Raffaella Curiel nasce a Gardone Riviera nel 1943. Le condizioni in cui viene al mondo non sono delle migliori a causa della guerra, ma l’amore della mamma Gigliola le garantisce un’infanzia sicura e spensierata. Raffaella cresce a Milano e già in tenera età gironzola nell’atelier Curiel respirando il talento materno. Dopo gli studi liceali inizia a collaborare nella casa di moda di famiglia, svolgendo i lavori più umili come lavare i bagni, fare i pacchi e i metraggi. Nel frattempo la giovane Curiel si sposa con Gualtiero Castellini, rampollo di una famiglia del ramo delle industrie tessili, da cui avrà i suoi due amatissimi figli Gaetano e Gigliola.

Realizzata in ambito privato Raffaella decide di forzare la mano alla madre in ambito lavorativo: “Dopo dieci anni di lavoro nell’atelier, la figlia, stanca di essere malpagata, l’avverte che ha avuto una splendida offerta dalla Rinascente, lei, Gigliola, bruscamente propone: ‘Vuoi guadagnare ancora di più? Vai in magazzino e con i ritagli prepara una collezione. Ti darò il 10%’. Fu così che esordii con una linea in stile purissimo patchwork – racconta Raffaella – dal momento che i ritagli non erano più grandi di comuni fazzoletti da naso” 1.

Nel 1961 Raffaella firma la sua prima collezione di prêt-à-porter, ottenendo presto i favori del pubblico. Da questo momento inizia una collaborazione lavorativa proficua tra madre e figlia: Gigliola si occupa dell’alta moda e Raffaella della moda boutique. Il successo di Raffaella viene interrotto dalla morte prematura della madre e dalla decisione del patrigno di vendere il marchio Curiel. Raffaella non vuole abbandonare la moda, così nel 1970 con il marito riacquista il marchio di famiglia e apre un atelier al numero 14 di Corso Matteotti a Milano.

Gli anni Settanta consacrano la moda di Raffaella Curiel, la quale firma una linea in esclusiva per Pacabu (prêt-à-porter d’alta moda), collabora in questo stesso settore con Rosier, Lux, Sport, Lux International, esportando in tutto il mondo gli inconfondibili “Curiellini”, abiti dalla linea pulita, comodi ed eleganti dalla mattina alla sera, che diventano un Must have negli armadi delle donne di tutto il mondo.

La vita della stilista viene nuovamente sconvolta dalla morte improvvisa del marito in un incidente stradale; donna forte e volitiva, Raffaella incanala il dolore nella dedizione ai figli e al lavoro.

Gli anni Ottanta registrano un gran successo per la maison Curiel ormai tra i marchi più rinomati della moda italiana. Proprio in questi anni Raffaella intraprende una nuova avventura cimentandosi nella produzione di collezioni ispirate a un particolare movimento pittorico, singolo artista, colore o suggestione, avventura che le farà guadagnare il soprannome di “intellettuale della moda italiana”:

Sin dai tempi dell’adolescenza e dei miei studi classici ho avvertito una vocazione inarrestabile verso la cultura in tutte le sue molteplici declinazioni: pertanto, è stato per me quasi spontaneo trasfondere nelle mie creazioni di haute couture un’impronta culturale viva, ispirandomi di volta in volta, alla Russia di Bilibin, a maestri inarrivabili come Picasso e Gaudì, al Messico variopinto di Frida Kahlo, al futurismo di Giacomo Balla, al fascino decadente della Mittel-Europa, all’Art Nouveau di Gustav Klimt, al romanzo di Marcel Proust A la Recherche du temps perdu, ad artisti come Schiele e Dante Gabriel Rossetti e a molto altro ancora. Ogni mia creazione, quindi, è animata da un respiro culturale e artistico che la connota in modo straordinario. Mi sento di affermare che questa osmosi perfettamente compiuta tra moda e cultura è un elemento imprescindibile del mio lavoro. 2

Oltre alle linee che valorizzano il corpo della donna, le colonne portanti del successo di Raffaella sono la dovizia di particolari e i tessuti raffinati, elementi resi in modo straordinario dalla lavorazione artigianale. È proprio questa cura quasi maniacale degli elementi compositivi dell’abito, che rendono la maison Curiel così speciale e la portano a essere la prima scelta di donne famose e potenti come Margareth Thatcher, Hillary Clinton; in Italia Donatella Dini, Fulvia Prodi, Marianna Scalfaro e Clio Napolitano.

La fama della maison milanese non accenna a diminuire e la soddisfazione di Raffaella giunge all’apice quando negli anni Novanta la figlia Gigliola decide di collaborare nell’atelier di famiglia. La giovane Curiel dopo gli studi di economia e commercio alla Bocconi, riconosce nella moda la vocazione per la sua vita. Raffaella continua a occuparsi dell’haute couture e affida alla figlia le collezioni di prêt-à-porter, aprendo così la strada alla quarta generazione Curiel. Gigliola propone un concetto di prêt-à-porter estremamente giovane e femminile, sintesi di una tradizione stilistica in cui la moda è sinonimo di classe, cultura, raffinatezza, di continua ricerca.

La collaborazione tra madre e figlia continua ancora oggi in maniera proficua e vivace, tanto che nel 2016 le due stiliste milanesi hanno siglato un contratto con il gruppo cinese Red Stone che ha portato alla costituzione della Newco Curiel Itd; dice a riguardo Gigliola Curiel “Prima avevamo un prêt-à-porter un po’ sui generis perché era un su misura, con una piccolissima distribuzione ai negozi multimarca, con trunk show in giro per il mondo. Con questa joint venture, abbiamo rivisitato il prêt-à-porter in chiave moderna, soprattutto in Cina dove abbiamo venti negozi monomarca”. 3

Ancora una volta la maison Curiel mantiene il passo con i cambiamenti della società, mutando forma, ma rimanendo sempre fedele a se stessa per stile ed eleganza. Le quattro generazioni Curiel sono un esempio straordinario di come la capacità di leggere il mondo contemporaneo e di comprendere La Donna in tale mondo siano il segreto per un secolo di successo nel mondo della moda.

Note


1 S.A., Curiel: un secolo vissuto con stile, in «Corriere della sera», agosto 2001.
2 G. Abbate, Lella Curiel, la moda nobile, in «L’Indro», luglio 2012, www.lindro.it (visto a gennaio 2013).
3 https://apritimoda.it/curiel/Curiel: tra passato, presente e futuro di uno dei simboli del Made in Italy nel mondo (consultato a Giugno 2021).

Voce pubblicata nel: 2021

Ultimo aggiornamento: 2021