Elsa Schiaparelli nacque nel 1890, a palazzo Corsini di Roma da una famiglia di aristocratici e intellettuali. Suo padre Celestino Schiaparelli era il direttore della biblioteca dei Lincei e un professore di letteratura orientale, sua madre Giuseppa Maria de Dominicis discendeva dalla famiglia dei Medici. Dopo aver studiato filosofia, nonostante il suo desiderio di diventare attrice, nel 1911 pubblicò una raccolta di poesie apertamente sensuali, intitolata Arethusa. Quando i suoi genitori scoprirono la sua attività letteraria, la mandarono in un convento in Svizzera, da cui fuggì dopo aver intrapreso uno sciopero della fame.

Il 1913 rappresentò un punto di svolta nella sua vita. Una amica della sorella infatti le diede l’opportunità di trasferirsi a Londra per aiutarla nella cura dei suoi figli. Questa città rappresentò per lei l'inizio della libertà. Durante una conferenza sulla teologia tenuta dal conte Wilhelm Wendt de Kerlor, Elsa si sentì attratta da questo giovane teosofo. I due si sposarono nel 1914 e si trasferirono a New York nel 1916, dopo aver trascorso diverse stagioni a Nizza.

Durante il viaggio in nave verso New York, Elsa strinse amicizia con Gabrielle Buffet Picabia, artista e moglie del pittore dadaista Francis Picabia. Questo incontro le permise di avvicinarsi al circolo degli artisti d'avanguardia dell'epoca, tra cui Man Ray, Marcel Duchamp e Edward Steichen. La giovane coppia viveva grazie al patrimonio di Elsa, che si stava tuttavia esaurendo rapidamente. La loro figlia Yvonne, soprannominata Gogo, nacque nel 1920 e contrasse presto la poliomielite. Con il difficile bilanciamento tra il suo stile di vita bohémien, i lavori part-time, le frequenti assenze del marito e la cura della figlia, Elsa decise di chiedere il divorzio. Nel 1922 si trasferì a Parigi con sua figlia per cercare cure migliori.

Durante il giorno lavorava presso un antiquario, mentre di sera frequentava i salotti dell'élite parigina, fino a che un giorno, accompagnando un'amica a una prova da Paul Poiret, il celebre couturier le permise di provare alcuni dei suoi abiti. Quest'esperienza la ispirò profondamente e segnò l’inizio di importanti cambiamenti nella sua vita. Nella metà degli anni '20, Elsa Schiaparelli iniziò a esprimere la sua creatività come designer. Collaborò con un'amica NOME che aveva acquisito un marchio caduto in declino e, grazie al contributo di Elsa, presto riacquistò la sua indipendenza. La sua idea di un maglione fatto a mano con un motivo trompe-l'œil in bianco e nero ottenne un grande successo, tanto che Vogue lo definì un "capolavoro" e gli Stati Uniti lo elessero a prodotto di punta.

Nonostante avesse fondato la sua azienda nel suo appartamento nel 1927, il vero successo arrivò l'anno successivo quando aprì i suoi atelier, saloni e uffici a Parigi. La sua collezione di capi di maglieria si ampliò con costumi da bagno e vari accessori. Introdusse innovazioni in termini di materiali, tagli e dettagli, e fu la prima a dare alle sue collezioni un tema specifico, come il "Parachute Look". Ispirata dall'aerodinamica e dai paracadute, Schiaparelli aveva creato un ensemble che includeva un abito da sera in raso con giacca, blusa in rete e cintura.

Le sue collaborazioni con artisti come Salvador Dalí e Jean Cocteau negli anni '30 portarono alla creazione di pezzi leggendari e alla sua crescente fama internazionale. Ogni sua creazione incarnava uno stile estroverso e audace, rompendo le convenzioni della moda con un approccio innovativo e surrealista. La sua idea di femminilità era in qualche modo provocatoria, influenzata dalle avanguardie artistiche. Elsa trasforma la moda in una forma d'arte, sfidando le norme sociali e celebrando l'espressione individuale e l'audacia creativa.

