La sola cosa peggiore di non avere la vista è di non avere visione”, Helen A. Keller

Helen Adams Keller, scrittrice, oratrice, ma anche educatrice, viaggiatrice, pacifista, attivista e promotrice dei diritti delle persone con disabilità, delle donne e dei lavoratori, nasce a Tuscumbia, in Alabama, il 27 giugno 1880, in un ambiente benestante, caratterizzato da una certa apertura culturale, nonostante gli ideali sudisti del padre, capitano delle forze armate degli Stati confederati.
Fin da subito, sembra possedere un’intelligenza vivace, ma all’età di diciannove mesi una grave malattia che aveva fatto temere per la sua sopravvivenza la lascia completamente sorda e cieca. L’esistenza della bambina sembra definitivamente segnata.

Come narrerà nei suoi numerosi libri, e come rappresentato efficacemente anche nella celebre pellicola Anna dei miracoli (The Miracle Worker), un film del 1962 diretto da Arthur Penn ispirato alla sua storia, che in Italia riscosse moltissimo successo anche come pièce televisiva, il senso di isolamento provato nei primi anni di vita le causerà costanti crisi di rabbia e frustrazione. La sua condizione di isolamento appare inesorabile.

Quando avrà sei anni, però, i genitori, tentando di capire come darle un’istruzione, fanno l’incontro con Johanna Mansfield Sullivan Macy, meglio conosciuta come Anne Sullivan, un’istitutrice ipovedente che rivoluzionerà totalmente il corso della storia personale di Helen.
Helen Keller e Anne Sullivan, infatti, vivranno insieme per quasi cinquant’anni anni, fino alla morte di quest’ultima, condividendo studi, viaggi che le perterranno in tutto il mondo, e l’impegno verso numerose cause sociali.

Helen racconta: “Il giorno più importante della mia vita, almeno che io ricordi, è stato quando la mia insegnante, Anne Mansfield Sullivan, mi ha raggiunto. Ancora oggi mi meraviglio quando penso all'abisso che separava la mia vita precedente dal giorno del suo arrivo”.
La maestra riconosce le capacità di Helen e le offre gli strumenti per poterle esprimere al meglio; inizierà a segnare sul palmo della mano dell’allieva prima parole, poi frasi, poi interi discorsi, insegnandole a comunicare attraverso l’alfabeto manuale; Helen è curiosa: apprende velocemente; impara a leggere e successivamente a scrivere.

All’età di otto anni viene accettata alla Perkins School for the Blind di Boston, la prima scuola negli USA specializzata nell’istruzione delle persone ipo e non vedenti. Partecipa alle lezioni insieme ad altri bambini. Apprende a leggere in Braille e studia l’inglese, il francese, il tedesco, il greco e il latino.
In seguito, decide di raggiungere un altro importante obiettivo: comunicare con la voce; così, nel 1890, sotto la guida di Sarah Fuller, direttrice della Horace Mann School, inizia ad esercitarsi: appoggia le mani sulla gola, sulle labbra e sulle narici della professoressa, percependo le vibrazioni e le articolazioni dei suoni e ripetendoli a sua volta.
Nel 1894, sempre accompagnata da Anne Sullivan si trasferisce a New York per studiare presso la scuola per non udenti Wright-Humanson.

Riconoscendone il talento, lo scrittore Mark Twain promuoverà una campagna di raccolta fondi per consentirle di intraprendere gli studi universitari. Così, nel 1896, entra alla Cambridge School for Young Ladies, una scuola preparatoria per accedere alla sezione femminile di Harvard. Per la prima volta, Helen può condividere le lezioni anche con studentesse udenti e vedenti ma, purtroppo, si scontra con numerose barriere: i libri in rilievo sono difficili da reperire e le serve più tempo per preparare gli elaborati richiesti; gli insegnanti, che non sono preparati ad insegnare ad alunne sorde e cieche, spiegano molto velocemente e lei non riesce a prendere appunti perché le sue mani sono impegnate ad ascoltare i resoconti di Anne... Ciò nonostante, affronta con successo tutti gli esami e nel 1904, all’età di ventiquattro anni, consegue la laurea magna cum laude. Sarà la prima donna sordo-cieca a laurearsi negli Stati Uniti.

Fin dai tempi dell’università si interessa ai problemi della collettività. Realizza inchieste nelle fabbriche sulla realtà della classe operaia e si iscrive all’Industrial Workers of the World, un sindacato con vocazione internazionalista che riunisce donne e uomini di estrazione anarchica, socialista e rivoluzionaria; si avvicina anche al movimento di rivendicazione dei diritti delle donne, appoggiando la causa del suffragio universale e della consapevolezza riproduttiva. Approfondisce testi politici; legge Marx ed Engels e nel 1909 aderisce al Partito Socialista.
Nel frattempo, si appassiona sempre di più alla scrittura. Nel 1903 viene pubblicata la sua autobiografia The Story of My Life, che diviene presto un vero successo letterario, consacrandola come scrittrice a livello internazionale. Sarà il primo di undici libri e di numerosi articoli da lei firmati.

