Edoarda Masi nasce a Roma il 21 settembre 1927. Nel 1934, quando il padre diventa direttore della Biblioteca Palatina, si trasferisce a Parma. La famiglia abita in una casa concessa dallo Stato, adiacente “… alla grande bellissima biblioteca che mio padre dirigeva e che nelle ore di chiusura mio fratello e io avemmo a disposizione fin da piccoli, come principi di altri tempi …”1.
Qui rimarranno fino al 1952 quando il padre sarà trasferito a Roma2. A Parma frequenterà la scuola fino al liceo e poi l'Università, laureandosi in giurisprudenza nel 19483. A diciotto anni, tra le sezioni del Partito Comunista, scopre gli operai.
Erano in carne e ossa i proletari dei testi marxisti. [...] Li ascoltai ogni giorno per ore, con l’attenzione e la diligenza della scolara. [...]Avevo attraversato un confine, ero dall’altra parte del fronte. Fuori dall’universo piccolo borghese di mio padre e anche dal cattolicesimo di mia madre, il non conformismo ai modelli proposti dalla società circostante non si fondava più sulla mia ragione [...] individuale ma sull’appartenenza a un’altra collettività.4
L’ambiente bibliotecario deve aver influenzato la sua scelta professionale: nel 1950 vince un concorso ministeriale come bibliotecaria al Ministero della Pubblica Istruzione e lavora presso le due biblioteche nazionali centrali di Firenze e Roma dal 1950 al 1960. Il suo impegno politico non si manifesta nell’ambiente di lavoro, dove ha un atteggiamento riservato Fu quando incominciai a lavorare, alla Biblioteca Nazionale di Firenze, che i rapporti con i colleghi e con altri miei pari cominciarono a sovrapporsi, senza integrarsi, a quelli che continuavo a intrattenere nell’ambiente del partito. [...] Nella comunicazione con gli altri erano determinanti la comune educazione, le scuole frequentate. “Tu hai una doppia vita” mi disse un’amica.5 Nel 1961 chiede di lavorare presso la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, dove rimarrà fino al 1973.
Fu quando incominciai a lavorare, alla Biblioteca Nazionale di Firenze, che i rapporti con i colleghi e con altri miei pari cominciarono a sovrapporsi, senza integrarsi, a quelli che continuavo a intrattenere nell’ambiente del partito.
Il suo interesse per la lingua e la cultura cinese si palesano negli anni Cinquanta. Nel 1956 la Direzione della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma le affida la catalogazione delle opere straniere e l’incarico di rivedere la sezione dei libri cinesi, in quanto conoscitrice della lingua inglese, francese, russa e cinese.
Il 1 ottobre parte per Pechino per perfezionare la lingua e compiere uno studio sui sistemi di catalogazione e organizzazione delle biblioteche cinesi. Ha trent'anni e questa esperienza sarà una delle più importanti e interessanti della sua vita. Assieme ad altri due studenti italiani frequenta i corsi universitari, grazie ad una borsa di studio. Sono tra i primi italiani a vivere nella Repubblica Popolare Cinese per un lungo periodo, quando ancora tra Italia e Cina non esistevano rapporti diplomatici. L’apporto di Edoarda Masi alla sinologia italiana è fondamentale: le sue traduzioni hanno reso possibile la scoperta di alcune delle opere più significative della letteratura cinese del periodo classico e contemporane, come Hong lou meng (Il sogno della camera rossa), un capolavoro della letteratura cinese del 1792, pubblicato da Masi nel 1964 per la casa editrice UTET.
Negli anni Sessanta e Settanta scrive articoli di carattere politico su due importanti riviste della sinistra italiana: Quaderni Piacentini6 e Quaderni Rossi7, in particolare sulla situazione cinese. La collaborazione con la prima rivista le permetterà di stringere uno stretto legame con Franco Fortini. Lo scambio epistolare tra i due è conservato presso il Centro Studi Franco Fortini dell’Università di Siena, come da volontà testamentarie della stessa Masi.
Nel 1971 consegue la libera docenza in letteratura cinese moderna e contemporanea. Insegnerà presso l’Istituto Italiano Medio e Estremo Oriente di Roma e all’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Nel 1973 lascia la Biblioteca Braidense su sua richiesta di riposo anticipato. Tre anni dopo accetterà l’incarico d’insegnamento della lingua italiana presso l’Istituto Universitario di Lingue Straniere a Shanghai.
La sua opera più conosciuta è Cento trame di capolavori della letteratura cinese, un testo adottato da numerose università italiane, pubblicato prima da Rizzoli nel 1991 e in seguito revisionato dalla stessa Masi e pubblicato nel 2009 per l’editore Quodlibet. Molte sono le sue pubblicazioni come autrice, tra cui: La contestazione cinese (1968), Per la Cina: confuciani e proletari (1978), Breve storia della Cina contemporanea (1979), Ritorno a Pechino (1993), Storie del bosco letterario: letterati e scrittori in Cina (2002); e come traduttrice: Il sogno della camera rossa di Cao Xueqin (1964, 1981, 2008), Città di gatti di Lao She (1986), i Dialoghi di Confucio (1989), Chuanqi, storie fantastiche Tang (1994), Lu Xun, Erbe selvatiche (2003) e La falsa libertà (2006).
Nel 2012 la Biblioteca Braidense ha ricevuto per lascito testamentario una raccolta di 2117 volumi della biblioteca personale di Edoarda Masi. Il fondo Masi è composto da testi in lingua cinese, italiano, francese, inglese, tedesca e russa. La donatrice ha previsto nel lascito anche una somma in denaro con lo scopo di permettere la catalogazione della sua biblioteca per renderla fruibile al pubblico.
Riferimenti iconografici Foto 1. photo©courtesyVincenzoCottinelli1993
Tutti i diritti riservati. Il ritratto di Edoarda Masi è una fotografia analogica scattata a Pontassieve nel 1993 in occasione di un viaggio con Grazia Cherchi in giro per l’Italia a intervistare scrittori e artisti. www.vincenzocottinelli.it.
Voce pubblicata nel: 2025
Ultimo aggiornamento: 2025