In questi stessi anni, mentre la fama di Elsa Schiaparelli cresceva, si fece strada un altro grande nome dell'epoca: Coco Chanel. Elsa contrappose una vivace esplosione di colori alle creazioni di Coco Chanel che esprimevano un approccio più sobrio e semplice. Tra loro nacque una sorta di rivalità che animò le prime pionieristiche fasi del mondo della moda. Nel 1934 Elsa fu la prima stilista donna ad apparire sulla copertina della rivista “Time”, con una clientela costituita da donne famose come Marlene Dietrich, Katharine Hepburn e Lauren Bacall. Nota per la creazione dell’iconico rosa shocking, ha introdotto questa tonalità nel 1937 con il lancio del profumo Shocking!, il cui packaging, ispirato a Mae West, amica e cliente della Maison, è stato realizzato dall'artista surrealista Leonor Fini.

Nonostante il successo, l'arrivo della Seconda Guerra Mondiale portò ad alcune interruzioni nella sua carriera. Tuttavia, Elsa continuò a lottare per mantenere la sua Maison aperta e lanciò anche un nuovo profumo, Sleeping. In previsione dei raid aerei, progettò abiti funzionali come tute con cerniere e grandi tasche che, a livello di capienza, potevano sostituire una borsetta, cappotti con borse incorporate, e abiti versatili.

Nel 1940 lasciò Parigi per tenere una serie di conferenze negli Stati Uniti sul tema “Clothes and the Woman” dove vinse il premio Neiman Marcus a Dallas. Dopo la guerra, Elsa tornò a Parigi e riprese il suo lavoro di designer, presentando una nuova collezione nel settembre 1945. Continuò a innovare il campo della moda, creando abiti pratici e confortevoli che soddisfavano le richieste delle donne dell'epoca.

Nel 1946, rispondendo alle esigenze delle donne che viaggiavano sempre di più, Elsa destò meraviglia con il guardaroba Constellation: sei abiti, un cappotto reversibile e tre cappelli pieghevoli, il tutto pesava meno di 6 chili. Nonostante uno sciopero avesse colpito parte dei suoi laboratori di Haute Couture, Elsa svelò la sua nuova collezione nell'agosto del 1949. I capi erano incompleti, con spille visibili, campioni di tessuto e senza asole. Tuttavia, lo stile giovanile e audace, insieme a un abito da sera con il reggiseno a vista, portarono il “New York Times” a descrivere la collezione come "Sorprendente", ricevendo diversi elogi dalla stampa americana.

Nonostante il successo, Elsa notò che il mondo dell'Alta Moda era cambiato e decise di chiudere la sua Maison Couture nel 1954 per dedicarsi alla scrittura della sua autobiografia. Morì nel sonno nel 1973.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Elsa Schiaparelli

Elsa Schiaparelli, Shocking Life, Donzelli, 2016

https://www.schiaparelli.com/en (Url consultato il 9 maggio 2024)

https://www.elledecor.com/it/people/a38244908/elsa-schiaparelli-biografia-abiti-iconici/ (Url consultato il 27 maggio 2024)

https://www.metmuseum.org/toah/hd/elsa/hd_elsa.htm (Url consultato il 27 maggio 2024)

https://www.lindau.it/Libri/Coco-Chanel-ed-Elsa-Schiaparelli (Url consultato il 27 maggio 2024)



Maria Stivanello

Nata a Thiene (Vi) nel 2000, è laureata in Interfacce e Tecnologie della Comunicazione presso l'Università di Trento e attualmente studentessa di Giornalismo e Comunicazione Multimediale all'Università di Parma. Appassionata di moda e cultura orientale, in ambito accademico si dedica allo studio della donna e dei suoi ruoli nella società. Partecipa alla redazione della Rivista Cerchioscritti, in collaborazione con l'Università, del carcere di Parma.

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Voce pubblicata nel: 2016

Ultimo aggiornamento: 2024