Il 17 aprile 1773, il giorno successivo alla nascita, nel Libro dei Battesimi della parrocchia di S. Stefano di Modigliana, viene iscritta, col nome di Maria Stella Petronilla, la figlia di Lorenzo Chiappini e della moglie Vincenza Diligenti. Lui è una guardia municipale, lei presta servizio come domestica presso i conti Borghi di Faenza durante i periodi dell'anno che essi trascorrono nel loro palazzo di Modigliana.

Poco tempo dopo, Lorenzo, che è sempre vissuto in ristrettezze, ostenta sorprendentemente una cospicua ricchezza al punto di chiedere alla municipalità modiglianese di assumere un altro al suo posto del cui stipendio sarà lui a farsi carico. In seguito, nel 1777, si trasferisce con la famiglia a Firenze dove, pur non avendone alcun titolo, è stato chissà come nominato comandante di una compagnia di arcieri del Granduca di Toscana. Va a vivere in una casa del centro mantenendo un tenore di vita assai dispendioso e a chi gli chiede come ciò sia possibile risponde di aver avuto “un colpo di fortuna” .

La piccola Maria Stella viene educata nelle migliori scuole e può studiare canto, danza e recitazione al pari di una fanciulla di rango aristocratico. Ed è proprio durante una sua esibizione a teatro, all'età di 12 anni, che viene notata da un ricchissimo nobile gallese, il barone Thomas Wynn Lord Newborough, che sta soggiornando in Italia assieme al figlio. L'attempato nobiluomo è immediatamente attratto dalla grazia e dalla vivacità della fanciulla e se ne invaghisce al punto da chiederla in moglie al Chiappini. Maria Stella si oppone disperatamente alle nozze, ma nulla può contro l'irrevocabile decisione dei genitori, specialmente dopo il dono di una villa a Fiesole, con annessi due poderi, e altri cospicui benefici economici elargiti da Lord Newborough assai determinato nel raggiungere il suo intento. Il 10 ottobre 1786 in Santa Maria Novella vengono celebrate le nozze tra la tredicenne Maria Stella e il cinquantenne barone. Comunque il matrimonio non viene consumato. Lo sposo non intende forzare la moglie bambina ad un'intimità che intuisce per lei inaccettabile, tuttavia, con l'intento di persuaderla gradualmente, continua a colmarla di regali tra i quali il Ritratto di giovane uomo con medaglia di Botticelli, (tornato alla ribalta recentemente per essere stato battuto all'asta nel 2021 a 92 milioni di dollari). E continua anche a soddisfare le insaziabili richieste di denaro dei Chiappini fino a quando decide di rientrare, dopo nove anni di permanenza in Italia, nella propria terra d'origine, il Galles.

Qui, a partire dal 1792, si apre un nuovo capitolo della vita di Maria Stella, un capitolo abbastanza felice: vive nel castello di Glynllifon, un imponente edificio in stile neoclassico al centro della vasta tenuta dei Newborough, che comprende anche altri edifici storici oltre all'isola di Bardsey. A Londra viene ricevuta a corte, ottiene la cittadinanza britannica, viene iscritta nel Peerage of Ireland, il Gotha della nobiltà britannica, col titolo di “Marchesina di Modigliana figlia del generale Chiappini” e frequenta le famiglie più illustri del paese. In società riscuote successo non solo per il suo rango e il suo censo, ma anche per la bellezza della persona e la brillantezza del suo carattere e dei suoi modi, doti che in qualche modo risaltano in un ritratto eseguito da Sarah Carpenter, esposto nella Biblioteca Nazionale del Galles. Una certa spigliatezza e un notevole anticonformismo sono evidenti anche in un busto marmoreo in stile neoclassico, opera di Joseph Nollekens, ora al Museo d'Arte Moderna di Stoccolma, in cui Maria Stella, una delle donne più ricche d'Europa, con un fazzolettone annodato sul capo e il seno sinistro scoperto, sfoggia sorridente un look tra la contadinella e la Marianna, simbolo della Rivoluzione Francese.

Nel 1800 muore l'unico figlio di Lord Newborough, John, avuto da un precedente matrimonio e suo unico erede. Maria Stella nella sua autobiografia annota:

Il suo dolore era assai vivo: egli aveva avuto per me cotanta bontà, per cui credetti alfine del mio dovere di far per lui il più penoso dei sacrificii. Acconsentii a divenir madre.”

Nel 1802 e nel 1803, Maria Stella diventa, quindi, madre di due figli, Thomas e Spencer.

Quando Lord Newborough muore, nel 1807, lascia a Maria Stella un lauto appannaggio che le consente di continuare a vivere in grande agiatezza.

