Quando arrivava in teatro al San Ferdinando di Napoli, la sua figura mi ricordava quella di Edith Piaf. Forse perché era piccola, ossuta, sembrava fragilissima: entrava nel camerino quello che ospitava da sempre le prime attrici, e per un attimo, si guardava intorno come per prendere possesso con lo sguardo di uno spazio che del resto conosceva bene. Via via abbandonava i suoi vestiti per quelli del personaggio e, via via, di nuovo prendeva possesso ma stavolta di quella donna che sarebbe stata in palcoscenico. Pupella (in napoletano pupatella è una sorta di bambolina delicata) in realtà fragile non lo era: capace di scrutarti con quei suoi occhi profondi che ti guardavano dentro nonostante sembrassero distratti persi in altri pensieri. Anche la sua voce traeva in inganno, pareva tremasse, sembrava doversi fermare ad ogni respiro, ma Pupella scandiva ogni parola lentamente e con fermezza e quella voce, aperto il sipario, arrivava ovunque conquistava l’aria, ti scavava dentro.

«Il teatro, Maria mia, una vera malattia», mi raccontava quando la aiutavo a prepararsi, «ogni volta il cuore mi sbatte forte ma non lo dire a nessuno… neanche a isso…». Isso (lui) era Eduardo De Filippo con il quale lavorò per anni: «quando Eduardo sta in scena, per me è come un calmante. Eduardo sa tutto è tutto teatro, vi fa dimenticare ogni preoccupazione, vi dà forza».

Insieme al drammaturgo e attore partenopeo, Pupella Maggio dette vita a Concetta in Natale in casa Cupiello regalando al pubblico la drammaticità di un personaggio femminile innocente e colpevole allo stesso tempo, pronta a difendere lo status quo della sua casa anche dalla morte. La sua interpretazione era magistrale come in Filumena Marturano e Sabato, domenica e lunedì.

Giustina Maggio nasce a Napoli il 24 maggio 1910 da Domenico e Antonietta Gravante che faceva parte di una famiglia teatrale itinerante. Un grande amore da cui nascono ben 16 figli molti dei quali morirono però molto presto. Erano tempi in cui la mortalità infantile era altissima, tempi di crisi di povertà che avrebbero visto due guerre, due conflitti bellici dai quali gli italiani sarebbero usciti cambiati. Il battesimo artistico lo riceve a due anni, quando nella compagnia teatrale del padre riveste il ruolo della bambola di pezza in La Pupa movibile di Eduardo Scarpetta. Enzo, Beniamino, Dante, Icadio, Rosalia, Margherita e Pupella iniziano proprio nella compagnia dei genitori i loro primi passi. «Abbiamo fatto la rivista, la sceneggiata, l’avanspettacolo, il teatro cosiddetto di serie A. Beniamino per esempio a sei anni faceva il ‘cantante prodigio’ nella compagnia di papà. […] Io sono stata per tanto tempo la bambolina che piroettava sui palcoscenici popolari».

Autodidatta, Pupella vive quella gavetta che le darà rigore, caparbietà e esperienza per diventare una delle più grandi interpreti del teatro italiano. Durante uno dei viaggi in una compagnia di rivista a Catania, conosce un ragazzo, se ne innamora e da quell’incontro nasce sua figlia Maria Antonietta. La sua carriera arriva ad una svolta nel 1954 quando Mario Mancini, aiuto regista di Eduardo De Filippo, la chiama per entrare a far parte della compagnia La Scarpettiana che Eduardo stava creando per dare spazio e vita alle commedie di suo padre Eduardo Scarpetta e di suo fratello Vincenzino Scarpetta, Pupella ha 46 anni. Nella compagnia si confronta e recita con attori e attrici, alcuni già famosi.

