Wilma Norman-Néruda è La Violinista di Sherlock Holmes che, il 5 marzo del 1881 la ascoltò al St. James di Londra ricordandone la maestria nell’uso dell’arco.

Senza Sherlock Holmes e Arthur Conan Doyle che, probabilmente la conobbe personalmente per l’amicizia con suo zio, Richard, sarebbe rimasta solo un nome del passato. Scrisse Lady Lindsay di Belcarres che Wilma “combattendo come un novello San Giorgio contro il Drago del Pregiudizio, con la sua straordinaria intonazione, uno stile puro non secondo a quello di alcun uomo, l’intelligenza nell’interpretazione unite alla grazia femminile, dimostrò cosa potessero fare le donne” diventando capofila di una lunga genia di giovani alle quali la strada del violinismo era stata preclusa. Il violino, infatti, sino ad allora, era considerato uno strumento inadatto alle donne, un pregiudizio che, seppur meno forte nella famiglia di musicisti da cui Wilma proveniva, era comunque presente tanto che suo padre Josef, organista della Cattedrale di Brno, la indirizzò al pianoforte.

Mina però voleva fortemente suonare il violino come suo fratello e cominciò a studiarlo, da sola, di nascosto. Quando suo padre ne scoprì il talento decise di accontentarla. La fama della Milanollo morava che suonava con la sicurezza e la sensibilità di un adulto, si diffuse nei circoli dell’epoca così la famiglia si spostò a Vienna e Wilma iniziò a studiare con Leopold Jansa che, nel 1846, la fece debuttare con la soprano Jenny Lind come madrina: fu l’inizio di una lunga carriera. A soli 11 anni venne invitata per la Philarmonic Society a rimpiazzare Joachim, “una bambina, per anni e aspetto ma un Paganini in miniatura”. L’intonazione, la tecnica soprattutto della mano destra, il virtuosismo della “bambina miracolosa”, come disse Hans von Bülow, la trasformarono in una Fata del Violino capace di far presa sugli ascoltatori con la magia della nobiltà di stile, del calore e la risonanza più intima con la musica.

A San Pietroburgo, Wilma suscitò l’ammirazione di Vieuxtemps e l’invidia del giovane Wieniavsky che, indispettito per non aver ricevuto la medesima considerazione, minacciò una Guardia Reale con l’archetto ottenendo una immediata espulsione. Federico VII di Danimarca la invitò a suonare e le conferì la medaglia danese Ingenio et arti. Anni dopo, il critico e diarista Agate scrisse: “la trovavo estremamente elegantel’ho sempre idolatrata e messa, con De Sarasate, al primo posto, al secondo, Heifetz e Marie Hall”. Studio, concerti, continui spostamenti e poche amicizie: la cantante Fredrika Stenhammar e la Principessa Anna d’Assia e del Reno che la presentò anche a Sissi.

Per i suoi meriti fu eletta nel 1861 alla Kungliga Musikaliska Akademien contando, tra i suoi allievi, anche Christiano IX di Danimarca, padre della futura Principessa del Galles, Alexandra a cui fu legata da un lungo rapporto di amicizia e stima. Nel 1863 le fu conferita la preziosa medaglia Litteris et Artibus. Durante il soggiorno scandinavo la giovane si legò al compositore Ludvig Norman al quale, lei stessa, propose il matrimonio celebrato a Brno nel 1864. Con Norman fondò la prima Società di Concerti e la loro unione fu coronata dall’arrivo di Ludwig e Waldemar. Ma, ancora una volta, Wilma dimostrò la sua indipendenza non abbandonando la carriera né per il matrimonio né per le gravidanze. Il matrimonio terminò nel 1869 con una separazione quando si palesarono in Norman, sempre meno gestibili, i sintomi della probabile Sindrome di Tourette e della dipendenza dall’alcool. Affidati i figli alla madre, Wilma riprese l’attività solistica. Il successo fu immediato: sia che si esibisse per i Pasdeloup-Concert che per Napoleone III, il Principe Metternich o i Rothschilds, soggiogava il pubblico per il gusto, la grazia e la tecnica. Joachim scrisse entusiasticamente al pianista Hallé: “quando l’ascolterai non avrai di me la medesima opinione” e a sua moglie che gli piaceva molto più di qualunque altro violinista per uno stile “incontaminato, puro, assai musicale”.

Nel 1869 Wilma si trasferì in Inghilterra: Vieuxtemps la introdusse nel Salotto del pittore Millais e, successivamente, le cedette una sua data perché si esibisse nei Pops di Londra: Wilma divenne la presenza artistica più assidua e nota, prima donna ad occupare il posto di spalla del quartetto stabile, di soli uomini, alternandosi con Joachim.

