Il pensatore francese Georges Bataille apre il capitolo La notte della sua Somma Ateologica con le seguenti parole:
La data in cui comincio a scrivere (5 settembre 1939) non è una coincidenza. Comincio a causa degli avvenimenti, ma non per parlarne. […] Mi è impossibile leggere. La maggior parte dei libri, almeno. Non ne ho il desiderio. […] In piedi, in un treno gremito, ho iniziato a leggere il Libro delle visioni di Angela da Foligno.
Angela da Foligno rappresenta la prima voce italiana il cui suono, sebbene velato, ci raggiunge attraverso il canale diretto della rivelazione personale, e non mediante la leggenda pia. L’unica fonte per ricostruire la sua vita è il Liber Lelle, un corpus di testi scritti non da lei, ma che la tradizione trasmette sotto il suo nome.
Angela nacque tra il 1248 e il 1249 presso la città di Foligno, in Umbria. Apparteneva a una famiglia certamente facoltosa, forse nobile, di cui però si ignora il casato. Nei primi tempi del suo percorso penitenziale, fa riferimento alla madre, al marito e ai figli, definendoli un impedimento:
Avvenne così, per volontà di Dio, che in quel tempo morisse mia madre, che per me era un grande impedimento, e poi che morissero mio marito e tutti i figli, in breve tempo. E poiché mi ero incamminata su quella via e avevo pregato Dio che morissero, ne ebbi grande consolazione, cioè ebbi consolazione della loro morte.(Cap. I)
Non monaca né suora, ma sposa e madre, priva di qualsiasi cultura (sapeva appena leggere); tuttavia, Angela da Foligno incarna e rappresenta la nuova condizione femminile nella storia cristiana. Tra il 21 luglio 1285 e la fine del 1286 si converte, presa dal desiderio di una vita diversa, spinta soprattutto da un impulso interiore, dopo una visione notturna di San Francesco:
Avendo pregato il beato Francesco perché le trovasse un confessore esperto, per potersi ben confessare presso di lui, la notte stessa le apparve un vecchio frate, che le disse: "Sorella, se me lo avessi chiesto prima, prima ti avrei esaudita, ma quanto hai chiesto ti è stato concesso”.(Cap. I)
Segue una vita di stretta privazione, dona tutti i suoi beni ai poveri e vive con una compagna tra preghiere, penitenze e assistenza ai bisognosi. La sua iscrizione al terz’ordine francescano risale al 1291. Nell’autunno dello stesso anno si reca in pellegrinaggio ad Assisi, dove, nella Basilica di San Francesco, ha una crisi mistica, preceduta – come ella stessa racconta – dalla sperimentazione in sé della Trinità: tota Trinitas veniet in te (Cap. I).
Visiterà una seconda volta la Basilica di San Francesco durante il medesimo pellegrinaggio. Qui, al momento della cessazione dell’eccezionale evento mistico, Angela, inginocchiata nella chiesa superiore del Santuario, inizia a urlare parole indistinte. Frate A., un parente e futuro redattore del Liber, presente all’evento, se ne vergogna; ma poi, ripensandoci, avverte immediatamente la necessità di comprendere fino in fondo le cause della crisi di Angela e inizia a mettere per iscritto ciò che la donna gli confida, per sottoporlo all’esame degli esperti. Comincia così la scrittura di quello che diventerà il Memoriale, stesura che si protrasse fino al 1296.
