“L’archivio non somiglia né ai testi, né ai documenti stampati, né alle relazioni, né alle lettere, né ai giornali, e neppure alle autobiografie. Affatica proprio fisicamente perché è eccessivo, invadente come le maree equinoziali, le valanghe o le inondazioni. […] Fuorviante e colossale, un archivio ha un grande potere di seduzione. […] La lettura provoca subito un effetto di reale che nessun testo stampato, per quanto poco noto può suscitare. […] Niente a che vedere con l’archivio; traccia grezza di vite che non chiedevano affatto di raccontarsi e che sono obbligate a farlo perché si sono scontrate un giorno con la realtà della polizia o della repressione.” 1

Storica francese, studiosa di storia sociale e di storia delle donne, direttrice di ricerca presso il C.N.R.S. Il suo campo di studio è la ricerca dei comportamenti popolari nel XVIII secolo, sulla base della documentazione giudiziaria.

Arlette Farge è la più giovane di tre fratelli nati in una modesta famiglia arrivata a Charleville a causa dei bisogni e delle privazioni della guerra 2.

Frequenta il liceo Hélène Boucher di Parigi e subito dopo si iscrive a corsi universitari di diritto: le sue intenzioni erano infatti quelle di diventare magistrato specializzato in diritto minorile. Cambia però repentinamente percorso di studi, ottenendo un diploma avanzato DEA (diplôma d’études approfondies) in storia giuridica e istituzionale.

Nel 1969 lascia la Francia per recarsi negli Stati Uniti presso la Cornell University per acquisire materiale per la tesi di laurea. Frequentando gli ambienti universitari americani assiste alle lotte degli studenti afro americani per i diritti civili e al nascere del movimento femminista.

Al suo ritorno in Francia si dedica alla stesura della tesi di dottorato in Storia moderna sul furto degli alimenti nella Parigi del XVIII secolo (Le voi d’aliment à Paris au XVIIIe siècle) sotto la guida di Robert Mandrou, discepolo di Lucien Febvre pioniere della Storia della mentalità. Si specializza in seguito nello studio degli ambienti sociali più poveri del XVIII secolo.

Nel 1979 pubblica lo studio Vivre dans la rue à Paris au XVIIIe siècle (Vivere per strada a Parigi nel XVIII secolo, Parigi, Gallimard) che la porta a ottenere il premio Gabriel Tarde nello stesso anno. Il premio Gabriel Tarde viene conferito dal 1972, ogni due anni, al miglior scritto di criminologia in lingua francese.

Nel 1982 pubblica con Michel Foucault, il famoso sociologo e filosofo, Le désordre des families, lettre des cachet des Archives de la Bastille au 18. siecle (Paris, Gallimard 1982). Nel 1989 pubblica Il piacere dell’archivio (1991, edizione italiana), un testo di enorme successo che contribuì a renderla “famosa” nel panorama storiografico internazionale. Il volume, interamente dedicato alla ricerca sulle fonti d’archivio “si distingue per la scrittura auto narrativa e per il taglio proposto in cui la soggettività della ricercatrice nel rapporto con le fonti criminali e con lo stesso ambiente dell’archivio viene esplicitata e assunta come uno degli elementi centrali nell’indirizzo di un’indagine storiografica” 3.

Nel 1991 è curatrice insieme a Natalie Zemon Davis del terzo tomo dedicato alla Storia delle donne in Occidente di George Duby e Michelle Perrot, dove si occupa in particolare del periodo che va dal Rinascimento all’età moderna (edizione italiana Laterza, 1995).

Nel 2009 il regista Frédéric Biamonti dedica a Arlette Farge un film documentario intitolato L’echappée belle, un vero e proprio ritratto sfaccettato della storica francese che svela alla telecamera i segreti del suo mestiere e la sua passione per il lato oscuro dell’età dei lumi. Dal 2010 Arlette Farge è directrice de recherche al Centre National de la Recherche Scientifique e direttrice del gruppo per la storia delle donne all’EHESS (École des hautes études en Sciences Sociales) di Parigi.

Nel 2016 riceve il premio “Dan David” per l’insieme dei suoi studi nel campo della storia sociale. Co-animatrice della trasmissione radiofonica Les lundis de l’historie (I lunedì della storia) per l’emittente France Culture, Arlette Farge si racconta ai suoi radio-ascoltatori: descrive la disciplina, la ricerca d’archivio, a cui ha consacrato tutta la vita, narra come all’inizio del suo percorso di studi avesse scelto la facoltà di giurisprudenza per diventare nelle sue prime intenzioni un magistrato minorile, e infine riferisce delle occasioni e degli incontri che hanno segnato la sua carriera di storica. Ha collaborato fino al 2019 con la rubrica radiofonica La fabrique de l’histoire (La fabbrica della storia), sempre per l’emittente France Culture.

 

Note


1 Arlette Farge, Il piacere dell’archivio, Verona, Essedue 1991 p. 7-9.
2 Notizia rilasciata dalla stessa Arlette Farge durante un’intervista condotta da Pierrine Kervan dal titolo “A voix nue” sull’emittente France Culture, 11 novembre 2013.
3 Dizionario di Storiografia, Milano, Mondadori, 1996 p. 374-375.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Arlette Farge

Dizionario di Storiografia, Milano, Mondadori 1996 p. 374-375

Arlette Farge, Il piacere dell’archivio, Verona, Essedue 1992

Pierrine Kevran intervista Arlette Farge, durante la trasmissione radiofonica “À voix nue”, France Culture, 11 novembre 2013

https://www.franceculture.fr/emissions/voix-nue/arlette-farge-15, ultima consultazione in data 14 settembre 2020

Sylvain Parent, Entretien avec Arlette Farge, in Tracés, Revue de Sciences humaines, 5 (2004), on line 26 gennaio 2009

https://www.sanchoetcompagnie.fr/film/arlette-farge-lechappee-belle/, ultima consultazione in data 14 settembre 2020

Frédéric Baiamonti, Arlette Farge, l’echeppée belle, Documentario, 52 minuti, Galactica, 2009

Arlette Farge ha al suo attivo un’importante produzione storiografica, non si è ritenuto, in questa sede, di elencare le singole pubblicazioni.

Referenze iconografiche: Ritratto di Arlette Farge. Foto di REMOLOC. Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.

Voce pubblicata nel: 2020

Ultimo aggiornamento: 2023