A dispetto dell’importanza rivestita nel primo femminismo italiano, ancora poco sappiamo di Alice Bosio Schiavoni. Nacque a Firenze, nel marzo 1871, in una famiglia facoltosa e in vista: il padre, francese oriundo dal Piemonte, divenne presidente del Consiglio di amministrazione della Banca d’Italia, e assunse quindi la cittadinanza italiana. È dato pensare che la sua istruzione avvenisse secondo le forme tradizionali del tempo per le giovani delle classi più agiate di milieu evangelico (canto, lingue straniere, letteratura); allo stato è attestata la sua frequenza alla scuola delle diaconesse di Roma, dopo che la famiglia si trasferì nella capitale per le esigenze dell’attività paterna. Nel 1901 Alice sposò il dottor Mario Schiavoni, che in molte occasioni condivise impegni e finalità della sua attività pubblica.

Le prime tracce in questa direzione riguardano la partecipazione all’Unione Cristiana delle Giovani, di cui fu dirigente locale e nazionale: della sezione romana UCG promosse la creazione della sede nel 1908 e nello stesso anno si pronunciò apertamente, durante il noto primo Congresso nazionale delle donne italiane, a favore della confluenza delle associazioni femminili evangeliche nell’alveo del femminismo. Mossa da una “fede personale ben temprata”, vedeva la possibilità di tale convergenza, in particolare, nella dimensione pratica e spiccatamente sociale del movimento delle donne d’età giolittiana. Nel 1913 divenne così direttrice dell’organo d’informazione del Consiglio Nazionale delle Donne Italiane (il CNDI, che del congresso del 1908 era stato il principale artefice), il giornale «Attività femminile sociale». Dal gennaio del 1915, quando imperversava già la guerra mondiale e il nostro Paese era scosso dalle discussioni tra neutralisti e interventisti, Alice (col marito medico) fu dapprima in prima linea nel soccorso ai feriti del terremoto che colpì l’Abruzzo, quindi nella mobilitazione civile del “fronte interno”.

Divenuta presidente dell’Associazione per la donna, fece nascere ben tre strutture di sostegno alla popolazione in guerra: il Comitato di assistenza e lavoro, con un laboratorio nel quartiere Prati che confezionava indumenti per l’esercito; l’Ufficio di collocamento femminile, che costituì un punto di riferimento a livello comunale per il lavoro delle donne povere; il Comitato di assistenza legale per le famiglie dei richiamati, per dirimere tutta una serie di situazioni giuridico-sociali prodotte dall’impiego militare di figli e mariti. Ispettrice degli asili-scuola avviati dal Comune per i bambini che non potevano contare sull’assistenza della famiglia, fondò anche l’Opera di assistenza alle madri e ai bambini lattanti, che continuò a operare ben oltre la guerra e fu poi inglobato nell’Opera nazionale maternità e infanzia (Onmi). Il tutto mentre promuoveva anche corsi per analfabete e per donne che ancora non possedevano la licenza per il libretto del lavoro, nonché una sala emigranti alla stazione Termini.

Grazie anche alla sua sicura conoscenza delle lingue, il 10 aprile 1919 rappresentò le donne del CNDI nella delegazione femminile interalleata, presieduta da lady Aberdeen, che a Parigi potè incontrare i plenipotenziari della Conferenza di pace. Alice presentò al presidente Wilson la richiesta di un ufficio internazionale per l’educazione e l’istruzione, che doveva essere previsto formalmente dalla Lega delle Nazioni, in cui fossero rappresentate le donne al pari degli uomini.

Negli anni Venti, Schiavoni Bosio cominciò a orientare la sua attività soprattutto nell’ambito della lotta alla prostituzione e alla tratta delle bianche: mettendo insieme rappresentanti delle Amiche della giovane, del Cndi e dell’Associazione per la donna costituì un comitato romano per la tutela dell’igiene e della moralità pubblica, che nel ‘21 le valse la nomina a presidente del Comitato italiano della Federazione abolizionista internazionale.

Dichiaratamente suffragista, sostenne a lungo la necessità che le donne chiedessero il voto senza far penetrare le divisioni partitiche all’interno del movimento; nel dopoguerra, tuttavia, di fronte all’evoluzione della situazione politica si espresse a favore della nascita di un partito delle donne: quella che fu l’Unione politica nazionale fra le donne d’Italia (1919-1923).

Nel ’23 fu presidente del comitato ordinatore del IX Congresso dell’Alleanza internazionale per il suffragio femminile (IWSA), che si tenne a Roma e in cui Mussolini promise il voto alle donne. Negli ultimi anni di vita accettò nuovamente la presidenza dell’Unione Cristiana delle Giovani di Roma, facendo decollare il foyer ancora esistente.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Alice Schiavoni Bosio

L. Gazzetta, ’Nel campo della lotta’. Organizzazioni femminili evangeliche e movimento delle donne in Italia tra Otto e Novecento, “Cristianesimo nella storia. Ricerche storiche, esegetiche, teologiche”, gennaio-aprile 20016
Ead., Il partito delle donne. Storia e voci dell’Unione Politico-nazionale fra le donne d’Italia (1918-1923), Roma 2023
F. Taricone, L 'Associazionismo femminile in Italia dall'unità al fascismo, Milano 1996.




Voce pubblicata nel: 2025

Ultimo aggiornamento: 2025