Nel 1810, durante il soggiorno in una località termale, conosce il barone Edward Von Ungern-Sternberg, rampollo di una ricchissima famiglia di nobiltà estone-russa. Tra la trentasettenne Maria Stella e l'aitante Edward, di nove anni più giovane, è amore a prima vista. I due convolano quasi subito a nozze e Maria Stella è costretta a rinunciare alla tutela dei figli, prevista nelle disposizioni testamentarie di Lord Newborough nel caso di un secondo matrimonio. Continuerà però ad avere con loro rapporti epistolari e occasionalmente anche incontri personali. Assieme al nuovo marito si trasferisce a San Pietroburgo, è ricevuta alla corte dello Zar e alterna la vita mondana nella splendida capitale della Russia con più tranquilli soggiorni a Tallin e nell'isola di Hiiumaa, dove la famiglia del marito possiede vaste proprietà. Verso la fine del 1811 dà alla luce Edward, il suo terzo figlio.

Nel 1818 Maria Stella riceve una lettera dal padre ammalato che desidera rivederla dopo tanti anni di lontananza. Maria Stella accorre a Firenze assieme al figlio per prendersi cura di lui e vi resta tre anni perché il padre morirà soltanto nel 1821. In uno dei suoi ultimi giorni chiama al capezzale la figlia e le bisbiglia frasi incomprensibili tra le quali lei intende solo la parola “baratto”. Dopo il funerale, ospite di un'amica a Siena, un notaio fiorentino le recapita una lettera del padre destinata ad essere letta solo dopo la sua morte. Il padre le rivela che lei non è sua figlia, che è stata scambiata per denaro subito dopo la sua nascita con il vero figlio dei Chiappini, un maschio, e null'altro le dice riguardo all'identità dei suoi veri genitori. La notizia sconvolge Maria Stella e imprime alla sua vita un nuovo corso. Le appaiono ora sotto una nuova luce lontani ricordi infantili: una madre severa e anaffettiva che la chiamava “la bastarda” e, al contrario, le attenzioni e le carezze della contessa Camilla Borghi. Presa da un irrefrenabile desiderio di conoscere la verità sulle sue origini, ritorna nei luoghi dell'infanzia, Modigliana e Faenza, e rintraccia tutte le persone sopravvissute che a qualunque titolo avevano avuto a che fare con i suoi familiari al tempo della sua nascita e dei suoi primi anni di vita. Scopre così che una coppia di nobili francesi, i conti di Joinville, erano ospiti a Modigliana nel palazzo dei conti Borghi e che anche la contessa di Joinville era incinta, come sua madre, ed entrambe avrebbero partorito nello stesso periodo, forse nello stesso giorno. Dietro compenso di un'ingente somma di denaro il conte di Joinville, che aveva necessità di un erede maschio, avrebbe barattato la figlia appena nata con il figlio dei Chiappini. Viene anche a sapere che la notizia del baratto si era diffusa subito in paese, che il conte di Joinville era stato indagato e addirittura imprigionato, salvo poi essere poco dopo liberato grazie all'autorevole intervento del Vescovo di Ravenna. Continua le sue indagini in Francia alla ricerca dei fantomatici conti di Joinville e scopre che il titolo appartiene alla potente famiglia degli Orleans, che lo utilizza per motivi di riservatezza nei viaggi all'estero, e che all'epoca della sua nascita i conti di Joinville in viaggio in Italia altri non erano che Luigi Filippo D'Orleans, passato alla storia come Filippo “Egalité”- sovrano simpatizzante per la Rivoluzione Francese e poi vittima della rivoluzione stessa - e la moglie Luigia Maria Adelaide di Bourbon-Penthièvre. Sulla base di questi fatti, confermati da dichiarazioni giurate, si rivolge al Tribunale Ecclesiastico di Faenza che, svolta la dovuta indagine, con sentenza emessa il 29 maggio 1824, ordina che nell'atto di nascita Maria Stella risulti iscritta come figlia dei conti di Joinville.

Ottenuto questo importante riconoscimento, Maria Stella si lancia con indomabile tenacia nella folle impresa di essere riconosciuta come figlia legittima di Filippo “Egalité” e smascherare l'impostore che ha preso il suo posto, cioè il figlio di Lorenzo Chiappini. Una missione impossibile, innanzitutto perché in Italia la curia vescovile, per disposizione superiore, ha vietato la modifica dell’atto di nascita dichiarando “incompetente” il tribunale di Faenza e, a Firenze, un nuovo processo – di dubbia correttezza – ha ribaltato la sentenza precedente; ma soprattutto perché nel frattempo, anno 1830, il figlio di Filippo “Egalité” è salito al trono di Francia col nome di Luigi Filippo I e ovviamente non ha nessuna intenzione di passare per un impostore.