Nonostante i suoi compensi rimasero sempre più bassi di quelli dei suoi colleghi uomini, Wilma riuscì a portare in Inghilterra i figli contando sul favore della Famiglia Reale: in segno di rispetto il Principe del Galles che conosceva la sua tubercolosi incipiente, impedì agli uomini di fumare in sua presenza, se la Principessa Alexandra era in ritardo a un suo Concerto, attendeva che la musicista terminasse, e, a sua volta, Wilma, se la intravedeva, aspettava. Lord Leighton, gli Alma Tadema, Watts che la ritrasse, e, tramite loro, i Dickens, i Browning, Ellen Terry, i coniugi Stark, i Gladstone, i Balfour, i Churchill, gli Asquith, questi alcuni dei salotti in cui Wilma, quasi Sacerdotessa di un ideale di Arte intesa come mezzo di elevazione della borghesia e di educazione delle masse, si esibì, “unica rivale di Joachim”, accompagnata da Charles Hallé.

Al duo Hallé-Neruda va il merito di aver fatto conoscere l’intero repertorio cameristico di Beethoven affiancandolo ad autori contemporanei e suonando anche in città periferiche, nelle fabbriche o nelle scuole nelle quali vennero, per la prima volta, proposti programmi educativi. Niente li fermava: quando una tempesta di neve bloccò il loro treno, i due raggiunsero la sala da concerto a piedi, quando dimenticarono le parti, suonarono a memoria e, ancora, quando il Quartetto si trovò gli spartiti ancora chiusi, Wilma li aprì tutti con una forcina per capelli! Inseparabile dalle sue cagnoline Winzi e Polly, materna con chi suonava con lei per la prima volta, piena di incoraggiamenti per le nuove generazioni alle quali consigliava di studiare seguendo un solo Maestro, aveva, tuttavia, un carattere molto forte che poteva essere scambiato per superbia o freddezza ma non con coloro che considerava amici: la scrittrice George Eliot, la Principessa Alexandra, il compositore Ernest Ford, Joachim ed Alfredo Piatti.

Wilma poteva esibirsi con Clara Schumann senza disdegnare, la sera, di essere accompagnata da Lady Randolph Churchill o dalla giovane Mary Gladstone o prendere il violino suonando ad orecchio, con le orchestre ungheresi invitate ad allietare le serate. Nel 1876 Lord Dudley e Lord Hardwicke le fecero dono dello Stradivari del 1709 appartenuto ad Ernst.

Rimasta vedova, Wilma sposò Sir Charles Hallè con il quale intraprese tour in Australia e Sud Africa. Dopo la sua morte nel 1895, un Comitato presieduto dal Principe di Galles raccolse fondi per festeggiare i 50 anni di carriera. Si dice che le fu regalato il Palazzo Beltramini in Asolo, in realtà, Wilma, con i soldi ricevuti inviò un assegno al figlio Ludwig, già ad Asolo che, dopo una polemica con Pen Browning che gli aveva affittato una proprietà, era rimasto senza casa. Non essendo arrivata in tempo la speciale procura all’acquisto, Ludwig intestò a sé l’immobile, atto che fu causa, dopo la sua morte, di una serie di controversie giudiziarie con la nuora Marianne Peyton. Nel 1899, dopo la tanto rinviata tourneè in USA, Wilma si trasferì a Berlino insieme alla sorella Marie Arlberg insegnando, fino al 1902, allo Sternschen Konservatorium.

Nel 1901 la Regina Alexandra le conferì il titolo di Violinist to the Queen e, nel 1903, la medaglia Science, Art and Music. Dopo la morte di Joachim e, nel 1907, di Waldemar, Wilma pensò di tornare in Inghilterra su invito della Regina Alexandra ma, alla fine, presa dall’organizzazione dei concerti con Pablo Casals rimandò. Morì pochi giorni dopo un concerto a causa di una influenza degenerata in polmonite.


Fonti, risorse bibliografiche, siti su Wilma F. Norman Néruda (Lady Hallè)

Vera Mazzotta, Wilma Neruda. La violinista che conobbe Sherlock Holmes. Delos Digital, 2017
Alessandra Barabaschi, , Historic Women Performes: Lady Hallé https://tarisio.com/cozio-archive/cozio-carteggio/historic-women-performers-lady-halle/

Frederick Dolman, Lady Hallé at Home, in: The Woman’s World, London, 1890, p. 171

Jutta Heise , Die Geigenvirtuosin Wilma Neruda (1838-1911) Georg Olms Verlag, Hildesheim, 2013


Voce pubblicata nel: 2023

Ultimo aggiornamento: 2023