Una figura davvero controversa quella di Li Shumeng (李淑蒙), più conosciuta con il nome di Jiang Qing (江青) e nota attivista di spicco del Partito Comunista Cinese, nonché quarta moglie di Mao Zedong. Nasce a Zhucheng, nella provincia dello Shandong, il 14 Marzo 1914., figlia di Li Dewen, carpentiere di professione e della sua concubina – il cui nome non è noto –, vittima di violenze da parte del marito alcolizzato, che riversa sulla figlia. Li trascorre l’infanzia in una casa brulicante di concubine, fratellastri e sorellastre.
Da bambina mostra un’indole piuttosto introversa e irascibile: il padre la disprezza, e la considera colpevole di non essere nata maschio, e questo suscita in lei una rabbia incontrollabile “simile al corso del Fiume Giallo”. Tale violenza influenza il suo percorso di crescita personale, come un animale in cattività che si sviluppa dentro di lei, consumandola e facendola sentire inutile. Dietro ogni sua azione c'è il desiderio di combattere questa rabbia, di dimostrare che non esiste. La giovane si distingue da molte delle sue coetanee, disincantata sugli ideali fortemente patriarcali dell’epoca: si rifiuta, ad esempio, di bendarsi i piedi come erano solite fare le ragazze cinesi del suo tempo. Durante la scuola elementare, periodo in cui le viene dato il nome di Li Yunhe (李雲鶴), il suo status socioeconomico e la sua condizione di figlia illegittima diventano oggetto di scherno da parte dei compagni, rendendo ancora più complicata la sua giovinezza.

Dopo una discussione particolarmente infuocata tra i genitori, Jiang Qing taglia i legami con la famiglia paterna, trasferendosi a casa del nonno materno – il quale avrà una certa influenza sul suo interesse per la letteratura – nella città di Jinan insieme alla madre, che trova lavoro come domestica. Con lei Jiang Qing perde i rapporti all’età di quattordici anni, quando la madre lascia la città per motivi sconosciuti. Nel mentre, i nonni le impongono un matrimonio a cui la ragazza si sottrae poco dopo, a sedici anni.

Negli anni seguenti, Li inizia a coltivare la sua grande passione per la recitazione nella città di Qingdao, dove studia in una scuola specializzata, una passione che le farà ottenere un certo successo nel campo del teatro e, successivamente, nella politica. Non solo la ragazza ama il dramma, ma lo crea nella vita di ogni giorno; dapprima diventa un suo interesse, poi si estende fino a diventare un bisogno, un'ossessione. In questo periodo, la sua esistenza sembra basarsi sulla sua immaginazione: deve sentirsi drammatica, deve interpretare una parte, altrimenti si ammala di ansia e stress. Così Jiang Qing si impegna con tutta se stessa per ottenere un ruolo teatrale da protagonista e, nonostante in un primo momento la fortuna sembri avversa, il suo sogno diventa realtà quando la prima attrice, ammalata, si ritira subito prima della messa in scena. Come riportato dai molti documenti riguardanti il suo esordio, è evidente sin da subito che il teatro è ciò per cui è portata: lo dimostra la concentrazione con cui interpreta il personaggio, oltre che la sicurezza con cui si muove sul palcoscenico.

A Qingdao incontra il primo grande amore, Yu Qiwei, leader di un’organizzazione comunista clandestina che la introduce alla vita politica e, in particolare, al Fronte Culturale Comunista: si tratta del primo intreccio con la storia del Partito. I due diventano amanti e, uniti da un legame di sostegno e profondo affetto reciproco, si sposano e si trasferiscono in un piccolo appartamento durante l’invasione giapponese del paese. Jiang Qing si offre di lavorare come volontaria nel gruppo comunista diretto da Yu Qiwei, il quale nel frattempo convince i suoi amici teatranti ad approfittare del talento dell’amata, che inizia a scrivere opere anti-nipponiche recitate poi in strada. Secondo le fonti, la prima si intitola Metti giù la frusta: Jiang Qing interpreta una ragazza che si ribella al padre violento. Mentre recita le sembra forse di interpretare la propria vita agendo come non ha potuto fare a casa. Inoltre, l’importanza della tematica sociale trattata sviluppa in lei un sentimento di responsabilità per il futuro della Cina.

Nel febbraio 1933 Jiang Qing presta giuramento al Partito Comunista Cinese, diventando membro dell’ala giovanile, ma perde l'affiliazione al partito cinque mesi dopo. Ad aprile dello stesso anno, Yu Qiwei viene arrestato, e così la donna decide di trasferirsi a Shanghai, dove inizia a far parte di una troupe teatrale amatoriale. A settembre dell’anno successivo viene arrestata dalle forze del governo nazionalista di Chang Kai-shek (il Guomindang), e rilasciata tre mesi dopo, a dicembre dello stesso anno. Una volta rilasciato anche Yu Qiwei, i due vivono insieme con i genitori di lui per qualche tempo. Tuttavia, le opposizioni della famiglia alla coppia portano i due, seppur a malincuore, a separarsi.
Lì diviene allora un'attrice professionista, adottando il nome d'arte Lan Ping (蓝苹), e appare in numerosi film e opere teatrali, tra cui Dio della libertà, Il vecchio signor Wang e altri successi dell’epoca. È però il suo ruolo da protagonista nell’opera Casa di bambola a rimanere impresso nella storia del teatro cinese, che ricorda il 1935 come “l’anno di Nora” (dal nome del personaggio del capolavoro di Ibsen). Nel 1936 Li si sposa con Tang Na, uomo noto dei circoli artistici e comunitari della città. Il matrimonio, descritto come burrascoso, dura solamente un anno.

