pizzi, illustrato da Antonio Possenti, allora giovane emergente. Mentre il primo volume di respiro nazionale fu Viaggio in Israele di Mario La Cava, pubblicato nel 1967, che a lui valse il Premio Sila e a Maria Pacini, dopo oltre 20 anni, il Pericle d'Oro.
Maria ama il mondo dei libri anche per suo marito, Arnaldo Fazzi, professore di filosofia, tipografo e direttore del giornale «Il Messaggero di Lucca», fondato dal suocero. Proprio nei primi anni dell’attività editoriale Maria Pacini ebbe l’aiuto del marito, che nelle ore in cui non era a scuola, si accollava l’impaginazione, l’esame del materiale fotografico, correndo in tipografia per controllare le bozze e allertare tutti per la consegna finale del libro.
Maria è riuscita a passare integralmente passione e professionalità alla figlia più piccola, Francesca, laureata in letteratura moderna, che da sempre ha affiancato la madre nella scelta dei testi da pubblicare e adesso è cotitolare della Casa Editrice.
Scrivendo e parlando di Maria Pacini si corre il rischio di scivolare nella descrizione del prezioso catalogo della sua Casa editrice, oltre mille e mille titoli, che dalle mura di Lucca hanno viaggiato per il mondo intero, collane, curatori ed autori di grandissimo prestigio nazionale ed internazionale.
Eppure tutta questa attività, ricca e sempre in espansione, non ci sarebbe stata senza l’entusiasmo, la grande capacità manageriale e culturale della Signora della casa editrice.
Per tutto questo lavoro Maria Pacini Fazzi è stata insignita del titolo di Commendatore della Repubblica che onora il coraggio in una professione che Maria chiama, artigianalmente, mestiere. Quando ha iniziato saranno state due o tre le donne che dirigevano una casa editrice e dunque una grande passione e una sfida sono state alla base stessa della sua avventura editoriale. Per molti anni a rappresentare l’imprenditoria femminile nel campo editoriale nell’AIDDA, Associazione Nazionale delle donne imprenditrici, erano solo Maria Pacini Fazzi e Giancarla Mursia.
Nel 1989 la casa editrice riceve il Premio Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dieci anni dopo, nel 1999, Maria Pacini Fazzi è insignita del Premio Speciale della Giuria del Premio Nazionale di letteratura e Giornalismo Alghero donna, premio che sarà assegnato soltanto ad un’altra grande signora dell’editoria, Laura Lepetit, della milanese “La Tartaruga”.
In omaggio ai suoi cinquant’anni di attività, il Vivaio Rhododendron di San Ginese ha creato una nuova camelia, dedicata proprio a Maria, titolare della omonima casa editrice. Se Grace Kelly, la Principessa di Monaco, ha la sua rosa, Maria ha la sua camelia, fiore che ama molto la cui coltivazione ha una lunga tradizione lucchese.
C’è una ricetta per tanto successo, per il sorriso che illumina il viso di Maria sempre e nonostante le difficoltà di una vita piena? Con l’entusiasmo e l’ottimismo che infonde, Maria incanta anche i giovani che la conoscono: mio figlio la chiama per nome e la considera una grande amica.
La rivedo incorniciata dagli specchi che brillano nella sala di Montecitorio dove il 1 marzo 2016 si è presentata la nuova collana “Le italiane”, ideata e diretta da Nadia Verdile e coordinata da Francesca Fazzi.
Una giusta cornice nazionale per la Signora di Lucca, per il suo viaggio che continua tra libri e cultura.
Voce pubblicata nel: 2019
Ultimo aggiornamento: 2024