Tuttavia Maria Stella non demorde, si trasferisce a Parigi e prosegue la battaglia legale per il riconoscimento a cui accompagna anche un tentativo di coinvolgere l'opinione pubblica quando, nel 1830, dà alle stampe un libro autobiografico in lingua francese col roboante titolo “Maria Stella, cambio criminoso di una bambina del più alto rango con un fanciullo della più vile condizione”. Seppure fatto sparire dalla circolazione per ordine del re, il libro riesce comunque ad avere una vasta diffusione e a creare un notevole scandalo, non solo in Francia ma anche nel resto d'Europa e perfino in America, tradotto in più lingue, compreso l'italiano, e riedito più volte nel corso del secolo. Il poeta satirico Giuseppe Giusti si fa beffe del re di Francia chiamandolo “il Re Chiappini”.

Nel frattempo Maria Stella continua a dilapidare il suo immenso patrimonio nelle spese legali e processuali gonfiate a dismisura da avvocati truffaldini che facendo leva sulla sua ossessione la illudono prospettandole, dietro pagamento anticipato di ingenti somme, testimonianze e rivelazioni decisive che non arriveranno mai. Il marito, esasperato, scende a Parigi, riporta il figlio con sé in Estonia e lei non li rivedrà mai più. Solo il figlio di primo letto, Spencer - Thomas è morto nel 1832 - la sostiene nel suo incrollabile proposito. Alla fine però, sola e sconfitta, Maria Stella muore nel suo domicilio parigino, una stanza dell'Hotel de Bath in Rue de Rivoli n. 52, il 28 dicembre 1843. Spencer, giunto per il funerale, trova la stanza della madre svuotata di tutta la documentazione da lei raccolta, ma dei saccheggiatori si è persa ogni traccia. Così come si è persa ogni traccia della sua tomba nel cimitero di Montmartre, dove risulta essere stata sepolta. Solo una semplice epigrafe la ricorda nel castello di Glynllifon.

La storiografia ufficiale ha sempre ignorato o almeno snobbato il personaggio di Maria Stella, ma è chiaro che non si può concludere qui la sua storia senza domandarsi se il tentativo di farsi riconoscere come figlia di Filippo “Egalité” avesse un fondamento reale o fosse soltanto il frutto della fantasia di una mitomane. Di sicuro le prove da lei raccolte, tutte scrupolosamente documentate ed elencate nella sua autobiografia, e confermate da un'accuratissima ricerca dello studioso modiglianese Renato Zanelli, forniscono una solida base di credibilità alla tesi del “baratto”. E basterebbe anche solo la straordinaria somiglianza tra Maria Stella e Luisa Maria Adelaide, certamente figlia di Filippo “Egalité” e di sua moglie, per indurci seriamente a credere che fossero davvero sorelle carnali. Manca tuttavia - come sottolinea il giornalista Luigi Rivola che ha lungamente indagato su tutta la vicenda - la prova regina, la pistola fumante, e cioè la risposta alla domanda: da dove proveniva il denaro che aveva reso improvvisamente ricco un poveraccio come Lorenzo Chiappini? Ma non è escluso che in qualche inesplorato epistolario o archivio di stato o notarile o privato si possa ancora trovare la soluzione. Resta un ultimo punto su cui riflettere: quale motivo avrebbe avuto Maria Stella per inventare e mettere in moto una macchinazione così complessa e tenerla in vita per anni con indomita ostinazione logorando se stessa, gli affetti più cari e il suo patrimonio? Diventare regina di Francia? Obiettivo impossibile, vigendo la legge salica. Arricchirsi col ricatto? Era già ricchissima del suo. In realtà era profondamente convinta della sua battaglia e l'ha combattuta con tutti i mezzi semplicemente per affermare la verità in cui credeva. Le ultime parole del suo libro ci rivelano di che tempra fosse Maria Stella Petronilla: “Lungi da me ogni vergognosa capitolazione; possa io perire di mia mano che acconsentire a qualunque vile composizione! Io l'ho detto, io lo ripeto e ancora lo dirò costantemente: vincere o morire come ho vissuto; tutto o niente!”.


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Maria Stella Petronilla Chiappini

Chiappini Maria Stella Petronilla, Maria Stella ovvero cambio criminoso di una bambina del più alto rango con un fanciullo della più vile condizione, Italia, 1833. Ripubblicato in edizione anastatica da Tipolitografia Fabbri, Modigliana , 2017

Rivola Luigi, Il Baratto di Modigliana, dal sito Historia Faentina:

http://www.historiafaentina.it/Storia%20Attuale/baratto_modigliana.html

Zanelli Renato, La Storia di Re Chiappini e di Maria Stella Newborough, Rivista Araldica, Roma 1930

Documenti e immagini provenienti dal dossier raccolto dal giornalista Luigi Rivola sul caso di Maria Stella Petronilla Chiappini, consultabile presso il Museo Civico di Modigliana (FC)


Voce pubblicata nel: 2023

Ultimo aggiornamento: 2024