Poi viene chiamata per recitare nella compagnia Il teatro di Eduardo: «mi chiamarono a Napoli dove recitavo con la Scarpettiana. Sull’ordine del giorno, al teatro San Ferdinando, c’era scritto: “La signora Pupella Maggio è attesa a Roma dalla compagnia di Eduardo De Filippo”». Nella stagione 1958-59 recita al Piccolo Teatro di Milano in Pulcinella ca va truvanno ’a furtuna soia pe’ Napule di Pasquale Altavilla regia di Eduardo, uno spettacolo nato dalla collaborazione di De Filippo con Paolo Grassi. E poi Cani e gatti, Filumena Marturano, Sabato, domenica e lunedì, Natale in casa Cupiello: «ti consentiva di misurare, come in un solfeggio, le sequenze dei gesti. Era una colonna sonora di cui avvertivi la presenza imperiosa anche quando non diceva nulla». Sono gli anni in cui vince la Maschera d'oro, il premio San Genesio e il premio Nettuno.

Quella cascettella, come chiama la televisione, non le piace, però Pupella è aperta sempre alle nuove sfide e seguirà Eduardo negli anni Cinquanta nelle prese dirette dai teatri in La fortuna con l’effe maiuscola, Tre cazune furtunate, Il medico dei pazzi e poi nel secondo ciclo a colori registrato negli anni Settanta Natale in casa Cupiello Gennareniello Le voci di dentro, Il cilindro: «io guardavo lui, mi studiavo lui». In televisione registra anche In memoria di una signora amica di Peppino Patroni Griffi e la regia di Mario Ferrero. L’opera era stata presentata nel 1963 al teatro La Fenice di Venezia nell’ambito del XXII Festival internazionale della prosa al teatro, protagoniste lei e Lilla Brignone, regia di Francesco Rosi, Ancora televisione nel 1991 nella serie televisiva Il ricatto con Massimo Ranieri.

Ma è il teatro il suo grande amore:

«fare teatro è come entrare in casa d’altri, che sono il pubblico. Non bisogna essere arroganti e credersi i più grandi, ma bisogna dire: ecco, sono qui, ho qualcosa da dirti, se vuoi ascoltarmi».

Lei che non ama recitare in italiano interpreta testi di Maksim Gor’kij, Samuel Beckett, Bertold Brecht, Giovanni Testori. Sempre alla ricerca di donne complicate a cui dare corpo e voce, nel 1960 in L’Arialda di Testori con la regia di Luchino Visconti, è Gaetana Molise vedova meridionale immigrata che morirà suicida. Pupella conquista pubblico e critica con la sua interpretazione; è Violante in Persone naturali e strafottenti ancora un testo di Patroni Griffi. Si misura con il Settecento napoletano con la Monaca fauza di Pietro Trinchera nella versione di Mario e Maria Luisa Santella. Veste i panni e l’anima di Pelagia Vlassova ne La Madre per la regia di Antonio Calenda nel 1978-79 «se Tonino Calenda non me l’avesse proposto io questo Brecht non l’avrei mai conosciuto. Probabilmente ha pensato a me perché voleva una madre di sicura radice popolare, una donna umana che prima è ignorante e che poi piano piano cresce, impara».

Pupella si prova anche nel cinema: nel 1947 il suo prima esame in Sperduti nel buio di Camillo Mastrocinque, cinque anni dopo recita in Sogno di una notte di mezza sbornia regia di Eduardo De Filippo; è la vedova inconsolabile che disturba il sonno di Totò in Il medico dei pazzi (regia di Mario Mattioli); nel 1960 è una contadina in La ciociara di Vittorio De Sica, nel 1962 è diretta da Nanni Loy nel film Le quattro giornate di Napoli. Nel 1969 vince il Nastro d’argento come migliore attrice non protagonista per il ruolo di una paziente la signora Parise in Il medico della mutua accanto a Alberto Sordi (regia di Luigi Zampa). È la moglie di Noé in La Bibbia di John Huston (1966) e nel 1973 è Miranda la madre di Titta, in Amarcord di Fellini (doppiata in romagnolo da Ave Ninchi): riceve la candidatura all’Oscar per la migliore attrice non protagonista mentre il film vince il premio come migliore pellicola straniera. Nel 1987-88, ancora con la regia di Antonio Calenda, di nuovo in teatro recita Aspettando Godot di Beckett accanto a Mario Scaccia e Questa sera Amleto di Mario Prosperi e Antonio Calenda.