Le informazioni sulla sua composizione sono fornite dal redattore nel secondo capitolo del libro. Nel tentativo di raccogliere la testimonianza di Angela, il frater scriptor (come sempre si qualifica questo mediatore) reperisce inizialmente alcuni fogli, per annotare le poche parole che pensava sufficienti a spiegare la crisi di Assisi. Tuttavia, durante il processo di scrittura si rende conto che la predicta Christi fidelis ha molto altro da comunicare, non solo riguardo a ciò che ha già vissuto, ma anche a ciò che continua a sperimentare, grazie a una crescente e intensa familiarità con Dio. Si procura dapprima altri fogli e poi addirittura un quaderno, trovandosi infine coinvolto nella compilazione di un’opera impegnativa:
Allora a quella fedele di Cristo fu rivelato e detto (poco tempo dopo che io l’avevo costretta a parlare) che io, per scrivere, non prendessi un piccolo foglio ma un grande quaderno. E poiché io non ero del tutto convinto, continuai a scrivere su due o tre carte vuote che potei trovare in un mio libretto. Dopo, appunto costretto, mi feci un quaderno di carta bombicina. (Cap. II)
Frate A. riporta le parole della mistica prevalentemente in terza persona, nonostante lei le riferisca utilizzando la prima. Il confessore si propone di organizzare le esperienze della folignate in trenta “passi” o mutamenti. La ripartizione non è uno schema teologico preesistente che il redattore suggerisce ad Angela affinché lo sovrapponga alla sua esperienza: i trenta passi nascono da una considerazione di lei, che il frate apprende solo a posteriori e che fatica non poco a rispettare, fino ad abbandonarla del tutto.
Il trascrittore, giunto al ventesimo passo, ammette di aver incontrato difficoltà nel distribuire i restanti dieci passi. Di conseguenza, ordina il materiale a disposizione in sette passi “supplementari”, di cui il primo coincide con il ventesimo della serie precedente:
Il passo qui indicato come ventesimo è il primo brano che io, indegno frate scrittore, ho ricevuto e udito dalla bocca della fedele di Cristo stessa, che raccontava. […] Bisogna notare che io, frate scrittore, con l’aiuto di Dio ho cercato di disporre con continuità la materia del resoconto, dal primo passo fino al luogo descritto nel ventunesimo passo o alla fine della seconda rivelazione. (Capp. I-II)
Si tratta di un dialogo: Angela dialoga con il suo confessore raccontando lo scambio di esperienze e di parole tra lei e Dio.
Oltre al Memoriale, come accennato precedentemente, le sono attribuiti 36 scritti, chiamati Instructiones. Si tratta di un insieme di lettere, ammonimenti, relazioni, detti, che nella loro successione non rivelano alcun ordine relazionale. Potrebbero essere dettature di Angela durante i suoi ultimi anni. Transito è il titolo con cui viene designato l’ultimo documento, che inizia con la data del 29 settembre.
Angela da Foligno morì a Foligno il 4 gennaio 1309. Nel 1693 fu beatificata da papa Innocenzo XII e canonizzata per equipollenza da papa Francesco il 9 ottobre 2013. Oggi è venerata con il titolo di Santa e Magistra Theologorum, in quanto, durante la sua vita, si formò attorno a lei un Cenacolo di figli spirituali, tra i quali figura anche Ubertino da Casale. Angela è conosciuta come “Signora della notte” e il lettore, nella sua opera, può ricercare il suo Dio o riscoprire sé medesimo, scrive padre Pozzi. Ma la folignate presenta anche tanta luce:
E la sua compagna mi disse che una volta, mentre insieme andavano per strada, la predetta fedele di Cristo divenne bianca, rossa, splendente, lieta, e le si dilatarono gli occhi, talmente splendenti che non sembrava affatto essere la stessa persona. […] E poi le dicevo: "A che serve che ti copra il volto? I tuoi occhi risplendono come candele". (Cap. VII)
Bataille Georges, Il colpevole – L’Alleluia, traduzione di Angela Biancofiore, Bari, Edizioni Dedalo, 2021.
Lachance Paul, The Spiritual Journey of the Blessed Angela of Foligno According to the Memorial of Frater A., Roma, Pontificium Athaeneum Antonianum, 1984.
Menestò Enrico (edizione critica e introduzione), Paoli Emore (traduzione, apparati e indici), Angela da Foligno, Memoriale, Spoleto, Fondazione Centro italiano di Studi sull’Alto Medioevo, 2015
Pozzi Giovanni (a cura di), Angela da Foligno, Il libro dell’esperienza, Milano, Adelphi, 1992.
Santi Francesco (a cura di), La letteratura francescana. Testo latino a fronte. La mistica. Angela da Foligno e Raimondo Lullo, vol. V, Milano, Fondazione Lorenzo Valla / Mondadori, 2016.
Voce pubblicata nel: 2025
Ultimo aggiornamento: 2025