Nata l’8 settembre 1893 a Viña del Mar in una famiglia aristocratica, María Teresa de las Mercedes Wilms Montt è la seconda di sette sorelle. Intelligente e ribelle, amata dal padre che la chiama “mi Tereso”, impara quattro lingue, suona diversi strumenti musicali e scrive il suo primo diario in francese a quattordici anni. Nel 1910 sposa contro la volontà della famiglia Gustavo Balmaceda Valdés, da cui avrà due figlie. Il matrimonio è tormentato: il marito è geloso, infedele e violento. Teresa Wilms trova rifugio nei circoli letterari e si avvicina al pensiero anarchico e femminista, collabora con giornalisti e attivisti, e si unisce alle femministe e anarchiche guidate dalla giornalista Belén de Sárraga. Scrive sotto pseudonimi, partecipa a salotti culturali e denuncia l’oppressione femminile.
Dopo una relazione extraconiugale, il marito – con l’appoggio della famiglia di lei – la fa internare nel Convento del Preziosissimo Sangue di Santiago, separandola dalle figlie. Reclusa per otto mesi, scrive un diario e tenta il suicidio. Una volta libera, cerca sostegno dai genitori, che però la escludono definitivamente dalla loro vita: lei non li rivedrà mai più.
Nel 1916 Teresa Wilms viene aiutata in segreto dal padre a lasciare il Paese e si reca a Buenos Aires, dove conosce finalmente una certa libertà: frequenta circoli letterari, scrive per riviste e impartisce lezioni per mantenersi. Joaquín Edwards Bello la descrive così: «Teresita era popolare a Buenos Aires. Tutti volevano conoscere questa giovane donna, fredda come gli arcangeli e i nichilisti, bella e forte, con occhi meravigliosi ma un po’ indifferente all’amore, con un che di maschile nella sua personalità».
Nel 1917 pubblica il suo primo libro, Inquietudes sentimentales, con il nome d’arte di Thérèse Wilms Montt, e nello stesso anno Los tres cantos; entrambe le opere, ristampate più volte, sono ben accolte da poeti e intellettuali. Teresa Wilms ha sempre più ammiratori, tra cui anche Horacio Ramos Mejía, un giovane aristocratico diciannovenne, perdutamente innamorato di lei che si suicida davanti alla poetessa per amore non corrisposto.
Sconvolta dalla morte del giovane, Teresa Wilms parte per l’Europa, ma durante il viaggio in nave tenta una seconda volta il suicidio. A New York viene trattenuta per due giorni a Ellis Island come sospetta spia tedesca, ma riesce infine a raggiungere Madrid.
Libera, senza marito, senza famiglia, è ammirata ovunque per la sua bellezza e il suo fascino. Teresa Wilms incarna e simboleggia un ruolo ambivalente e contrastante: da un lato musa ispiratrice per i suoi amici, dall’altro scrittrice e poetessa alla ricerca della propria identità, donna passionale e stravagante, da un altro lato ancora donna innamorata di Dio, mistica e asceta.
Tra il 1918 e il 1919 pubblica En la quietud del mármol e Anuarí, due raccolte di frammenti di prosa poetica influenzate dal dolore per Horacio Ramos Mejía. Rientrata a Buenos Aires, Teresa Wilms pubblica Cuentos para los hombres que son todavía niños, un’opera composta da racconti che rievocano esperienze e ricordi d’infanzia. Il viaggio della poetessa prosegue a Londra, dove viene nuovamente arrestata con l’accusa di essere una spia russa e quindi allontanata da suolo britannico. Cambia rotta e parte per la Spagna passando per Liverpool. Nel dicembre 1919 arriva a Madrid, riscrive Anuarí in francese e viaggia a Siviglia, Cordova e Granada.
Nel 1920 Teresa Wilms si trasferisce a Parigi, sua ultima meta, conosce diversi artisti surrealisti quali André Breton, André Gide, Paul Éluard, Max Ernst, e contribuisce alla rivista letteraria «La Guirlande». Dopo cinque anni di esilio riesce a ricongiungersi con le figlie, che hanno ormai sette e nove anni, giunte a Parigi con la famiglia in missione diplomatica, e riesce a vederle due giorni alla settimana. Ma dopo un anno di permanenza in città, i Balmaceda rientrano in Cile e con loro se ne va l’ultima possibilità per Teresa Wilms di vedere le sue amate figlie. Cade in una tristezza e in un’angoscia senza fine, si ritira in casa, fuma molto, assume calmanti e altri farmaci.
Muore, sola, il 24 dicembre 1921, a ventotto anni, per un’overdose di veronal, dopo giorni di agonia all’ospedale Laénnec di Parigi. Nel 1926, il suo amico Vicente Huidobro descriverà quella Vigilia di Natale: «La notte della sua morte… C’era una festa per i boulevard di Parigi. Era la Vigilia di Natale. Che ironia! Montmartre era luminosa e i mulini a vento danzanti facevano girare la vita in un turbinio di stelle nel vento. Noi, ti ricordi, amico, non abbiamo visto le luci della festa. Attraversavamo la gente con la testa china e gli occhi pieni di lacrime. Era la notte del mondo. La cattiva notte. Eravamo due sconfitti dalla gioia, eravamo invecchiati, intimoriti… Eravamo due stracci che in silenzio salivano sulla bilancia della nostra angoscia, appoggiati l’uno all’altro per non cadere».
Il console cileno organizza il funerale di Teresa Wilms Montt e la sepoltura nel cimitero di Père Lachaise, vicino alla tomba di Oscar Wilde e di altre grandi personalità della letteratura.
R. González-Vergara, Teresa Wilms Montt: Un canto de libertad, Editorial Grijalbo, Santiago de Chile, 2009. T. Wilms Montt, Il cuore soffoca, A. Pelizzaro (ed.), Storie Effimere, San Donà di Piave, 2024.
T. Wilms Montt, Libro del camino: Obras completas, R. González-Vergara (ed.), Editorial Grijalbo, Santiago de Chile, 1994.
Teresa: Crucificada por amar (2009), lungometraggio diretto da Tatiana Gaviola liberamente ispirato alla vita della poetessa.
Voce pubblicata nel: 2025