Pupella per non essere sottoposta allo stress delle tournée, abbandona le scene e si rifugia a Todi «è per me come avere la nonna che non ho mai avuto», vuole stare con i ragazzi a cui insegnare recitazione. Nel 1988 interpreta ancora una madre, un volto tragico rassegnato eppure forte in Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, vincitore del premio Oscar come migliore film straniero. Nel 1990 Sabato, domenica e lunedì pellicola di Lina Wertmuller con Luca De Filippo e Sophia Loren. Infine ancora una prova cinematografica in La signorina Giustina di Francesco Apolloni con Francesco Venditti e Mauro Meconi. Con Calenda recita in una carrellata di vecchie macchiette cucite insieme apposta per loro i Maggio Pupella, Beniamino, Rosalia, intitolata Na sera ‘e Maggio. Nel 1995 di nuovo sul palcoscenico in Oberon di Ugo Chiti con la regia di Patrick Rossi Castaldi.

Giustina Maggio attrice trasgressiva eppure materna, antinaturalista e mater dolorosa allo stesso tempo, dal carattere non facile eppure capace di generosità incredibili, dal volto aspro e allo stesso tempo rassicurante come la terra, si spegne a Roma l’8 dicembre 1999, riposa al cimitero di Prima Porta. Qualsiasi prima attrice che oggi varca quel camerino del teatro San Ferdinando, se chiude gli occhi potrà sentire ancora una volta la sua voce pronta al chi è di scena.

«Credo che piaccio perché entro in palcoscenico senza dire "io sono"».

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Pupella Maggio

A. Lubrano, Con Eduardo anche all’inferno, «RadioTVCorriere», a. LV, (n. 52), 24/30 maggio 1978

G. Gargiulo, Eduardo e Napoli Grandi amori di Pupella Maggio, «L’Impegno», a. VII, (n. 8), ottobre 1988

F. Capua, Io, Pupella Maggio «La Repubblica» 24 gennaio 1991

P. Zanuttini, Pupella Maggio. Confesso che ho vissuto, «Venerdì di Repubblica», (n. 239), 11 settembre 1992

Pupella Maggio Poca luce in tanto spazio, Todi, Carlo Grassetti Editore, 1995

G. Raboni, Addio Pupella Maggio, voto tragicomico di Napoli, «Corriere della sera», 9 dicembre 1999

G. Bianco, Pupella cala il sipario «Il giornale di Napoli», 9 dicembre 1999

G. Baffi Tutti figli di Pupella «La Repubblica», 12 dicembre 1999

G. Geron Pupella Maggio nata Giacinta, detta ‘a Duse, «Sipario», gennaio-febbraio 2003

M. Procino, Vorrei caro Eduardo legare il tuo nome al Piccolo Teatro. Eduardo De Filippo e Paolo Grassi lettere (1941-1980), 2021


https://www.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-d622a250-e5f2-4f7b-931b-c5c7a779b362.html

https://www.youtube.com/watch?v=1dol6W-96iM [url consultato 10 settembre 2023]


https://www.youtube.com/watch?v=WobGc_roOU0

https://www.youtube.com/watch?v=B6DrM-m08rw

https://www.raiplaysound.it/audio/2012/11/LArialda-raccontata-da-Gianfranco-Capitta-6edb3372-8a55-46de-b116-861b81e82a8a.html

https://www.raiplaysound.it/audio/2022/02/I-teatri-alla-radio-22-2-2022-brecht-7p-c4f73eaa-db1e-46ec-9725-32f7af627290.html

https://www.raiplaysound.it/audio/2017/04/Pupella-Maggio---Wikiradio-del-24042017-d622a250-e5f2-4f7b-931b-c5c7a779b362.html

https://www.youtube.com/watch?v=OnBy7UxCk2k

Referenze iconografiche: Pupella Maggio in un'inquadratura tratta da Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore (1988). Immagine in pubblico dominio.


Voce pubblicata nel: 2016

Ultimo aggiornamento: 2023