Alla soglia delle due guerre mondiali, da pacifista convinta, instancabilmente, scrive interventi su diverse testate giornalistiche e invia appelli alle personalità politiche più influenti per scongiurare l’entrata degli Stati Uniti nei conflitti.
L’impegno in campo politico e sociale si accompagna anche al desiderio di contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità. Nel 1915 fonda la Helen Keller International Organization, un’associazione tutt’ora attiva, nata per fornire assistenza alle persone con cecità e sordità, in particolare ai soldati reduci.

Per conto dell’American Foundation for the Blind, che si occupa di sostenere i veterani, nel 1924, insieme ad Anne Sullivan e alla segretaria e amica Polly Thomson, realizza un tour in Europa per tenere una serie di eventi di raccolta fondi. Successivamente, arriva un nuovo invito, stavolta, dalle istituzioni giapponesi.
Purtroppo, Anne non riuscirà a partire per questa nuova meta, perché si spegne il 20 ottobre 1936. Questa perdita segnerà profondamente Helen, che nel libro Helen Keller’s Journal, pubblicato nel 1938, rivelerà: “Quando Anne Sullivan morì, posso dire che più di metà della mia anima se ne andò con lei”.
Nonostante il grande lutto, continua con i suoi interventi pubblici: visita ospedali, scuole e istituti educativi; svolge conferenze e discorsi di sensibilizzazione sul tema dei diritti civili, dimostrando le sue grandi doti comunicative e carismatiche.

Per via della sua militanza, l’FBI include il suo nome in una lista di supposti dissidenti comunisti: curioso verificare che ancora in epoca contemporanea, nel 2018, lo stato del Texas ha eliminato la figura di Helen Keller dai programmi educativi per via dei suoi ideali politici troppo radicali.
Ad ogni modo, Helen non si lascia intimorire.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1948, insieme a Polly Thomson, parte nuovamente alla volta del Giappone come Ambasciatrice Di Buona Volontà degli Stati Uniti, per contribuire a sostenere le vittime delle esplosioni atomiche sia a livello materiale che spirituale.
Gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento la vedranno viaggiare in Europa (tenendo tra gli altri un discorso alla Sorbona), in Sudafrica, in Asia, in America Latina, in Medio Oriente, battendosi, in particolare, perché venga garantito l’accesso ai sistemi d’istruzione ai bambini con problemi di vista e di udito.

Nel corso della sua esistenza, Helen Keller riceverà molteplici riconoscimenti, stringerà rapporti di collaborazione con personalità eminenti a livello internazionale e verrà ricevuta da tutti i presidenti degli Stati Uniti in carica durante la sua vita; anche il mondo di Hollywood si interesserà alle sue vicende.
Morirà il 1° giugno del 1968 all’età di ottantasette anni. È sepolta nella Cattedrale Nazionale di Washington accanto alle amiche e compagne Anne Sullivan e Polly Thomson.
Nonostante le censure e le controversie intorno alla sua figura, come attivista per le rivendicazioni dei diritti delle donne, delle persone con disabilità e dei lavoratori si è dimostrata una vera e propria anticipatrice e molti dei temi affrontati nelle sue imprese sono ancora molto attuali.

Pioneristici sono stati, infatti, i suoi studi sul tasso di cecità nella popolazione americana dell’epoca, in cui ha rivelato come la maggior parte delle persone colpite da questa condizione sia appartenuta alla classe dei lavoratori. La causa principale di questo dato sarebbe da riferire agli incidenti avvenuti nelle fabbriche, molto spesso, dovuti a mancanza di protocolli e dispositivi di sicurezza. E pioneristico è stato, soprattutto, il suo esempio di autodeterminazione, dimostrando che la disabilità, di per sé, non è un ostacolo, ma lo sono, invece, le barriere culturali, economiche, educative, architettoniche e sociali, come verrà affermato solo nel 2006 dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle Persone con disabilità.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Helen Keller

Helen Keller, La storia della mia vita, ed. Paoline, Roma, 1981.
Helen Keller, Helen Keller's Journal, 1936-1937, Forgotten Books, Londra, 2018.

Helen Keller: l'approccio pedagogico di Anne Sullivan

Anna dei miracoli (The Miracle Worker), film diretto da Arthur Penn, 1962.


Caterina Frusteri

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Voce pubblicata nel: 2023

Ultimo aggiornamento: 2024