Mentre i giapponesi invadono Shanghai nel 1937, la giovane attrice si reca a Yan'an, dove viene reintegrata nel Partito Comunista Cinese, cambiando ufficialmente il suo nome in quello con cui oggi è conosciuta, Jiang Qing(江青). Grazie al ricongiungimento col partito, riesce addirittura a entrare in contatto con il presidente, Mao Zedong, il quale si invaghisce subito di lei; i due iniziano una relazione, che sarebbe rimasta segreta perché la terza moglie He Zizhen (1910-1984) si trovava nella Russia sovietica. Nel 1938 decidono di sposarsi, nonostante i dubbi e i timori da parte degli altri funzionari del partito, i quali, sospettosi che Jiang Qing sia una spia del Goumindong (il governo nazionalista), la costringono ad allontanarsi dalla vita politica per almeno vent’anni.

Nel corso della Rivoluzione cinese, Jiang Qing manifesta grande impegno: diventa assistente e segretaria del marito e, in seguito alla fondazione della Repubblica Popolare, lavora al Ministero della Cultura, con il compito di consigliare e dirigere spettacoli e produzioni di orientamento rivoluzionario. In questa fase, la sua posizione nei confronti del partito assume anche toni critici, schierandosi a favore di fattorie e industrie collettive indebolite dalle misure economiche varate dal governo; assume, inoltre, un ruolo centrale nel processo di formazione di una “cultura rivoluzionaria”. Nel 1966 viene nominata vice-direttrice del “gruppo” della Rivoluzione culturale e nel 1969, oltre a essere eletta membro del Politburo del PCC, partecipa alla “denigrazione pubblica” dei nemici di Mao, tra cui Liu Shaoqi e Deng Xiaoping, motivando, inoltre, le bande delle Guardie Rosse.

Raggiunta questa posizione di potere, Jiang Qing forma insieme a Zhang Chunqiao, Yao Wenyuan e Wang Hongwen la “Banda dei Quattro”, una fazione di importanti leader sostenuti da Mao, che intendeva combattere i fautori di una linea “moderata” del PCC, i quali vedevano positivamente un allargamento commerciale a occidente. I quattro, dopo la morte di Mao Zedong (1976), verranno accusati di condurre attività cospirative volte a usurpare il potere del partito e dello stato. Secondo le fonti, è questo il motivo per cui i membri vengono imprigionati nel 1976. Un mese dopo la morte di Mao Jiang Qing viene imprigionata, dando così inizio a un lungo processo giudiziario.
Inizialmente, viene accusata di aver guidato milizie armate contro Pechino e il Governo cinese, e viene dunque trasferita nel penitenziario di massima sicurezza di Qincheng. Durante la sua prigionia, il decimo comitato centrale del PCC la espelle ufficialmente dal partito e tutte le sue posizioni vengono revocate. Alla fine dei cinque anni di reclusione, nel gennaio 1981, il tribunale Speciale della Corte Suprema del Popolo della Repubblica Popolare Cinese la accusa di efferatezze compiute durante la rivoluzione culturale a cui lei risponde da sola, avendo rifiutato assistenza legale. Il suo tentativo di difesa è però vano e il tribunale la condanna alla pena capitale, sentenza che verrà commutata, prima della sua esecuzione, in ergastolo.

Durante gli ultimi anni della sua vita, Jiang Qing continua a criticare il nuovo governo cinese dal carcere. Nel 1991 i medici le diagnosticano un tumore alla gola che non viene curato (non è chiaro se per volontà di Jiang o per negligenza dei medici) e pochi mesi dopo, il 14 maggio, viene trovata impiccata nel bagno, ufficialmente suicida; passa alla storia, negli ambienti filo maoisti, come “l’ultimo dirigente rivoluzionario cinese dopo la morte di Mao”.

*La biografia di Jiang Qing(江青) è stata realizzata da Alice Ayna, Filippo Graziadei, Garda Marconcini e Leonardo Miglio, quattro studenti appassionati di lingue straniere del liceo linguistico A. Manzoni, coordinati dalla professoressa Greta Colombo.
Il liceo linguistico A. Manzoni è una delle poche scuole in Lombardia che offre progetti diversi dal solito: tra questi, la collaborazione con Enciclopedia delle donne, che ha reso possibile la scoperta di una donna così importante.


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Qing Jiang*

Jiang Qing - alphahistory
Anchee Min (traduzione di Francesca Bandel Dragone), Il Pavone Rosso, Bergamo, Ugo Guanda Editore, 2000, pp.9,10,11,12,13

Linda Longley, Jiang Qing and Cultural Revolution, University of Nevada, Las Vegas (pp. 5-24)

JiangQing - Portale del Governo Centrale Cinese

La «Gru delle Nevi» diventata «Madame Mao» - Il Manifesto

https://openresearch-repository.anu.edu.au/bitstream/1885/43942/4/4271723842002_1864794zw.pdf

Ross Terrill, The White-Boned Demon. A biography of Madame Mao Zedong, New York, William Morrow and Company, INC., 1984, capitoli 1 (pp.13-19),2 (pp.20-47), 6 (pp.237-301)

Jiang Qing - Google Scholar

Jiang Qing - Wikipedia (it)

Jiang Qing - Wikipedia (eng)

Huang Jing - Wikipedia (eng)

Rivoluzione culturale - Wikipedia (it)


Voce pubblicata nel: 2024

Ultimo aggiornamento: 2024